Jessica Pratt, stella della lirica mondiale, incanta il pubblico catanese al Bellini International Context

La stupenda Jessica Pratt, stella del belcanto, incanta il pubblico catanese della Villa Bellini nel concerto di arie d’opera dedicato a Bellini. Il “Bellini Revolution”, dedicato anche alla memoria del noto musicologo etneo, nonché grande amico, Domenico De Meo, è stato prodotto dal Teatro di Massimo di Palermo per il Bellini International Context (terza edizione) e promosso dalla Regione Siciliana-Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo.

Catania: dopo il concerto inaugurale tenuto venerdì otto settembre al Teatro Bellini – apertura degli oltre trenta eventi belliniani organizzati, tra Palermo, Messina e Catania, da Regione Siciliana e teatri lirici delle tre città nonché dai rispettivi istituti musicali – la Villa Bellini è stato il suggestivo scenario del  “Bellini International Context“, concerto dedicato alla memoria del noto musicologo nonché grande amico Domenico De Meo, scomparso or è un anno.

La Villa Bellini è stata messa a disposizione dal Comune di Catania che collabora al Bic nell’ambito del Summer Fest.

Nella sera di sabato 9 settembre nel Piazzale delle Carrozze del giardino Bellini (uno dei parchi più antichi di Catania, di origine Settecentesca  appartenuto al principe Ignazio Paternò Castello di Biscari con il nome di Labirinto), si svolse il concerto “Bellini revolution” di arie d’opera e sinfonie belliniane. Protagonista una autentica fuoriclasse del belcanto italiano e soprattutto belliniano: ovvero la grande Jessica Pratt, soprano inglese acclamato nei maggiori teatri del mondo, di qua e di là dell’oceano atlantico. Basti pensare che reduce dal concerto di Palermo, a breve sarà al San Carlo per la “Beatrice di Tenda“. Sulla grandezza artistica della Pratt nulla di più si può dire di ciò che meglio di noi scrivono i critici musicali in Europa Americhe e Australia, patria della nostra artista, che consideriamo anche italiana per via di matrimonio e perchè ella ama sovente risiedervi. 

Il concerto è stato dovuto al supporto essenziale dell’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, venuta nella città natale del Cigno onde consentire la esibizione della Pratt. La direzione – per noi piacevolissima scoperta – è stata affidata alla decisa bacchetta di Manuela Ranno, giovane ma già affermata musicista trapanese che sta percorrendo negli recenti tempi le vie del successo con ampi e positivi riscontri, come altre note direttrici d’orchestra in voga negli ultimi anni. Ci preme ricordare agli attenti e interessati che Jessica Pratt, una autentica stella mondiale del belcanto attuale e per noi tra le massime interpreti della difficile vocalità belliniana (mai dimenticare che le parti di Elvira e delle altre eroine delle opere del nostro furono scritte appositamente per le voci di Giuditta Pasta, di Giulia Grisi, per ‘Enrichetta’ Henriette Méric-Lalande delle quali abbiamo solo testimonianze scritte) è tornata per la seconda volta a Catania: la prima fu il 4 febbraio 2020 – chi scrive era presente e ne scrisse per questa testata – in occasione di un bel concerto nella Chiesa di San Michele ai Minoriti organizzato da Alberto Munafò e Francesco Costa del Coro Lirico Siciliano. 

Che nella occasione belliniana del 9 settembre la Pratt sia stata a Catania tramite Palermo e con la orchestra della capitale dell’isola, non meraviglia: lo stesso Bellini vide Capuleti e Montecchi rappresentata a Palermo e non a Catania nella ultima visita in Sicilia nel 1832 ed a Palermo dimorava, oltre al mecenate Duca di San Martino del Pardo tramite il quale spiccò il volo per Napoli, una carissima brigata di amici capeggiata dal fraterno Filippo Santocanale, che poi tanto brigò per il ritorno delle spoglie del Cigno in Italia. 

