Intervista alla scrittrice Giovanna Fileccia

Giovanna Fileccia  ed il suo terzo libro “Marhanima” poesie anelanti la serenita’: Terrasini ha la sua poetessa ufficiale!

Giovanna cuore ferito, Giovanna cuore anelante alla pace, Giovanna cuore poetico e aggiungi tu come ti definisci?

“Chiara, le prime due definizioni mi rappresentano e, in un certo senso, sono incastrate l’una con l’altra: le ferite che ho nel cuore cercano, anelano, una parvenza di serena pace. E questo è un fatto.  Il cuore poetico anch’esso mi rappresenta e negli anni ho imparato a fare in modo che la sensibilità sia mia alleata. Oggi il cuore poetico mi aiuta ad accogliere e accettare le dolorose ferite, ma soprattutto a non soccombere alla bruttura, alla cattiveria gratuita di chi vuole ferirti a tutti i costi. Chiara, ho pensato a lungo a un’altra definizione da aggiungere alle tue, me ne sono arrivate tante ma nessuna veramente incisiva. Sono grata al mio cuore, lui balza, procede!”

Giovanna che scrive poesie per sensibilizzare molte persone alla riflessione ed anela ad un mondo pieno d’amore…?

“L’amore è la meta che ogni essere rincorre che sia la tenerezza di uno sguardo o la carezza di un raggio di luna. Io cerco di divulgare l’amore a modo mio e a più livelli: da oltre dieci anni mi adopero nel dare un messaggio ambientalista e di rispetto per la natura non solo con le parole ma anche attraverso la mia arte materica e di scultura. Cerco di portare un messaggio di amore universale che come dico in “Marhanima” faccia sì che il cuore umano batta in sincrono con il nucleo del cosmo. E poi l’amore per il nostro prossimo con quel pizzico di empatia che fa la differenza per capire e comprendere chi hai di fronte. E l’amore passionale, filiale, amicale. E poi c’è l’amore più difficile, quello per sé stessi, poiché se ti vuoi bene, vuoi il bene del Tutto che ti attornia. Questo è un tasto molto delicato: amare se stessi vuol dire conoscersi e stimarsi e, di conseguenza, rispettarsi, vuol dire dialogare con quel nucleo di sole che hai al centro del petto. La mia poesia Essenzialmente io parla proprio di questo amore del sé che poi diventa amore del noi”.

MARHANIMA è il tuo terzo libro, un poema che racconta l’anima del mare…il mare molto presente nella tua vita e nelle tue liriche. Il mare che ti ha lasciato tanti ricordi?

“Marhanima testo poetico e opere tridimensionali di Poesia Sculturata” è stato pubblicato da Ed. Simposium nel 2017 ed è un libro particolare. È un poema di circa seicento versi diviso in ventidue strofe con una struttura narrativa che ne fa un testo simile a due montagne unite al centro: una montagna svetta in alto e una si inabissa nel mare. Il compianto Soprintendente del Mare e Assessore Sebastiano Tusa nella sua prefazione a Marhanima afferma quanto segue: “il poeta riesce a scavare più in fondo di noi e trovare il mistero vero che noi archeologi non potremo mai svelare: il mistero della vita che dall’acqua si genera nei miliardi di variabili entità di cui il pianeta è ricco.” Io mi rivedo nella descrizione del prof. Tusa poiché in Marhanima ho scavato dentro i ricordi passati del mondo tutto: della terra che subisce e regala, del cielo che piange e accoglie, dei faraglioni fermi nel loro onore, ma anche del genere umano così volubile, criptico e pieno di contraddizioni. Attraverso il fluire dell’onda, il mare stesso si arrabbia, chiede, risponde, osserva. Marhanima narra il presente e spinge verso la certezza del futuro. Il titolo l’ho ideato respirando le particelle salate dei cavalloni, toccando i granelli di sabbia, odorando le alghe e assaporando il riccio dagli aculei spinosi che ha per casa il mare”.

Qual è la storia di questo libro come nasce l’idea?

