L’avvocato Pietro Milano parla di suo nonno, Ferdinando Giuseppe Capra, che nacque il 24 luglio 1890

Fu il primo sindaco di Santa Caterina Villarmosa portanto benessere e progresso. La storia si potrà leggere nel libro “Viva il sindaco Capra!”

“Viva il sindaco Capra” già dal titolo si evince il grande amore per suo nonno materno che fu il primo sindaco di Santa Caterina Villarmosa, ridente paesino in provincia di Caltanissetta. Pietro Milano quali sono i punti più salienti di questo suo libro ?

La mia pubblicazione copre un arco temporale che va dalla fine della prima guerra mondiale sino alla morte di mio nonno avvenuta il 5 febbraio del 1975 e comprende dunque quasi sessanta anni di vita paesana. Per tali ragioni narra di avvenimenti che, obiettivamente, possono considerarsi tutti salienti ed interessanti. Distinguerei, tuttavia, quattro “direttrici di indagine” che ho affrontato ed esposto nella mia pubblicazione e che riguardano i diversi ambiti e le diverse iniziative in cui il nonno si spese nell’interesse dei suoi concittadini”.

Quali sono queste quattro “direttrici d’ indagine”  che hanno consacrato  suo nonno ritenendolo una figura di rilievo del panorama politico siciliano?

“Altamente significativa ed importante dal punto di vista sociale la lotta per l’esproprio dei feudi e l’assalto al latifondo  che lo vide impegnato, prima, all’indomani della guerra 15/18 allorquando, come esponente del Movimento degli ex Combattenti e dei reduci, portò a compimento l’acquisto di due grossi feudi, Garisi e Mucini, appartenenti a una nobile famiglia spagnola, e la conseguente distribuzione ai contadini caterinesi di circa 700 salme di fertilissimo terreno che consentì la nascita di una classe di liberi coltivatori. (1922) E queste iniziative ripresero circa trenta anni dopo,  all’indomani della seconda guerra mondiale, allorquando sempre, per suo stimolo, anticipando le leggi nazionali e regionali di riforma agraria, i contadini caterinesi acquistarono altri 8 feudi, Montecanino, Deri, Mustomuxaro, Mustogiunto, Ficodindia, Corefidato, Garistoppa e MIlicia  (a cavallo degli anni 50 del trascorso 20^ Secolo). Altrettanto significative ed importanti le realizzazioni promosse durante i suoi mandati di amministratore comunale. Il nonno, infatti, fu pro-sindaco nella Amministrazione presieduta dal notaio Seminatore, eletta  nel 1921 e poi sciolta all’avvento del Fascismo con la nomina dei Podestà. A tale periodo risale la costruzione del sistema fognario con anticipo di anni rispetto ad altri piccoli comuni siciliani. Dopo il secondo conflitto mondiale aderì entusiaticamente alla Democrazia Cristiana e ricoprì la carica di Sindaco dal 1946 al 1956, dal 1960 agli inizi del 1965 e, infine, dal 1970 sino alla sua morte avvenuta, come già detto, il 5 febbraio  del 1975. Durante i suoi mandati il paese cambiò volto e fu  dotato di infrastrutture civili (strade e piazze, viabilità interna e periferica, impianti scolastici, edifici comunali, importante presidio sanitario-ospedaliero, edifici di case popolari, impianti idrici e fognari, impianti sportivi) con notevole anticipo rispetto a molti altri comuni della Sicilia.  Non a caso, in occasione della Festa di San Giuseppe del 1950, gli venne regalata la pergamena, riportata nel mio libro, ove testualmente si legge: “Al Sindaco avv. Ferdinando Giuseppe Capra, che operando nel segno della Croce ha trasformato il Paese, Il Popolo Caterinese esprime plauso e gratitudine e, non a caso, dopo la sua morte, il Consiglio Comunale di Santa Caterina, alla unanimità deliberò di di dedicargli l’aula consiliare con la collocazione di una suo busto maromero.”  

Mi diceva che lei come suo nonno siete dei lavoratori instancabili. Ci spieghi?

