In programma al Teatro Vittorio Emanuele di Messina lo spettacolo degli Oblivion che, venerdì 7 e sabato 8 febbraio, vedrà sul palco protagonisti Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli.
Una comicità intelligente, colta, mai grassa, senza farcitura di parolacce e doppi sensi sguaiati. Ormai una rarità, lo spettacolo degli Oblivion, fantasioso, creativo senza il bisogno di ricorrere ad effetti speciali, mostra l’artigianalità e l’arguzia del fare teatro.
La vicenda prende spunto dalla storia: siamo in Germania nel 1455, quando Johann Gutenberg introduce la stampa a caratteri mobili creando l’editoria e inaugurando di fatto l’Età Moderna, con tutto il seguito di implicazioni legate alla comunicazione e al libro che diventa un prodotto di mercato. Conscio della portata rivoluzionaria di questa scoperta, Gutenberg sta per scegliere il primo titolo da stampare. Al culmine della sua ansia da prestazione bussa alla porta della prima stamperia della storia un Signore. Anzi, il Signore. È proprio Dio che da millenni aspettava questo momento, per diffondere un romanzo autobiografico, che all’inizio non promette molto a cominciare dal nome del proprio autore “Dio”, troppo breve, e dal cognome “Padre Onnipotente”, troppo lungo. Il mano-scolpito, sulle tavole di pietra delle leggi, aspira ad essere un best-seller per cui l’autore non vuole soldi – fatto che lo rende molto appetibile a Gutenberg – ma chiede copie omaggio per ogni albergo e punto di ristoro nel mondo. Se libro dev’essere per eccellenza non potrà che intitolarsi “La Bibbia”, titolo che per altro non convince molto Dio.
Come affermato dagli autori Davide Calabrese, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli, “l’idea di raccontare come fossero andate le cose all’origine del mondo stuzzicava gli Oblivion da anni. Ad essere completamente onesti, stuzzicava solo la parte maschile del gruppo in quanto le due Oblivie, native della bassa reggiana, avevano in casa i quadri di Stalin a mo’ di santino. Noi tre Oblivi, invece, da ragazzi abbiamo frequentato con gioia le file della milizia di Gesù”. Un ripasso della Bibbia, forse non uno studio teologico, che lascia trasparire però una buona conoscenza e non solo un’infarinatura ad effetto.
Dal punto di vista della regia, Giorgio Gallione osserva che “c’è molto metodo e tanta follia. Ecco gli Oblivion. Cinque straordinari “filosofi assurdisti”, cinque rigorosi fantasisti (“l’immaginazione è più importante della conoscenza”, insegna Einstein), cinque ricercatori teatrali che usano il Comico come esercizio di intelligenza critica, di irriverenza; un’arma radiografica, acuminata e gentile, per togliere polvere e noia dal palcoscenico”.
Musicalmente, la scelta di Lorenzo Scuda è stata quella di non rivedere e correggere, storpiando canzoni altrui, ma di optare piuttosto per la scrittura di 22 brani originali dal barocco al rap, staccandosi dalla vena cabarettistica. “Ogni scena ha un suo mondo musicale, un suo sound di riferimento. Si susseguono citazioni e richiami a Cole Porter, Stephen Sondheim, Lloyd-Webber, al musical “Hamilton”, in un Trivial Pursuit completamente inutile in cui dare sfoggio di tutta la propria saccenza”.
Teatro Vittorio Emanuele:
Venerdì 7 febbraio 2020, ore 21:00 – Turno A
Sabato 8 febbraio 2020, ore 17:30 – Turno B
OBLIVION
in
LA BIBBIA RIVEDUTA E SCORRETTA
scritto da Davide Calabrese, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli
con gli Oblivion
Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni
Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli
musiche di Lorenzo Scuda
coreografie Francesca Folloni
luci Aldo Mantovani
scene e costumi Guido Fiorato
regia Giorgio Gallione
produzione Agidi
durata: 1 ora e 50 (atto unico)