Per la stagione 2018/2019 del Teatro Vittorio Emanuele di Messina la trionfale chiusura con le eterne e brillanti note de “La vedova allegra” di Franz Lehár
Le intenzioni dichiarate ad inizio stagione teatrale 2018/2019 dai vertici del Teatro Vittorio Emanuele ovvero di seguire un percorso primario legato alla grande letteratura mondiale, grazie anche ad allestimenti di primo piano, regie d’eccellenza ed attori di indiscussa fama con rappresentazioni di prosa e musica in grado di arricchire il già prezioso palcoscenico di Messina, possiamo dire alla fine, con soddisfazione, che si sono ampiamente concretizzate. Nella molteplice attività di attenzione dell’Ente alla prosa, danza, lirica e musica sinfonica, programmata in cartellone, la direzione artistica della sezione musica di Matteo Pappalardo inserisce, fuori abbonamento, la messa in scena di un asso vincente con uno dei titoli più amati dal pubblico: “La vedova allegra” di Franz Lehár, tratto dalla commedia “L’Attacché d’ambassade” di Henri Meilhac, su libretto di Victor Léon e Léon Stein.
Salutata da uno straordinario successo sin dal suo debutto a Vienna nel 1905, “La vedova allegra” (Die lustige Witwe), considerata l’operetta per eccellenza, resiste in forma smagliante da più di un secolo, attraversandolo indenne, con oltre un milione di repliche in tutto il mondo.
La storia, ambientata in una scintillante Parigi di inizio ‘900, mescola con perfetto equilibrio tutti i temi classici del genere mentre la sua forza risiede in una sorta di invito alla leggerezza, con un divertente e vorticoso gioco di seduzione della trama che si snoda attorno alla ricerca di un marito (rigorosamente pontenevrino) per tutelare l’immenso patrimonio di Hanna Glawari, vedova del facoltoso banchiere di corte del Pontevedro, tutto ciò perché il denaro rimanga in patria; sarà il compito dell’ambasciatore del Pontevedro a Parigi, il Barone Zeta, aiutato nelle sue trame dal cancelliere Njegus (vero deus ex-machina della vicenda), quello di trovare un marito all’ex consorte dell’uomo d’affari mentre le vicende, che si dipanano tra intrecci e travagliati equivoci saranno tutte connesse all’argomento amore che, a lieto fine, finirà col prevalere sull’arida tematica del danaro.
Al Teatro Vittorio Emanuele la sera di venerdì 31 maggio, in replica il 2 e il 4 giugno, si è avuto il piacere di assistere a un gran bell’allestimento, messo insieme grazie alla produzione dell’Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina e di apprezzare tutte le componenti che vi hanno dato vita a cominciare, naturalmente, dagli interpreti: Maria Francesca Mazzara (la vedova Hanna Glawari), Federico Veltri (nel ruolo di Danilo Danilowitsch), Manuela Cucuccio (interprete di Valencienne), Marco Miglietta ( Camillo de Rossillon), Paolo Buffagni (il barone Zeta) e la singolarità, davvero frizzante, della partecipazione di Giancarlo Ratti, nel ruolo di Njegus, che, caratterizzando brillantemente il suo personaggio, conquista la scena e il pubblico e che, con perfetto equilibrio, all’interno della trama “passa” l’attenzione agli altri interpreti.
Con particolare sensibilità artistica, Maria Francesca Mazzara ci offre un’eccellente interpretazione della romanza “Un dì tra le rocce una Vilja vivea”, momento tra i più suggestivi dello spettacolo, piena di brio l’atmosfera della celebre marcia “È scabroso le donne studiar” come di grande impatto il famoso duetto “Tace il labbro” tra Hanna e il conte Danilo Danilowitsch .
La regia di Victor Carlo Vitale conferma quanto già nelle sue note egli stesso aveva anticipato: “ Ho pensato sia allora utile, coerente, rendere la messa in scena più scarna possibile, essenziale, per poi, man mano che la situazione va’ via via risolvendosi, arricchirla e aggiustarla. Perché poi, alla fine, i ritmi del valzer che rilascia endorfina e quindi buon umore, il can can che è gioia, le belle arie romantiche di “Tace il labbro” fanno sì che tutto si aggiusti: stiamo parlando di un’operetta e non di un dramma.”
