A lezione di gestione delle aree protette sull’Isola Lachea

Aci Trezza, cinquanta soci di Natura Sicula ammirano l’Isola Lachea e i Faraglioni dei Ciclopi.  A lezione di gestione delle aree protette, guidati da E. Puglia e da A. Castorina 

Isola lachea Visita Natura sicula

 

Durante la visita guidata alla riserva naturale integrale gestita dal Centro di Ricerca Cutgana dell’Università di Catania, infatti, i soci dell’associazione siracusana, domenica mattina, hanno approfondito le tematiche relative alla gestione dell’area protetta tramite azioni finalizzate alla tutela e alla salvaguardia, alla valorizzazione e promozione oltre che alla fruizione sostenibile dei siti naturalistici.

Guidati da Emanuele Puglia (esperto del Cutgana) e da Antonio Castorina (presidente dell’associazione Centro Studi Aci Trezza), i visitatori hanno ammirato le bellezze naturalistiche dell’area protetta caratteristica per la presenza della lucertola endemica “Podarcis sicula ciclopica”, della grotta dell’Eremita, del Museo naturalistico didattico “Lachea” (con i rari reperti archeologici e alcuni esemplari impagliati della fauna ittica del Mediterraneo) e della stazione di biologia marina.

Nei giorni scorsi, invece, una ventina di giovani provenienti da Giappone, Messico, Turchia, Slovacchia, Serbia, Germania, Francia, Spagna e Italia hanno visitato l’Isola Lachea per approfondire gli aspetti legati all’origine del vulcanismo etneo, gli aspetti morfologici dei basalti colonnari e delle lave a pillows che rappresentano le principali peculiarità dell’area nell’ambito della seconda edizione del “Campo di Volontariato Internazionale” organizzato dal Circolo Legambiente Sartorius von Waltershausen di Acireale, che grazie al progetto “Un Tocco di… ambiente, cultura, futuro” contribuisce da quasi due anni in maniera decisiva alla rinascita del territorio circostante.

A guidare il gruppo il Geologo del Cutgana Giovanni Sturiale e l’esperto Mauro Contarino.

Proprio l’Isola Lachea e i Faraglioni dei Ciclopi, la Riserva naturale integrale gestita dal Centro di Ricerca Cutgana dell’Università di Catania, rappresenta la messa in posto dei prodotti etnei più antichi risalente a circa 500 mila anni fa frutto di un’intensa attività eruttiva in ambiente sottomarino che si verificò nel margine orientale dell’ampio golfo che allora occupava la parte meridionale dell’area dove ora si estende l’Etna.

 

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