La Vita nella Morte …e viceversa. Conflitti e paure nei riti funerari

E così il cimitero diventa la vita nella morte o la stessa morte nella vita. Un luogo dove accadono le cose della vita, dove si incontrano persone e si scambiano quattro chiacchere, dove si prendono accordi, un luogo dai mille culti variopinti nel rispetto del proprio dolore e forse nel rispetto della sofferenza altrui.

addobbi

Il conflittuale rapporto tra gli esseri umani e la morte, la paura più grande della vita di ogni essere vivente pensante, la sola idea del non esserci più.
L’ostinata ricerca, nella vita, di un equilibrio materiale, l’ostinata attesa di un qualcosa di non ben definito a cui diamo una forma concreta, tangibile, fisica, la casa, l’auto, uno stupido telefonino dalle applicazioni ultra moderne, ultra veloci, la profonda sensazione dell’isolamento individuale in assenza di internet, l’affannoso bisogno di trovare un’identità valida, riconosciuta, apprezzata, condivisa attraverso i social, mantenere in “vita” e continuare a gestire un account di un’entità fisica ormai defunta.
Dove stiamo conducendo i nostri pensieri, dove stiamo nascondendo la paura della morte nella ricerca di un’eternità almeno virtuale.

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Eppure il concetto di corpo e anima un corpo mortale ed una parte immortale, accompagna l’esistenza dell’essere umano da secoli, ogni religione tenta di alleviare il peso della vita promettendo una vita oltre la morte in un luogo non definito, in un luogo creato forse dalla stessa paura, ma necessario al fine di evitare la follia a cui porterebbe la vita stessa senza nessuna fede; e così ognuno a modo suo, ognuno in base al proprio percorso interiore, alla propria educazione familiare trova conforto rispettando la sacralità della morte accompagnata dai suoi riti funerari.
Gli egiziani, possono essere considerati precursori di tutti i riti funerari oggi conosciuti atti ad agevolare la vita ultraterrena, il rispetto, l’abbellimento e la cura estrema della salma preparandola alla rinascita.

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Akiko, custode eterno.

Rinascita, resurrezione vita eterna, fine della vita vista come tappa del cerchio sacro, la morte come un fatto naturale così era intesa dagli antichi Indiani d’America.
L’attaccamento alla persona scomparsa ormai diventata soltanto materia genera culti del tutto umani. Andare a ricordare i propri cari recandosi al cimitero, perpetuando i gesti di ogni giorno, vivendo la normalità della vita nel luogo consacrato alla morte, concede momenti di infinita tregua al profondo e lacerante dolore della perdita.

bambina

E così il cimitero diventa la vita nella morte o la stessa morte nella vita.
Un luogo dove accadono le cose della vita, dove si incontrano persone e si scambiano quattro chiacchere, dove si prendono accordi, un luogo dai mille culti variopinti nel rispetto del proprio dolore e forse nel rispetto della sofferenza altrui.

 

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