Intervista allo scrittore, Giovanni Macrì

La toccante storia del pluripremiato poeta e scrittore, Giovanni Macrì.

Giovanni Macrì, poeta e scrittore quattordici libri pubblicati, tanto talento, da dove vogliamo iniziare questa intervista. I titoli dei suoi libri?

GIOVANELLI: 2015 – Dopo il buio della notte c’è sempre una nuova… ALBA, 2018 – Il fiore della vita – Il ritorno Di Sylar, ARMENIO: 2016 – Il coraggio e l’ardire, LEONIDA: 2017 – Dov’è Mihaly?, 2019 – Il venditore di fazzolettini, EDIZIONI ARMONIA: 2021 – 180/78, MONTAG: 2019 – Obsession – Delitto al parco, 2020 – Blood – Natale di sangue, 2021 – La maschera dell’ego Puzzle, 2022 – Delirio – Mosaico di sangue e veleni. Ma anche all’attivo più di 300 premi letterari nazionali e internazionali. Come impegno culturale…Presidente di sezione – “Racconti brevi” del premio “IMPAVIDARTE” 2018 2019, Direttore artistico del XII Premio “Poeta per caso” sez. giovani 2020, Direttore artistico del Premio Letterario Internazionale “Carmelina de Marco” 2021, Direttore artistico del XIII Premio “Poeta e narratore per caso scuola – 2021”, Direttore artistico del Premio “Marta e Grifone” 2022, Giurato in diversi concorsi letterari nazionali e internazionali, Accademico di Sicilia, dell’Accademia Federico II e dell’Accademia “Amici della Sapienza”, Redattore per la rivista on-line “La voce agli italiani”, Direttore artistico del XIV Premio “Poeta e narratore per caso scuola – 2023”, Direttore artistico del Premio “Maria Costa” – 2023.

La tua vita è stata sconvolta dall’incidente che tua figlia giovanissima ha subito e che ha travolto le vostre vite. Tu però definisci questo un inconveniente che ha dato a tua figlia tante opportunità. Ce ne vuoi parlare?

Per qualsiasi genitore, quando, nella frazione di un battito di ciglia, un figlio da normodotato diventa diversamente abile, tutto è naturalmente assai difficile e complicato. È come se ti venisse spenta la luce. Tutto è buio e impossibile da percorrere. Dapprima incredulità e ribellione, un vero shock… è un “lutto” che deve assolutamente, per sopravvivere, essere elaborato. I sogni di una giovanissima ragazza si sono infranti contro il muro della realtà. Realtà che non ci apparteneva. Ebbene, dopo due anni di analisi e, come dico sempre, grazie a mia figlia sono riuscito a non vederla più in carrozzina. Realizzando che sono stato molto fortunato rispetto a tutti quei genitori che hanno ricevuto la nefasta notizia che purtroppo il proprio figlio non ce l’ha fatta… è morto. La mia è VIVA! E posso continuare a vivere con e per lei! All’inizio sentivo massivo il peso della mia impotenza di medico davanti a qualcosa cui la “medicina”, ancora oggi, non può far nulla. Ma come mi disse un luminare del settore… “Tua figlia ha la fortuna di essere giovane… non sappiamo da qui a qualche anno che sviluppi possa avere la tecnologia informatica, meccanica o quant’altro, anche con l’utilizzo ottimale delle “cellule staminali”. Il 14 agosto 2011, a soli 22 anni, Roberta è rimasta vittima di un incidente automobilistico che l’ha resa paraplegica. Questo però, non l’ha fermata. Non si è arresa. Dopo il consolidamento in sala operatoria, della sua colonna vertebrale, in cui il midollo spinale purtroppo è rimasto tranciato in due, ha trascorso sei mesi nel centro riabilitativo di Montecatone, dove le hanno insegnato a vivere in maniera autonoma in carrozzina. È grazie anche a loro che deve la sua rinascita. Tornata a casa, realizzando che la vita era cambiata ha voluto informarmi su quello che un disabile in carrozzina potesse fare, e dopo aver visionato diversi video sulla danza in carrozzina ha deciso di cimentarmi in questo… “sport”.  E attraverso la sua grande preparazione tecnica, le sue coreografie, alla bellezza, al saper vedere, alle emozioni Roberta educa gli altri. La sua carrozzella con lei diventa arte e parte integrante della coreografia, un tutt’uno armonico con il corpo e la musica, non applausi di pietà con lei (non li vorrebbe affatto!), ma applausi e riconoscimenti in tutta Italia, per la professionale sapienza ed evoluzione, attraverso la danza, di promozione di una cultura nuova per la qualità della vita delle persone differentemente abili. Non contenta di ciò, si cimenta in un altro sport: il “Para Powerlifting”, dove in poco tempo riesce ad assurgere a livelli impensati. Mietendo medaglie d’oro, per la sua categoria, ai Campionati Italiani della FIPE, Coppa Italia e Regionali. E ancora… organizzatrice di eventi dimostrativi nelle piazze (come “Un giorno in carrozzina” o “ViviAMO insieme – la disabilità non è un mondo a parte, ma parte del mondo”) per sensibilizzare le Amministrazioni Comunali e i cittadini su come non inserire gli ostacoli che l’uomo ignorante ancora oggi mette innanzi al loro procedere.

