L’inaugurazione dell’anno giudiziario, celebrata in tutti i distretti di Corte d’Appello italiani sabato 1 febbraio 2020, è occasione e spunto di molte riflessioni e considerazioni.
Per tutto questo, all’inaugurazione di Catania ha assunto particolare rilievo l’intervento del rappresentante del Csm Sebastiano Ardita che ha esordito. “L’anno giudiziario che si apre oggi cade dopo la stagione più nefasta per l’autogoverno della magistratura. Mi riferisco allo scandalo di Maggio scorso – che sembra frettolosamente archiviato come fatto episodico e circoscritto ai protagonisti, da cui è troppo semplice adesso prendere le distanze – mentre invece meriterebbe una riflessione più profonda sul tradiment della rappresentanza dei magistrati ed una risposta radicale sotto il profilo normativo e istituzionale. Ardita, in magistratura da 39 anni, è l’attuale presidente della Prima commissione del Csm, competente su: esposti, ricorsi, doglianze concernenti magistrati; inchieste amministrative; incompatibilità; autorizzazioni ad incarichi extragiudiziali e speciali, ha segnalato “Il coacervo di manovre nascoste, di tentativi di screditare altri magistrati, di millantata influenza, di pretesa di orientare inchieste e condizionare gli eventi, di convinzione di poter manovrare il CSM, di indebita partecipazione di esponenti di un diverso potere dello Stato, si manifesta in totale contrapposizione con i doveri basilari dell’Ordine Giudiziario e con quel che i cittadini si attendono dalla Magistratura”.