Le Candelore di Sant’Agata: orgoglio e devozione per la festa dei catanesi

La Festa di Sant’Agata, che si svolge ogni anno a Catania dal 3 al 6 febbraio, è un evento che unisce fede, tradizione e cultura in un insieme affascinante e unico. Tra gli elementi più distintivi e suggestivi di questa celebrazione, le Candelore occupano un posto d’onore, rappresentando non solo un tributo religioso ma anche un’espressione di arte e storia locale.

Il termine “candelora”, nella sua accezione storica, si riferisce a una festività cristiana tradizionalmente celebrata il 2 febbraio. La parola deriva dal latino “candelorum festum“, che significa “festa delle candele“. Questa festa, nota anche come la Presentazione del Signore o la Purificazione della Beata Vergine Maria, ha radici antiche e simboleggia la presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme.

Durante la Candelora, le candele vengono benedette in chiesa in segno di Cristo, descritto come “luce per illuminare le nazioni“. Questo rito riflette la credenza che Cristo sia la luce che disperde le tenebre del peccato e dell’ignoranza. La benedizione delle candele e la loro processione all’interno della chiesa sono momenti centrali della celebrazione, ricordando ai fedeli che devono essere anch’essi una luce nel mondo. Inoltre, la Candelora segna un punto di transizione nel calendario liturgico, chiudendo il ciclo natalizio e anticipando l’avvicinarsi della Quaresima. Questa festa è stata storicamente importante nella cristianità, simboleggiando purificazione, illuminazione e rinnovamento.

La Candelora, conosciuta in Sicilia anche come “cannalora” o “ciliu” (che significa “cereo”), simboleggia l’omaggio in cera offerto da persone di ogni ceto sociale a Sant’Agata, la santa patrona. Questo omaggio si manifesta attraverso torce che vengono bruciate o fatte ardere sia come atto di devozione sia per accompagnare le cerimonie religiose. Le Candelore, maestose strutture in legno riccamente decorate, sono un simbolo forte della devozione verso Sant’Agata, la giovane martire patrona di Catania. La loro origine risale a diversi secoli fa, quando furono introdotte per enfatizzare l’importanza della processione in onore della Santa. Ogni Candeliere rappresenta una delle corporazioni delle arti e mestieri della città, simboleggiando l’unione e la solidarietà della comunità catanese.

La realizzazione delle Candelore è un processo che richiede abilità, pazienza e devozione. Gli artigiani locali lavorano per mesi per restaurare o creare nuove strutture, prestando attenzione a ogni dettaglio. Le decorazioni variano da immagini sacre a ornamenti floreali, e sono spesso arricchite da elementi in oro e argento, testimoniando la ricchezza dell’artigianato siciliano. Durante la festa, le Candelore sono portate a spalla dai devoti per le strade di Catania, in un percorso che si snoda attraverso il centro storico. Questa processione, al contempo solenne e festosa, attira migliaia di fedeli e turisti, avvolti nell’atmosfera di profonda spiritualità e festa popolare.

Oltre alla loro bellezza estetica, le Candelore portano in sé un profondo simbolismo religioso e culturale. Esse rappresentano la luce della fede che guida i credenti nel cammino spirituale, ma anche la continuità delle tradizioni e l’orgoglio di appartenenza alla comunità di Catania. In questo contesto, la Candeliere diventa un ponte tra passato e presente, mantenendo viva la memoria storica della città e dei suoi abitanti.

Inizialmente, il cero era formato da un insieme di candele molto lunghe, unite in modo da creare una sorta di grosso torcione. Questo raggruppamento di candele veniva poi inserito in strutture di legno articolate su più livelli e portate in processione a spalla. Queste strutture, variegate per forme, fogge e stili, presentano su diversi piani piccole scene che illustrano episodi del martirio della santa, immagini di santi e angeli, e talvolta racconti tratti dalla Bibbia.