Le arie che il soprano australiano ha donato al pubblico, accorso in massa (l’evento come tutti gli altri in programma, era ad ingresso gratuito: scelta indovinata stante i tempi di estrema crisi economica dell’isola) sono state tratte dalla Beatrice di Tenda, dalla Straniera, dai Puritani, da Norma, da La Sonnambula. Intervallate dalla sinfonia in Re maggiore, dal Capricco ovvero la Sinfonia per studio in Do minore, dalla sinfonia di Adelson e Salvini, che è praticamente quella del successivo Pirata, riveduta e corretta (sappiamo che Bellini, come molti all’epoca, amava riassettare i proprio pezzi sinfonico vocali e ripeterli nelle opere successive). L’eccellenza la voce spettacolare e dall’amplissimo registro, di superba pulizia e levità, la Pratt la raggiunse in “Qui la voce” dai Puritani, “Ah non credea mirarti” della Sonnambula e nel simpaticissimo bis finale, “Son vergin vezzosa“.

Nel giardino inaugurato nel 1880, quando nel 1873 l’altro alla Marina era stato intitolato a Giovanni Pacini, altro celeberrimo musicista catanese (lui di successo, Bellini entrato nel mito: e i miti o si amano o si odiano, è una laica “fede”) che prende il nome proprio da Vincenzo Bellini, mentre la decisa, pacata ma densa direzione della bella e suadente Manuela Ranno guidava la prestigiosa orchestra del teatro massimo di Palermo sulle partiture più note del belcanto belliniano, a noi venne in mente il maestro Giovanni Pennacchio che dalla collina della musica, li accanto al piazzale, per trenta anni nel Novecento diresse la banda comunale al suono sempre delle sinfonie belliniane: nello stesso piazzale si svolsero le feste belliniane estive degli anni Trenta, prima che la guerra spazzasse via tutto. 

E’ il cerchio che si apre e chiude alla bellezza, per una superba serata di belcanto che raramente si ascolta nella nostra Catania e con poche probabilità si ascolterà ancora di qualità così alta, nel futuro, data l’eccellenza dell’interprete. Il pubblico alla fine dell’ora e mezza di concerto, tributò abbondanti applausi alla Pratt, alla Ranno, all’Orchestra, con grande passione e partecipazione come difficilmente si nota nel settore. Noi che siamo attenti alla “dizione” acustica (specie all’aperto ove i rischi sono troppi) dobbiamo dire che la cura della amplificazione degli strumenti è stata più che buona, parimenti quella vocale, calibrata in maniera tale da non creare sbavature alla voce già possente e densa di colori di Jessica Pratt, degna erede di quella tradizione belcantistica che proviene dalla “stupenda” Joan Sutherland.  

Connettersi alla magia delle sette note è difficile, molti tentano pochi riescono: per Bellini è impresa ancora più ardita, poichè devesi superare Amore e Morte (ben lo testimonia Maria Malibran, che in quel vortice càdde). Ma se è vero che come in alto è così in basso per la bellezza dell’Armonia, allora le note di “Potria novel vigore Il pianto, il pianto mio recarti… Ma ravvivar l’amore Il pianto mio non può. Ah! non credea mirarti Sì presto estinto, o fiore;  Passasti al par d’amore, Che un giorno solo Che un giorno sol durò” le quali solo chi sa, possono commuovere fino alle lacrime quale voce del divino, si sono in questo caso espresse compiutamente, come un fiore che fecondato, si chiude per sempre.

Alla serata era presente il Sovrintendente del teatro massimo di Palermo Marco Betta, il commissario del teatro Bellini di Catania Daniela Lo Cascio ed altri ; presente la Legione Garibaldina comando per la Sicilia e la Real Casa d’Epiro delegazione di Sicilia e Malta.

Le feste belliniane nel cartellone regionale, continueranno per tutto settembre e sino al sei ottobre al Teatro Sangiorgi con l’omaggio dei compositori di Sicilia a Bellini, ove potranno ascoltarsi, tra le altre, pagine inedite di Joe Schittino e Giovanni Ferrauto.

Sul palco la soprano Jessica Pratt e Manuela Ranno studiosa di Direzione d’orchestra presso il Conservatorio “V. Bellini” di Palermo. La Ranno ha conseguito nel 2011 il diploma di Canto lirico e successivamente anche la Laurea specialistica di Canto rinascimentale e barocco, con lode e menzione d’onore. A gennaio 2021 è stata nominata Direttore musicale del Teatro di Tradizione Ente Luglio Musicale Trapanese.

a Cognita Design production
Torna in alto