E ancora: presentatrice, influencer, esperta a titolo gratuito del comune di Barcellona P.G. e di Terme Vigliatore (ME) per l’abbattimento delle barriere architettoniche, attrice figurante a Forum e in un servizio alle Iene… insomma un tornado inarrestabile che continua le sue battaglie a che anche altri nelle sue condizioni possano realizzare, come grida lei al mondo intero: “Che tutto è possibile, basta volerlo!”. Una rinascita dalla quale parte un messaggio di speranza per tutti.

Qual è secondo te il senso profondo del “mestiere di poeta”?

Beh! Giustamente virgolettato! Infatti, non è un “mestiere”, bensì una sublime arte. Il poeta con i suoi versi, dettati da una spinta emotiva, da un sentimento verace, cerca di esternare il proprio pensiero, la propria energia facendo sì che le parole si dispongano secondo un’inequivocabile armonia che porta il lettore in un mondo onirico o suggestivo dal quale, come fosse una droga, una volta venutone fuori… voler ritornare.

Descriviamo insieme per sommi capi le trame dei tuoi libri?

Forse perché inevitabilmente segnato dall’incidente occorso a mia figlia, ho iniziato a scrivere di lei, della sua storia… di noi catapultati in una realtà che non ci apparteneva, in un mondo ignoto dove non bisognava aver paura, ma vivere attimo per attimo ben guidati dai professionali “maestri”, come li ho sempre definiti io, della struttura riabilitativa di Montecatone (Imola) … colleghi, infermieri, OSS, fisioterapisti e tutti gli operatori che ruotano attorno a essa e che ci hanno fatto sentire delle persone e non degli anonimi numeri. Infatti il mio primo elaborato, poi editatomi dalla Edizioni Giovannelli, parla proprio dei sei mesi vissuti in quella struttura. Da lì, la mia penna non si è mai più fermata, trattando argomenti a tema sociale… autismo, bambini soldato della Sierra Leone, baby prostitute, sindrome di Down, emigrazione degli Italiani in America e di extracomunitari in Italia. Ho scritto romanzi, fiabe, poesie in lingua e in vernacolo, anche racconti sempre in lingua e in vernacolo. Infine mi sono inventato un personaggio… un detective della “Squadra Omicidi”: Cristhopher Molina. Sono già al ventiseiesimo episodio e la casa editrice Montag di Tolentino (MC), che ha preso a cuore i miei scritti, me ne edita due ogni anno con scadenze semestrali. Otto già editati in quattro anni. Cristhopher Molina è un rodato detective, ormai da più di vent’anni nella “Squadra Omicidi” della città di Asheville in North Carolina (USA), si trova davanti a dover risolvere degli intricati casi. I delitti sono perpetrati ai nostri giorni e il nostro detective con dedizione, astuzia, esperienza, sagacia, abnegazione e a volte anche un pizzico di fortuna, riesce a dar giustizia e pace alle vittime di efferati e vili delitti e alle loro famiglie. Come un segugio che fiuta la sua preda, lui dà la caccia, senza mai fermarsi, a questi spietati assassini, coadiuvato dai suoi colleghi, dall’amico anatomopatologo dottor Brown al quale per avere delle informazioni in anteprima deve portare delle ciambelle (Donuts) comprate rigorosamente al “French Broad Chocolate Lounge”. Ma anche molti altri ruotano attorno: lo sceriffo e amico Frank Torwell, il capo della Squadra omicidi… il capitano Gordon Parker (ambizioso e politicante), Owen Coleman sindaco di colore, il vice procuratore Steven Cunningham, i colleghi Pedro Navarro, Steven Jenkins e William Schmidt e il suo amico Sam Craig, anche sposato… amante del gentil sesso. Emil Gutierrez venditore ambulante di Hot-do, Amelia Carter giornalista della “UrTv”! Due grandi amori ha nella sua vita: la moglie e il lavoro e dovendosi dividere tra questi, forse a volte, molto spesso, antepone quest’ultimo alla sua amatissima moglie. La moglie, persona molto intelligente, però comprende bene il mestiere e la dedizione del marito che ha verso questo, che per lui è una missione. Ha tre piaceri: il caffè espresso della macchinetta e non il “beverone che solitamente i colleghi preparano, i suoi mezzi sigari (5/6 al giorno) e la musica country. La sua auto è una vecchia Chevrolet Malibu dell’83. Lui è un poliziotto vecchi stampo… annota tutto sul suo taccuino e non è assolutamente avvezzo alle tecnologie moderne. Per queste ci pensa il suo amico e collega Sam Craig che è un esperto di computer.Altri personaggi che ruotano nelle indagini sono i colleghi della scientifica e lo psicologo forense dr. Harrison che, quando chiamato, stila un profilo dell’omicida.