Con l’introduzione delle tecnologie moderne, il cero o torcione centrale è stato rimpiazzato da una replica che culmina con una sfera colorata, spesso decorata con motivi e colori rappresentativi della corporazione a cui appartiene. Questo cambiamento non ha solo modernizzato l’aspetto della Candelora, ma ha anche mantenuto vivo il legame simbolico con la tradizione e la storia. Durante le ore della sera e della notte, il globo posto in cima alla Candelora si illumina, rappresentando simbolicamente una fiamma ardente. L’intera struttura, ornata di fiori, si impreziosisce di piccoli punti luminosi. Su vari livelli della Candelora si accendono corone di luci supplementari, spesso affiancate da elementi che ricordano candele, paralumi in opalino e piccole gemme di vetro, le quali oscillano e tintinnano seguendo il ritmo e il passo con cui la cannalora viene portata.

Queste strutture sono vere e proprie opere d’arte, arricchite di numerosi dettagli scolpiti, statuette, iscrizioni e ornate con ghirlande di fiori, bandiere, stemmi e piccoli stendardi. Le Candelore sfilano seguendo un ordine prestabilito, dettato da antiche regole di preminenza, nei giorni e nei quartieri indicati dal programma delle celebrazioni, sempre accompagnate dalle melodie di una banda musicale. La competizione tra le varie Candelore raggiunge il suo apice durante il giorno dell’offerta della cera e nella serata del ‘ô tri, così come durante il giro esterno del 4 febbraio, il giro interno del 5 e, infine, nel momento in cui rientrano e vengono temporaneamente custodite nelle navate laterali della cattedrale al termine della processione finale.

Durante l’epoca bizantina e normanna, le candelore erano utilizzate principalmente per illuminare il percorso dei fedeli. Questa usanza ha le sue radici in un rito pagano antico, che simbolicamente rappresentava la luce che penetra e dissipa l’oscurità. La pratica può essere generalmente collegata alla celebrazione della festa delle Candelore, che fu ufficialmente istituita nel 492 da Papa Gelasio I, secondo alcune fonti, o, come sostengono altri studiosi, da Papa Sergio I nel 687. Questa festività ha quindi una lunga storia, intrecciata con le tradizioni sia cristiane che precristiane.

Epoca Spagnola Nel 1514, durante il periodo spagnolo, erano presenti 22 candelore (cannalori) nella processione, con quella dei Confettieri, ornata di dolci zuccherati, in testa. Entro il 1674, il numero era cresciuto a 28. Giuseppe Pitrè, un noto studioso, ha documentato 16 candelore, tra cui le prime 10 delle corporazioni tuttora esistenti, oltre a quelle appartenenti agli argentieri, ai facchini e ai sarti. All’inizio del XX secolo, il numero si era ridotto a 13.

Epoca Contemporanea Nel 2020, il 5 febbraio, a causa di avverse condizioni meteorologiche che si sono aggravate durante la sosta presso la collegiata, la processione delle cannalori non è partita da piazza del Duomo. Tutti i cerei sono stati portati all’interno della cattedrale per riparo. C’è in programma di riunire tutti i cerei in un unico luogo, presso la chiesa di San Nicolò l’Arena.

Chiesa San Nicolò l’Arena

Chi vive a Catania in questi giorni ha sicuramente notato, lungo le strade del centro storico e in alcune aree periferiche, la presenza delle dodici candelore di Sant’Agata. Questi cerei votivi, realizzati in legno dorato e decorati in stili vari, si muovono attraverso la città con un andamento caratteristico e un’oscillazione inconfondibile, nota come “annacata”. Originarie del VII secolo circa, le candelore simboleggiano diverse corporazioni di arti e mestieri. Durante i tre giorni della festa religiosa e anche nei giorni precedenti, queste candelore percorrono le vie cittadine rappresentando la loro specifica classe lavorativa.

Tra le candelore, ve ne sono due che non rappresentano nessuna corporazione. La prima è la cosiddetta “piccola” candelora di Monsignor Ventimiglia, istituita dal vescovo nel 1766 in seguito a un’eruzione lavica. Oggi è custodita nella chiesa di San Placido dall’Associazione Sant’Agata in Cattedrale. L’altra è la candelora del Circolo Cittadino di Sant’Agata, tenuta dall’omonimo circolo nella chiesa Collegiata di via Etnea. Queste due candelore hanno il ruolo speciale di aprire e chiudere il corteo processionale dei cerei.

