L’ALBA DEL TERZO MILLENNIO – La prima siciliana presentata a Catania

RASSEGNA TEATRALE XXI IN SCENA

L’ALBA DEL TERZO MILLENNIO

La prima siciliana presentata a Catania

 Tutto esaurito per lo spettacolo rappresentato per la prima volta a Catania

 

L’Alba del Terzo Millennio è il titolo dell’opera teatrale di Pietro De Silva andata in scena presso il Teatro del Canovaccio di via Gulli a Catania.
Le quattro serate consecutive, hanno riscosso un particolare apprezzamento da parte del pubblico, che ha fatto registrare il tutto esaurito. 
Ottima la regia di Federico Magnano di San Lio e straordinaria l’interpretazione di Emanuele Puglia e Cosimo Coltraro, entrambi catanesi.

Il sipario si apre sulle paure ataviche e sull’egoismo dell’uomo, che sfociano nella solitudine profonda e nel rimpianto di non aver saputo approfittare dell’autenticità della vita, spesso travolta e avvolta da pregiudizi e vacuità. 
È il venerdì Santo del 2000 e i due protagonisti, un maestro e un vinaio, si trovano legati a due croci, su una montagnola di Golgota memoria, in attesa della processione che non arriverà mai. Sembra un caso, ma tutto è correlato ad un disegno preciso, che li porta ad esprimere il proprio pensiero sull’esistenza, da punti di vista diversi, dove la diffidenza si alterna all’ottimismo. 
È una commedia a dir poco esilarante, che chiude il sipario sul drammatico dolore dell’abbandono e sulle incertezze generatrici del dubbio.

 (Elbera Dell’Orsa)

 

Si è parlato di ‘crisi moderna’ al Teatro del Canovaccio nel rappresentare l’opera di Pietro De Silva. “…la crisi è la più grande benedizione per le persone e le Nazioni, – note del regista Magnano di San Lio e dell’attore Puglia – perché la crisi porta progresso”, come recita anche lo slogan di questa rassegna prendendo a prestito le parole di A.Einstein. “Nel mettere in scena ‘L’alba del terzo millennio’ abbiamo cercato di mettere a nudo tutte le incertezze che convivono in modo latente nei personaggi e che, non appena si inceppa il meccanismo della vita quotidiana, vengono a galla in modo disordinato e irrisolto”.
Una circostanza che prevede la scoperta del “nuovo” e che, alla fine, ci fa ricordare l’ha dda passà ‘a nuttata di eduardiana memoria.

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