Con quale poesia sei stato premiato di recente?

Una poesia cui tengo parecchio perché dedicata a una ragazza vittima, a soli 17, anni di mafia: Graziella Campagna. Questa poesia è stata premiata al primo posto al 1° Concorso internazionale di poesia “Memorial dott. Salvatore Davì – 2022”, organizzato dall’Associazione Culturale Billeci. Ecco la lirica in lingua siciliana-vernacolo messinese. 12 dicembri 1985 Ciuri inviulatu, ‘ḍḍa sira avii sulu dicissett’anni

quannu du‘ omini sdisonurati, cu tanti inganni,

ti purtaruntaḍḍu spirdutuFurtinu Campuni

pi ‘mmazzariti senza pietati e senza indicisiuni.

Cusapi supra a ‘ḍḍa machina quantu avisti a grirari

vidennu ca ‘a via versu casa nun annava a jittari.

Sutta na pioggia infinita, longu na strata stirrata,

luntanu ‘i uocchi canusciuti e sutta na luci vilata,

cincu corpai lupara li ‘nfami ti spararu

e pi nun aviri dubbii cu fari sicuru miraru.

Tu vulivi scappari comu na farfaḍḍa,

ti curperu brazzu, pettu, panza e spaḍḍa.

L’urtimu fu ‘ntâ testa, pi sicurizza

d’aviri eliminatu ‘u prublema cu cirtizza!

Avisti sulu ‘a curpa, anima ‘nnuccenti,

stirannuntô travagghiu cu mani sapienti,

‘i vìdiri ‘u libbriceḍḍuill’ingegneri Cannata

e pi chistu fusti a morti cunnannata.

T’attruvaru dopu duiorna ‘i scuru

cu nu brazzu ‘mpuiatu contra nu muru.

Eri na carusa china ‘i spiranzi e ‘i vita

muristi lorda e niura manu malavita.

Cu ‘mbrogghi, mucciatini e diviazzioni

circaru ‘i cummogghiari ‘a to’ esecuzzioni.

Ma ‘a famigghia, to’ frati Petru ‘u carrabbineri,

mai si persiru d’animu circannu sempri cu misteri

‘i daritidda giustizzia ca miritavi e nunddu scempiu,

pirchì ‘i certu ‘a to’ morti fussi pi tutti d’esempiu.

Fusti vittima mafia, gigghiu jancu,

uora riposa ‘ntâ paci cu l’autri ianciuli a fiancu.

 

12 dicembre 1985

Fiore inviolato, quella sera avevi solo diciassette anni

quando due uomini senza onore, con tanti inganni,

ti hanno portato in quello sperduto “Fortino Campone”

per ammazzarti senza pietà e senza indecisione.

Chissà su quella macchina quanto avrai gridato

vedendo che la via verso casa non era quella.

Sotto una pioggia infinita, lungo una strada sterrata,

lontano da occhi di conoscenti e sotto una luce velata,

cinque colpi di “lupara” gli infami ti hanno sparato

e per non avere dubbi, con attenzione hanno mirato.

Tu volevi scappare come una farfalla,

ti hanno colpito braccio, petto, pancia e spalla.

L’ultimo fu in testa, per sicurezza

di avere eliminato il problema con certezza!

Avesti solo la colpa, anima innocente,

stirando nel lavoro con mani sapienti,

di vedere il libretto dell’ingegnere Cannata

e per questo sei stata a morte condannata.

Ti hanno trovato dopo due giorni di buio

con un braccio poggiato su di un muro.

Eri una ragazza piena di speranze e di vita

sei morta per la sporca e nera mano della malavita.

Con imbrogli, occultamenti e deviazioni

hanno cercato di coprire la tua esecuzione.

Ma la famiglia, tuo fratello Pietro, il carabiniere,

mai si sono persi d’animo cercando sempre con impegno

di darti quella giustizia che meritavi e non quello scempio,

perché di certo la tua morte fosse per tutti di esempio.

Fosti vittima della mafia, giglio bianco,

ora riposa in pace con gli altri angeli a fianco.

Raccontaci quali sono le tue fonti d’ispirazione e cosa ti fa emozionare ancora?

La mia fonte di ispirazione è… la vita. Gli accadimenti quotidiani, piccoli o grandi che siano. Poi anche tanta fantasia di mio. Tutto della natura riesce a emozionarmi. Come lo era per il Leopardi nella sua lirica: “L’infinito”, quando scriveva… e come il vento odo stormir tra queste piante, io quell’infinito silenzio a questa voce vo comparando. Riesce a emozionarmi un animale che accudisce il proprio piccolo. Un atleta che spingendo al massimo i propri limiti riesce nell’impresa prefissatasi. Mi emoziona vedere gli occhi di mia figlia! Ma anche mi emoziona tantissimo condividere qualcosa di mio con le persone che mi stanno vicino, ricordare i miei genitori, le persone a me care che purtroppo non ci sono più, vedere una foto, magari in bianco e nero e volare con il pensiero a momenti della mia fanciullezza.

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