Cereo di Monsignor Ventimiglia ‘a Nicaredda

Nel 1514, erano documentate 22 candelore, con quella dei Confettieri, riccamente decorata con dolci zuccherati, che guidava la processione. Il numero è aumentato a 28 nel 1674, mentre all’inizio del XX secolo si era ridotto a 13. Al giorno d’oggi, il totale è di 12 candelore, compresa l’ultima aggiunta, la candelora del Villaggio Sant’Agata. Queste candelore, il cui peso varia dai 400 ai 900 chili, vengono trasportate a spalla da gruppi di 4, 8, 10 o 12 uomini, a seconda del loro peso.

Durante i tre giorni della festa di Sant’Agata, le candelore seguono un ordine ben definito, che inizia con il Cereo Monsignor Ventimiglia. Questa candelora, nota anche come la piccola della famiglia, è composta da tre livelli: una base, una sezione intermedia ornata con volute raffiguranti angeli, e un livello superiore con statue di santi catanesi. Fu restaurata nel 1985 e, durante il congresso eucaristico del 1959, servì da base artistica per la statua della Madonna di Fatima.

Cereo dei Rinoti

– “Cereo Rinoti” donato dagli abitanti di San Giuseppe la Rena all’inizio del XIX secolo, è composto da quattro livelli. Alla base si trovano quattro grifoni artistici con le ali spiegate, inseriti in un contesto di decorazioni barocche, seguiti da quattro angeli che portano i simboli di Sant’Agata. Al centro ci sono varie scenografie, mentre la parte superiore è adornata con quattro statue di martiri catanesi. Fino al 1692, questa candelora veniva smontata e conservata nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe La Rena. Oggi si trova in uno spazio appositamente allestito. La ricostruzione e il completamento avvennero tra il 1820 e il 1852, sotto la direzione di don Girolamo Messina e don Giuseppe Barbagallo, notabili locali. La candelora arriva in città dopo una festa nel quartiere, la mattina del 3 febbraio, percorrendo circa sei chilometri. Viene accompagnata dal rettore, dal comitato di quartiere e dalla banda locale. Il 3 febbraio pomeriggio, in un’atmosfera di fraternità con vino e buona musica, viene eletto il rettore per l’anno successivo. Questa candelora viene portata in processione da abitanti della stessa borgata.

Candelora dei fiorai e giardinieri

– “Cereo degli Ortofluricoltori” (giardinieri e fiorai) noto per il suo stile gotico veneziano, questa candelora fu completamente restaurata nel 1983, ripristinando la tradizionale “boccia a corona” che la sovrasta, guadagnandosi il soprannome di “La regina”. Prima del 1917, era conservata vicino alla chiesa della Madonna delle Grazie a Cibali, poi trasferita a San Agata la Vetere. Negli anni ’50, si verificò una disputa per la precedenza con il comitato dei Rinoti, portando a un periodo di assenza dalla processione fino al 1960. Attualmente è custodita nella chiesa di San Francesco all’Immacolata.

Candelora dei pescivendoli

– “Cereo dei Pescivendoli“, questo cereo in stile rococò, creato nell’Ottocento, è oggi custodito al mercato ittico. Caratteristico era il mazzetto di fiori freschi, ora sostituito da fiori artificiali, che un tempo adornava la candelora. Durante il periodo dell’Arcivescovo Bentivoglio, veniva benedetto in una cerimonia al cuore della pescheria, il mattino del 3 febbraio. La bandiera tricolore è un dono di re Vittorio Emanuele III, in onore della visita a Catania. La candelora è riconoscibile per la ghirlanda di fiori che oscilla con il movimento, guadagnandosi il soprannome di “bersagliera” per il suo tipico passo.

– “Cereo dei Fruttivendoli” conosciuto come “la signorina” per il suo movimento elegante e le sue forme graziose, alla base è adornato da quattro cigni artistici. Fu restaurato nel 1959 dall’indoratore Villani con decorazioni in oro zecchino, e tutti i gagliardetti furono rinnovati. Durante il restauro, il vecchio cerone interno fu sostituito con uno in legno più leggero; l’originale si trova ora nella cappella della Madonna in Cattedrale.

