Le Donne di Thamaia chiedono sostegno e confronto alle istituzioni della città di Catania per difendere e tutelare le Donne vittime di violenza.
Nella mattinata di martedì, 9 maggio, si è tenuta la conferenza stampa dell’Associazione Onlus Thamaia, Centro Antiviolenza di Catania, presieduta dalla Presidente dott.ssa Anna Agosta e dalla dott.ssa Carmen Bosco, psicoterapeuta, responsabile area progettazione e coordinatrice del “Progetto Respiro per gli Orfani Speciali“.
L’Associazione Thamaia Onlus, fondata nel 2001, quale organizzazione senza scopo di lucro con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle donne e dei minori che vivono in condizioni di violenza e maltrattamento familiare. L’obiettivo principale dell’associazione è quello di offrire supporto alle persone vittime di violenza, fornendo loro assistenza sia a livello psicologico che legale, al fine di garantire la loro protezione e sicurezza. Oltre a offrire assistenza alle vittime, “Thamaia” svolge un importante ruolo nella sensibilizzazione della società sulla violenza di genere. L’organizzazione tiene, frequentemente, eventi come conferenze, incontri e seminari, con l’obiettivo di prevenire la violenza e aumentare la consapevolezza del pubblico riguardo alla violenza degli uomini contro le donne.
L’Associazione collabora con professionisti del settore socio-sanitario, le forze dell’ordine, le scuole e altre organizzazioni per diffondere informazioni sui servizi a disposizione delle vittime di violenza e per promuovere l’educazione alla legalità. Grazie alla sua vasta esperienza e alla sua presenza sul territorio, Thamaia si è affermata come un punto di riferimento per molte donne che vivono in situazioni di violenza. La sua attività continua a essere di fondamentale importanza per garantire la protezione e la giustizia alle vittime e per contribuire alla costruzione di una società più giusta e solidale.
Affinché tutto questo possa continuare, è necessario che ci sia un forte e duraturo sostegno concreto, sia economico che politico, da parte di tutte le istituzioni, in particolare, da parte della Regione Siciliana, del Comune e della Città Metropolitana di Catania e da tutti gli schieramenti politici.
Il Comune di Catania, in questo momento, è al centro di una crescente indignazione popolare a causa della sua gestione pessima e inefficiente. In particolare, la situazione dei servizi specializzati per le donne vittime di violenza è diventata insostenibile. Le rette delle case rifugio non vengono pagate, lasciando molte donne in una situazione di estrema vulnerabilità e senza la possibilità di mettersi in sicurezza.
Nonostante il Comune di Catania abbia sottoscritto il protocollo di intesa per la creazione della “Rete Antiviolenza della Città Metropolitana“, impegnandosi a contrastare la violenza maschile sulle donne in linea con le proprie responsabilità e competenze, nella pratica non ha adempiuto a tale impegno. Inoltre, ha ignorato le nuove direttive emanate dalla Conferenza Stato-Regioni, così come ha trascurato il supporto politico ed economico necessario per garantire il funzionamento del Centro Antiviolenza.
Questa mancanza di impegno da parte delle autorità locali è ancora più allarmante alla luce del fatto che la Sicilia è la regione italiana con il maggior numero di femminicidi. Nonostante ci siano state richieste e sollecitazioni da parte di associazioni femministe e femminili del territorio, il Comune di Catania sembra non aver ascoltato le loro richieste, lasciando le donne in una situazione di estrema fragilità e senza sostegno.Questa gestione, pessima e inefficiente, del comune e di altre istituzioni ha portato alla necessità di rinnovare l’amministrazione locale e di porre fine a questa situazione di emergenza. Solo attraverso un impegno reale e concreto da parte delle autorità locali sarà possibile garantire ai cittadini di Catania i servizi e la protezione di cui hanno bisogno e che meritano.
Secondo la dott.ssa Anna Agosta: “Se l’associazione Thamaia non otterrà finanziamenti stabili, continuerà a vivere in una situazione precaria. È importante sottolineare che l’associazione è composta da numerose donne professioniste che dedicano molte ore di volontariato e attivismo politico, e per alcune è diventato un lavoro. Tuttavia, tutte le nostre operatrici, che sono lavoratrici, saranno costrette a lasciarci non appena troveranno un lavoro stabile. Questo comporta, per noi, la perdita di importanti investimenti, poiché chi risponde al telefono o incontra le donne ha bisogno di un lungo periodo di formazione presso il centro antiviolenza“.
Le donne di Thamaia, pertanto, chiedono un confronto diretto con tutte le istituzioni e, in particolare, con i candidati sindaci alle prossime elezioni amministrative avanzando richieste specifiche, quali:
copertura economica stabile per le attività del centro antiviolenza e delle case rifugio, che sono i servizi specializzati richiesti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, Convenzione di Istanbul
realizzazione, nei Piani di Zona, di un sistema integrato per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne e che le associazioni femministe e femminili che si occupano di questa problematica siano ascoltate così come prevede la Convenzione di Istanbul
previsioni di reazioni innovative nella programmazione dei fondi PON Metro per supportare le varie forme di violenza e le varie esigenze delle donne che ne sono vittime. Infatti, una donna che subisce violenza ha bisogno di un supporto specializzato, ma anche di altre risorse come il lavoro, un supporto per la gestione dei figli, asili nido e baby parking, servizi che non esistono a Catania.
riconoscimento e valorizzazione delle competenze di tutte le associazioni di donne che coordinano i Centri Antiviolenza rispettando le norme della Convenzione di Istanbul.
creazione di un osservatorio costantemente attivo e garante di un costante monitoraggio sui servizi specializzati territoriali, ossia Centri Antiviolenza e Case Rifugio
partecipazione attiva e supporto di tutte le attività della Rete Antiviolenza della Città Metropolitana di Catania, che ne è componente.