“Per ciò che riguarda la terza domanda, posso solo dire di avere svolto con passione ed impegno la professione legale per 40 anni, di avere ricoperto l’incarico di magistrato Onorario per 10 anni, e di avere anche ricoperto, con dignità e decoro, le cariche di consigliere comunale di Caltanissetta (per 7 anni) e di Vice Presidente della Provincia Regionale di Caltanissetta (per 4 anni). Il nonno, invece, può certamente vantare ben altro, e più significativo palmares. Dopo una laurea in farmacia, nel 1923 si laureò in legge e svolse la professione forense attivamente sino alla sua morte. Nel 1967 gli venne anche consegnata la medaglia per la sua lunga attività professionale che, peraltro, non svolse solo in Italia ma anche in Etiopia. Infatti, nell’imminenza della campagna Etiopica, il 26 settembre 1935, venne richiamato in servizio con il grado di Primo Capitano farmacista e mobilitato per la Somalia, sbarcando a Mogadiscio il 10 ottobre 1935. Il Comando del Corpo di Spedizione, tuttavia, in virtù del suo effettivo svolgimento della professione forense, lo investì della carica di Giudice Relatore presso il Tribunale di Guerra, al seguito delle truppe combattenti comandate dal Generale Graziani. Subì, così, il rischio di un’altra guerra, vivendo con grande sofferenza le delicatissime funzioni di un Tribunale dinanzi al quale, spesso, i processi potevano concludersi anche con pesanti sentenze di condanna. Nelle funzioni di Giudice Relatore trasfuse, tuttavia, tanta equità e moderazione e, so­prattutto tale lume di intelligenza giuridica, da meritare il 4 aprile 1936 la nomina a Regio Sostituto Avvocato Militare presso l’Ufficio del Pubblico Ministero. Intanto il Comando di Spedizione lo proponeva per l’ onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Coloniale della Stella d’Italia, concessa poi con decreto del 31- 12-1936 dal Re ed Imperatore Vittorio Emanuele III Gran Maestro dell’Ordine. Alla conclusione della conquista dell’Etiopia, il nonno, pur congedatosi, non fece, tuttavia, ritorno in Italia avendo impiantato uno studio legale ad Harar, dove aveva investito tutti i proventi derivanti dalle funzioni svolte sotto le armi acquistando proprietà immobiliari e relativi arredi, e dove progettava di spostarsi stabilmente con tutta la famiglia. I “venti di guerra” gli impedirono di portare a  termine questo progetto e, infine,  la sfortunata e tragica conclusione della seconda guerra mondiale e la conseguente perdita di tutte le colonie determinò, purtroppo, la perdita di tutto ciò (beni e proprietà mobiliari ed immobiliari) che il nonno, con enormi sacrifici, aveva realizzato in terra d’Africa. Per le sue grandi doti morali e professionali e per il largo sostegno elettorale era stato, intanto, nominato Consigliere di Amministrazione della Cassa Centrale di Risparmio V.E. (1948) e, in seguito (1953), anche Presidente della Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Caltanissetta. In tali funzioni operò con grande acume e competenza adoperandosi per il potenziamento delle attività degli Enti (stremati dalla crisi economico-sociale causata dalla guerra) al fine di un rinnovato, e più adeguato, sostegno al risparmio e alle attività economiche e produttive dell’Isola. Ad una sua felice intuizione si deve l’iniziativa della Camera di Commercio di Caltanissetta volta a creare le aree industriali in Provincia di Caltanissetta ed egli,  per primo, segnalò la necessità che gli Enti e le Società concessionarie dell’estrazione e trasformazione degli idrocarburi nel territorio di Gela pagassero le tasse sui proventi in Sicilia invece che nelle regioni ove avevano sede legale. Il nonno fu un uomo di spicco nella Democrazia Cristiana provinciale ed intrattenne cordiali  fraterni rapporti con esponenti anche nazionali del Partito”.

Quali sono i progetti letterari ai quali sta lavorando?

“Per ciò che riguarda i miei progetti “letterari” futuri, posso solo dire che ho già completato una seconda edizione del mio libro, arricchita da fatti, curiosità e documenti, che ho ritrovato tra le carte del nonno nei cassetti di una libreria che ho risistemato. “E in questa seconda edizione parlerò, più diffusamente, anche a della Famiglia Capra, il nonno ebbe sette tra fratelli e sorelle, che, a diverso titolo, hanno ben operato e ben meritato un posto d’onore a Santa Caterina Villarmosa”.

Per coloro che non conoscono Santa Caterina Villarmosa potrebbe elencare almeno tre motivi per visitare il suo paese natio?

“Santa Caterina Villarmosa è un paese ridente, abitato da persone miti, generose, gentili ed operose. Diverse le ragioni per visitarlo: le sue chiese; le sue tradizioni religiose, specie la processione del Cristo Morto nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo; i diversi ristoranti e trattorie dove si possono gustare cibi genuini della tradizione locale; le produzioni della sua agricoltura; i suoi ridenti dintorni,  i pregiatissimi lavori delle sue ricamatrici; la Biblioteca del d’Alembert (una delle poche copie esistenti al mondo), e i tanti libri antichi della sua biblioteca”.

Seguiteci, cari lettori, leggerete altri articoli che coinvolgeranno il paese di  Santa Caterina Villarmosa, con  eventi di cultura dove sarà presente il Network Globus Magazine insieme a Caterina Carsidonia.

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