Leader islamico salafita ordina la distruzione delle Piramidi di Giza

Le piramidi di Giza e la Sfinge in Egitto devono essere distrutte secondo l’imam salafita Al-Gohary perché simbolo di idolatria così come è avvenuto in Afghanistan
con  la distruzione delle statue dei  Buddha di Bamiyan

 

Murgàn Salem al-Gohary, leader egiziano della fazione estremista islamica salafita, ha in questi giorni richiesto a gran voce la distruzione delle Piramidi di Giza in Egitto, fetta importante del patrimonio culturale più antico al mondo appartenente alla nostra civiltà umana, in nome dell’Islam. Al-Gohary, un imam salafita conosciuto in tutto l’Egitto per le posizioni estremiste e vicine ai Talebani, ha ordinato come dovere del vero musulmano la demolizione di tutti gli idoli pagani, in un programma televisivo in onda su TV2 Channel.

Il capo islamico, che ha anche trascorso diversi anni in carcere durante il regime di Mubarak proprio per la sua attività vicina ai terroristi, ha incitato i fedeli alla distruzione delle Piramidi di Giza e della Sfinge perché simbolo di idolatria, e si è vantato del buon operato in Afghanistan con l’abolizione delle storiche statue di Buddha.

Una minaccia al patrimonio artistico umano senza precedenti, che non preoccupa solamente i tanti operatori turistici che vivono dei milioni di viaggiatori che si perdono tra le meraviglie d’Egitto, ma in realtà tutto il mondo.

 A dispetto dei tentativi di rassicurazione dei Fratelli Musulmani e altri leader di partiti islamici, la religione sta entrando prepotentemente nella vita politica e culturale d’Egitto. Nel novembre 2011 il partito al-Nour ha coperto con dei veli le sirene della fontana di Zeus situata nel centro di Alessandria.

 

 

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