Candelora dei fruttivendoli

– “Cereo dei Macellai“, anche noto come la candelora dei chianchieri, si distingue per la statua di San Sebastiano, patrono della corporazione dei macellai. Questa candelora è storicamente conservata presso i locali vicini alla chiesa di San Sebastiano, nei pressi del Castello Ursino. Il design è quello di una torre artistica suddivisa in quattro livelli: la base è ornata da quattro leoni artistici, il secondo livello presenta angeli e scenografie varie, mentre il terzo livello include nicchie decorate con colonne corinzie che ospitano quattro statue: San Sebastiano al centro, affiancato da Sant’Antonio di Padova, San Isidoro Agricola e la Madonna del Carmine.

Candelora dei Macellai

– “Cereo dei Pastai” si distingue per la sua semplicità ed eleganza in stile barocco. È l’unico che non include scenografie relative al martirio di Sant’Agata. Conserva ancora il suo cerone originale in vera cera ed è custodito nella chiesa di San Francesco all’Immacolata.

– “Cereo dei Pizzicagnoli” (salumieri), l’ottavo in processione, è riconoscibile per il suo stile liberty e le quattro cariatidi alla base. Anche questo cereo è conservato nella chiesa di San Francesco all’Immacolata. Fu restaurato nel 1980, e per un lungo periodo dopo la guerra fino agli anni ’60 era decorato con mazzetti di fiori artistici di varie forme. Dopo l’ultimo restauro, il cerone interno è stato allungato e ripristinata la boccia di vetro originale. Nel 2015, per le festività, è stato temporaneamente adornato con un mazzo di fiori prelevato dal cereo dei fruttivendoli.

Candelora dei Pastai

– “Cereo dei Bettolieri” (vinaioli), gestito dal comitato delle feste agatine dagli anni ’60, quando la corporazione cessò di occuparsene. Anche questo cereo è custodito nella chiesa di San Francesco all’Immacolata.

Candelora dei Pizzicagnoli

– “Cereo dei Fornai e dei Panettieri” è noto per essere il più pesante, tanto da essere soprannominato “la Mamma”. Richiede 12 portatori per la processione ed è conservato nella chiesa di San Francesco all’Immacolata. Originariamente in stile liberty e composto da cinque livelli, ha subito diverse trasformazioni nel tempo. Nella parte finale spiccavano due angeli che sostenevano una corona e una tuba. Il cerone termina con una grande boccia a corona. Dagli anni ’20, ha subito ulteriori modifiche, mantenendo tuttavia gli otto grandi angeli e la base. Nel terzo livello, sotto la corona, sono state aggiunte statue di santi, tra cui Metodio, Everio, Berillo e il beato Pietro Geremia.

– Il “Cereo Villaggio Sant’Agata” rappresenta la candelora più recente, un’iniziativa avviata da Salvatore Russo e ufficialmente presentata nel 2010. Ha debuttato nella processione agatina nel 2012, benché negli anni ’80 esistesse una versione più piccola utilizzata localmente nel quartiere. Con l’obiettivo di regalare al villaggio Sant’Agata una candelora all’altezza delle altre undici, il progetto è stato avviato nel 2007. La candelora, alta quasi 4,90 metri con un mazzo di fiori sulla cima, pesa circa 600 kg e richiede otto portatori. La base è ornata da quattro basamenti con teste di leone e le rappresentazioni dei santi e le scene del martirio di Agata sono state create dalla rinomata ditta Ferdinand Stuflesse di Ortisei.

Candelora dei Vinaioli

– Il “Cereo Circolo Cittadino di Sant’Agata” non è associato a una specifica categoria professionale, ma è legato all’omonimo circolo cittadino, fondato dal Beato Cardinale Dusmet nel 1874. La candelora, realizzata nel 1876, presenta uno stile composito e si compone di quattro livelli. Fino al 1987, la parte superiore della candelora era adornata da una boccia di vetro tradizionale. Durante il restauro del 1988, questa è stata sostituita da un mazzetto di fiori creato dal fioraio Samperi. Nonostante l’introduzione della candelora più recente del Villaggio Sant’Agata, la candelora del Circolo Cittadino di Sant’Agata mantiene il suo ruolo tradizionale, concludendo la processione come ultimo cereo. Questa posizione sottolinea il rispetto per la tradizione e l’importanza storica del Circolo Cittadino all’interno della comunità e delle celebrazioni agatine.

Candelora dei Panettieri
Candelora Circolo Sant’Agata
Candelora Maestri Artigiani
Candelora del Villaggio Sant’Agata
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