“Marhanima è come se l’avessi avuto sempre dentro di me. È nato dalla raccolta di manciate di sabbia nelle spiagge, dall’osservare il mare e dialogare con esso. Ho cercato di ascoltare ciò che aveva da dirmi.  È il libro che, a oggi, maggiormente mi rappresenta poiché al suo interno oltre al testo poetico, contiene le sculture che dal 2013 realizzo e che ho chiamato “Poesia Sculturata”. Marhanima non sarebbe mai nato se prima non avessi pubblicato i due libri precedenti [Sillabe nel Vento (2012), La Giostra dorata del Ragno che tesse (2015) Ed. Simposium]. È come se questo volume chiudesse un cerchio per aprirne un altro: rappresenta la continuità del numero 8 che ha, però, un punto aperto verso l’esterno, una via affinché il percorso devii e si evolva. Dal 2017 con Marhanima ho allestito mostre, laboratori, presentazioni. Sono invitata nelle scuole e in convegni per raccontare la circolarità del mio creare nel rispetto dell’ambiente.  Recentemente ho partecipato a “Il Maggio dei Libri 2021” perché Marhanima si incastra perfettamente al verso della Divina Commedia di Dante Alighieri, tema di quest’anno, che recita: L’amor che move il sole e l’altre stelle. Il video è disponibile sul mio sito https://giovannafileccia.com/2021/05/21/marhanima-a-il-maggio-dei-libri-2152021-video/ e sui miei canali social”.

Luglio sarà per te un mese impegnativo; incontrerai, tra l’altro, il pubblico ai CANTIERI della Zisa che come sappiamo ormai da un paio di anni si prestano per convegni, esposizioni, presentazioni. Come ti prepari a questo incontro?

“Sono in procinto di ricominciare a incontrare il pubblico in presenza. Nonostante la pandemia non mi sono affatto fermata nel divulgare cultura e, oltre che scrivere, ho sperimentato nuovi modi di comunicare on line. Nei mesi estivi che verranno, con le dovute cautele, presenzierò in eventi culturali e artistici, alcuni dei quali vedranno protagonisti sia i miei libri di poesia che il mio ultimo romanzo “Oggetti in terapia” (Edito da Scatole parlanti).  Una delle tappe sarà proprio Palermo ai Cantieri Culturali alla Zisa, infatti negli spazi aperti della sede di Skenè venerdì 9 luglio alle ore 18:00, incontrerò i lettori. È sempre bello per me ritornare ai Cantieri, ho già svolto da Skenè attività con i bambini e con gli adulti, laboratori, letture, interviste. Ogni volta ritrovo un’atmosfera che mi ammalia. Quel pomeriggio, al quale vi invito fin da adesso, con Rosanna Maranto, direttore del centro polifunzionale, parlerò di Marhanima, ne reciterò alcune strofe, risponderò alle domande del pubblico presente e interpreterò le poesie d’origine, quelle che mi hanno ispirato le opere di Poesia Sculturata.  A proposito durante l’incontro sarà inaugurata anche la mia mostra, esporrò una decina di sculture che rimarranno da Skenè fino al 16 luglio”.

Nelle tue presentazioni inserisci anche realizzazioni  che nascono dalla tua fantasia e che sono legate al tema di cui ti occupi in quel preciso momento. Ci vuoi ricordare anche con una foto una tua accorparazione artistica tra poesia e scultura?

“La fantasia è uno strumento che rende entusiasmante e mirabile il quotidiano. Io attingo alla fantasia a piene mani nel vero senso della parola poiché sono poche le idee che mi arrivano a rimanere astratte. Arriva l’idea, la pondero, la immagino a fianco alla poesia che mi è stata d’ispirazione, e poi la realizzo. E a quel punto la magia del “fare” dà vita a una Poesia Sculturata. Questo genere di scultura è di mia invenzione, ne hanno scritto in tanti e mi stupisco sempre dell’interesse che suscita.  Lo scorso anno ne ho parlato anche nell’intervista che ho rilasciato a te Chiara: tra le domande mi chiedevi di esporre ai lettori del Globus questa nuova arte polimaterica. Riporto il link dell’intervista https://www.globusmagazine.it/giovanna-fileccia-la-coffa-simbolo-della-sicilia/#.YLsUBvkzbIU .  Come da tua richiesta allego un’immagine che ritrae una mia opera, ho scelto la Poesia Sculturata INCANTO tratta dall’omonima poesia e presente in Marhanima con questi versi: “E saltello tra reti che impigliano emozioni. L’anima del mare accoglie sabbia e il petto si fa corazza che protegge, mentre”. Chiara ti rinnovo la mia stima e ti ringrazio per l’attenzione che di nuovo mi hai riservato!”.

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