L’uomo che cinguettava troppo

Maurizio Gasparri vede culminare la sua già burrascosa storia su Twitter con la condivisione di una news ‘imbarazzante’


Il fatto che una persona possa condividere un contenuto su un social network senza verificare personalmente la veridicità della notizia o l’autorevolezza della fonte da cui proviene, è una leggerezza dettata da molteplici fattori: ignoranza, assenza di una cultura dell’informazione in rete, noncuranza, e così via. Succede ormai tutti i giorni, tanto che è necessario filtrare continuamente col colino le bufale e guardarsi bene dal consultare siti che si burlano dei più sprovveduti. Il fatto che a far riecheggiare nel proprio megafono una notizia pescata a casaccio sia un personaggio pubblico, il peso delle cui dichiarazioni supera di gran lunga quello dell’utente medio della rete, è una inammissibile azione di cattiva informazione e trascuratezza.
Il fatto che a commettere questo errore sia il vicepresidente del Senato è di una gravità enorme. E ancora, che sia l’ex ministro delle Comunicazioni, del tutto inammissibile.
In un mix di cattivo gusto, gaffe, assenza totale di linguistic politeness e uscite imbarazzanti, Maurizio Gasparri vede culminare la sua già burrascosa storia su Twitter con la condivisione di una news (o presunta tale) che lascia tutti di sasso:
«Vanessa e Greta, sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo», questo il rumorosissimo tweet. Come rivelato più tardi, Gasparri digitava così per chiedere se si trattasse di una notizia vera. Poco importa, una volta scoppiata la bomba. Twitter segue flussi tematici e funziona con 140 caratteri, traduzione: prego, maneggiare con cura.

#Gasparrifuoridatwitter è diventato in pochissimo tempo trending topic, etichetta di richieste di dimissioni, bandierina piantata su proteste, sfoghi e appelli. Gli insulti non mancano, assieme alle richieste canzonatorie, dirette al vicepresidente del Senato, di entrare a far parte dell’ormai ambita sfilza di account da lui bloccati.
“Buon senso” è la formula magica per uscire fuori da questo fango imbarazzante.
Non dovremmo dire neanche una sillaba su un social network, qualora ci ritenessimo incapaci di fare lo stesso dal centro di una piazza con un gigantesco megafono in mano, magari col nostro interlocutore di fronte, coscienti di essere ascoltati da tutti,  e di muovere flussi continui di idee.

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