Meritato plauso all’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele in splendida forma ed egregiamente diretta dal M° Giuseppe Ratti che, nella conferenza stampa di presentazione di mercoledì 29, aveva dichiarato: “Sono sempre molto felice di tornare a Messina dove so di poter lavorare bene. In questo caso sono doppiamente felice perché ho debuttato 30 anni fa con “La vedova allegra” e per me è come ritornare, tra virgolette, “bambino” – e ancora – “La vedova allegra” è il capolavoro dell’operetta, uno spettacolo non semplice ed è molto complesso dal punto di vista musicale, io parlo appunto da musicista, e in questa operetta c’è veramente tutto dal punto di vista proprio della musica. Ci sono delle melodie straordinarie, ognuno di noi esce dal teatro cantando “È scabroso” e ci rimane dentro, come quando sentiamo nella Quinta di Beethoven il tema del destino che bussa alla porta… succede proprio la stessa cosa, una melodia che ti entra dentro…”
Sempre nella stessa conferenza il direttore artistico, Matteo Pappalardo, aveva evidenziato: “La vedova allegra”, che tra l’altro è un mio pallino, è una nostra produzione, un nostro allestimento che si spera abbia un gran seguito per poter continuare a fare una produzione di operette che io non considero assolutamente un genere “minore” ma un genere molto importante – aggiungendo che – l’operetta è un genere in cui qualunque cosa non vada bene spicca subito ed ha dei tempi, dei ritmi che sono difficilissimi da tenere: cioè fare un’operetta e un’operazione complessa, difficile almeno quanto un’opera”.
Fantastici i costumi, belle ed accattivanti le coreografie delle danze a cura di Eugenio Dura e Silvia Di Pierro, prima ballerina del corpo di ballo, come anche un punto di forza è stato il contributo del Coro Lirico “Francesco Cilea”, diretto da Bruno Tirotta; un bel gioco di squadra che premia e valorizza tutte le componenti e maestranze locali che hanno reso possibile gli ottimi risultati raggiunti in tutta la stagione.
Applausi ed ancora applausi dal pubblico sul ritornello riproposto sul finale con la celeberrima “E’ scabroso le donne studiar”, applausi che rendono merito all’intensa attività profusa dall’Ente che si esprime anche attraverso i concreti risultati perseguiti come il pareggio di bilancio per il 2018 e come anche attraverso una rinnovata apertura del Teatro verso la città, verso i suoi talenti e le sue infinite potenzialità. Con tale prospettiva è stato lanciato “Play the game”, il Talent con l’obiettivo di costituire un laboratorio creativo permanente che, intercettando le sinergie del settore nel nostro territorio, conduca alla costituzione di una compagnia del teatro con una propria capacità produttiva ed il coinvolgimento, ad ampio spettro, degli imput che possono giungere dal territorio.
“La vedova allegra”
Operetta in tre atti di Franz Lehár
su libretto di Victor Léon e Leo Stein
tratto dalla commedia “L’Attacché d’ambassade” di Henri Meilhac
TEATRO VITTORIO EMANUELE
Spettacoli:
Venerdì 31 maggio ore 21.00
Domenica 2 giugno ore 17.30
Martedì 4 giugno ore 21.00
Prezzi: Platea e I Palchi 60 euro (ridotto 51 euro)
Prima Galleria e II Palchi 40 euro (ridotto 34 euro)
Seconda Galleria 15 euro (ridotto 12,75 euro)
Biglietti ridotti entro il 26° ed oltre il 65° anno di età
I costi non includono il diritto di prevendita.
Si comunica agli spettatori che l’acquisto del biglietto conferirà, recandosi al botteghino del Teatro Vittorio Emanuele con il titolo acquistato, il diritto all’acquisto di un ulteriore biglietto al costo di € 3,00 nello stesso settore fino ad esaurimento dei posti disponibili.
La particolare promozione sarà valida anche per gli spettatori già in possesso del titolo d’ingresso.
Personaggi Interpreti
Hanna Glawari Maria Francesca Mazzara
Danilo Danilowitsch Federico Veltri
Valencienne Manuela Cucuccio
Camillo de Rossillon Marco Miglietta
Mirko Zeta Paolo Buffagni
Cascada Alessandro Vargetto
Raoul de Saint Brioche Riccardo Palazzo
Bogdanowitsch Alberto Crapanzano
Kromow Davide Scigliano
Olga Francesca Morabito
e con la partecipazione straordinaria di Giancarlo Ratti nel ruolo di Njegus
Praskowia: Eleonora Minutoli, Sylviane: Stefania Campicelli; Pritschitsch: Marcello Siclari
Grisettes: Milena Calarco, Maria Antonietta Corradino, Martina Decaria, Federika Gallo, Sara Palana, Caterina Verduci
Direttore: Giuseppe Ratti
Adattamento, regia e Luci: Victor Carlo Vitale
Costumi: Sartoria Pipi
Coreografie e Aiuto Regista: Eugenio Dura
Aiuto Coreografo: Silvia Di Pierro
Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele
Coro Lirico “Francesco Cilea” diretto da Bruno Tirotta
Maestro sostituto e al pianoforte: Gian Rosario Presutti
Maestri collaboratori: Francesco Maesano, Salvatore Messina, Oriana Celesti
Allestimento: Taormina Opera Stars
Produzione: Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina