La fine di Morrisey

Morrisey, l’ex cantante degli Smiths, ha cancellato il tour in America Latina per mancanza di fondi. I soldi non sono l’unico problema per l’artista britannico, si parla anche di gravi problemi di salute

 

È questa la fine di Morrissey?” si chiede Andrew Harrison sul Guardian. Dopo un complicatissimo biennio in cui ha cancellato diverse esibizioni in giro per il mondo, Steven Patrick Morrissey, meglio conosciuto solo come Morrissey, ha cancellato anche le date del tour in Sudamerica: «Il tour in America Latina è stato cancellato per mancanza di fondi», ha scritto lui stesso su True to you, il sito gestito dai suoi fan.

Morrisey ha gravi problemi di ulcera ma anche molti problemi economici: nessun disco uscito dal 2009, nessun contratto discografico, la sua unica ancora di salvezza rimanevano i concerti. Ma sta buttando al macero anche quelli. Secondo Harrison il responsabile di questo strano isolamento è lo stesso cantante. Nel 2004 sembrava che con l’album You are the Quarry, che nel Regno Unito ha venduto 350mila copie, potesse risollevare la china verso una nuova splendida carriera, ma Morrisey ha pensato bene di lucrare l’impossibile con una serie infinita di greatest hits, edizioni limitate e album dal vivo. Dopo “You Are the Quarry” gli album registrati in studio sono solamente due: Ringleader of the Tormentors del 2006 e Years of Refusal del 2009.

Il suo carattere, poi, è diventato ancora più irascibile e collerico: ha paragonato la strage di Utøya ad una giornata da KFC, acronimo di Kentucky Fried Chicken, il famoso pollo fritto americano; ha descritto i cinesi come “una sottospecie” e ha incolpato la famiglia reale per il suicidio dell’infermiera Jacintha Saldanha. Nulla a che vedere con il personaggio fuori dalle righe che diceva “il reggae fa schifo” e invitava a ‘cuocere’ Bernard Matthews nel singolo Sheila Take a Bow. Harrison conclude con un consiglio: «Forse la sua autobiografia, o un nuovo disco, lo aiuteranno a uscire da questo recinto di autoreferenzialità».

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