L’Agenzia USA Bloomberg classifica la sanità italiana al terzo posto

Il Sistema Sanitario Italiano scala la classifica: ora è il terzo più efficiente al mondo. Nonostante i tagli alla spesa, i disservizi e gli episodi di malasanità che si sentono ogni tanto, pare che non possiamo proprio lamentarci.

Secondo la classifica stilata dall’agenzia americana Bloomberg siamo il top in Europa e miglioriamo il sesto posto dello scorso anno. A livello mondiale ci superano soltanto Singapore e Hong Kong. La Russia è relegata in ultima posizione, male anche Germania e Usa che non vanno oltre 23°e 44° posizione. 

Il sistema sanitario italiano è il terzo al mondo in termini di efficienza, alle spalle di Singapore e Hong Kong e davanti a Giappone, Corea del Sud e Australia. E’ quanto emerge dalla classifica stilata da Bloomberg che ha considerato i dati forniti da Banca Mondiale, Fmi (Fondo Monetario Internazionale) e Oms. La Francia si posiziona ottava, il Regno Unito decimo, mentre gli Stati Uniti arrancano nelle retrovie, al 44° posto.
Il ranking di Bloomberg ha considerato i 51 Paesi con popolazione superiore ai 5 milioni, con un Pil di almeno 5 mila dollari americani e con un’aspettativa di vita che supera i 70 anni. Risaltano negativamente la performance della Russia, relegata in ultima posizione, e quella della Germania, che non va oltre il 23° posto. I parametri utilizzati per elaborare la classifica sono: aspettativa di vita; costo del sistema sanitario in percentuale sul Pil; costo del sistema sanitario pro-capite; variazione dell’aspettativa di vita rispetto al 2013 (anni); variazione del costo della sanità pro capite; variazione del Pil pro-capite; inflazione.
L’Italia, che migliora il sesto posto dello scorso anno, presenta un’aspettativa di vita di 82,9 anni e spende in sanità il 9% del Pil, pari a 3.032 dollari pro-capite.
Nel confronto con il 2013 l’aspettativa di vita è aumentata di 0,3 anni, mentre la spesa per la sanità pro-capite è diminuita di 306,64 dollari, cioè meno 9,2% in percentuale sul Pil. Prodotto interno lordo che è diminuito dell’8,6% pro-capite, con un’inflazione del 3%. In totale il punteggio dell’Italia è 76,3. Poco meno di Hong Kong e Singapore, ma più del doppio degli Stati Uniti, fermi a 34,3. 
Una situazione rosea però in netto contrasto con il 17esimo Rapporto PIT Salute prodotto dal Tribunale del Malato/ Cittadinanzattiva: i dati di questo report fanno emergere infatti con grande evidenza “che le difficoltà economiche, i costi crescenti dei servizi sanitari e le difficoltà di accesso spingono i cittadini a rinunciare alle cure e a sacrificare la propria salute”. Liste di attesa lunghe, ticket salati e intramoenia “insostenibile” allontanano il cittadino dal SSN.

(fonti web quotidianosanità.it – Yahoo! Finanza)

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