Intervista al professore, scrittore e libero pensatore milanese, Martino Mora

Martino Mora: “Non cerco mai dinfluenzare i ragazzi nelle loro convinzioni, ma semmai di offrire il metodo del rigore e della chiarezza intellettuale. In quanto uomo di pensiero, invece, mi accontento di scrivere alcune verità e di testimoniarle personalmente. Di recente è stato uno dei relatori del congresso su Joseph De Maistre un grande del pensiero la cui ”visione profetica” è oggi più attuale che mai.

Professore Mora, perché il pensiero di Joseph De Maistre è così attuale?

Il pensiero di De Maistre è sempre attuale perché in maniera davvero profetica egli ha affermato, sin dagli ultimi anni del XVIII secolo, la natura sovversiva, “satanica”, dell’epoca moderna, che egli identifica con il termine di Rivoluzione. Alla quale egli oppone il suo contrario, la Controrivoluzione. La Rivoluzione è per De Maistre un processo che precede la Rivoluzione francese, affondando le sue radici nel protestantesimo individualista e quindi nichilista, che il pensatore savoiardo chiama “solvente universale”, nonché nello spirito fanaticamente antireligioso dei Lumi settecenteschi. Allo stesso modo questo processo sovversivo continua dopo la Rivoluzione francese, spingendosi molto oltre. Se fino a pochi anni decenni orsono ancora molti potevano ritenere esagerata l’ analisi demaistriana della modernità, la dissoluzione permanente che la società occidentale ha oggi chiaramente imboccato ce ne fa percepire l’esatta natura profetica.

Maistre presta molta attenzione alla figura del Papa: il Papa serve a mantenere, afferma Maistre, l’unità della cristianità anche in zone più periferiche. Si può affermare, secondo te,  che il Papa attuale possa essere colui che mantiene unito lo spirito cristiano in tutto il mondo?

Ovviamente, no. Se usiamo la terminologia demaistriana, possiamo affermare che la Rivoluzione, “satanica” nella sua essenza, è entrata da tempo nella Chiesa cattolica e trova proprio con Bergoglio, adoratore dell’idolo Pachamama, la sua compiuta manifestazione, nel senso di completa sovversione dei fini della Chiesa. D’altronde sarebbe ingiusto confondere il frutto, che è Bergoglio, con l’albero, la Chiesa uscita dal Concilio Vaticano II. Di quest’albero sono frutto tutti gli ultimi pontefici, dal 1958 o almeno dal 1963 in poi. Bergoglio si è soltanto spinto oltre ai suoi predecessori nella strada imboccata già da loro, il neomodernismo antropocentrico. Ovviamente questo non sminuisce le responsabilità del prelato argentino. Deve solo essere chiaro che la crisi della Chiesa non inizia nel 2013, ma molto prima. L’autorità papale di cui parlava De Maistre era invece quella dell’ortodossia cattolica, non certo quella del modernismo. Era quella fedele a Dio, non a Pachamama.

Secondo il diritto naturale la libertà e l’autorità, hanno origini spirituali dunque Maistre è contrario  a ogni forma di sovranità. Chi sono, secondo te,  i nuovi “sovrani” che  hanno leso la libertà naturale che ogni uomo e donna possiede fin dalla nascita?

La sovranità alla quale De Maistre si oppone è quella puramente laica, senza radici né fini trascendenti. La sovranità dello Stato moderno, laico, mondanizzato e de-spiritualizzato. Non si oppone invece alla sovranità, monarchica e sacrale, della società tradizionale, che difende con forza. Proprio per questo, la sua raffinata capacità di analisi lo spinse a vedere nello Stato dei sovrani assoluti del XVII e XVIII secolo l’antesignano dello Stato rivoluzionario, nemico dei corpi sociali intermedi e dei radicamenti territoriali. De Maistre non è assolutamente un nazionalista o uno statalista, cosa che lo distingue nettamente anche dai fascismi novecenteschi. In quanto ai “sovrani” odierni nemici della libertà, il più potente, anzi onnipotente, è senza dubbio la plutocrazia occidentale, quell’immenso potere del denaro, dell’economia e della finanza che oggi tutto muove e tutto governa. E al quale la classe politica si prostra costantemente. Ne abbiamo prove continue: dal green pass al Pnrr, dal “ce lo chiede l’Europa” alla prostrazione totale e invereconda agli interessi degli Stati Uniti d’America”.

Molto spesso ti hanno invitato ad esporre i tuoi pensieri sulla morale, sui giovani, sulla sessualità. Tu che sei a diretto contatto con tanti alunni ogni giorno, che ragionamenti  hai fatto e che  “battaglie” ti sei imposto di affrontare e vincere?

Poiché il mio compito è quello di insegnare storia e filosofia alle giovani generazioni, cerco di trasmettere il sapere, oggettivamente ma con senso critico. A differenza di alcuni miei colleghi che considerano la scuola luogo di ideologizzazione permanente (sempre all’insegna del pensiero unico e del politicamente corretto), non cerco mai di influenzare i ragazzi nelle loro convinzioni, ma semmai di offrire il metodo del rigore e della chiarezza intellettuale. In quanto uomo di pensiero, invece, mi accontento di scrivere alcune verità e di testimoniarle personalmente.

Consigliaci cinque regole morali, sessuali, filosofiche che  ci aiutano ad affrontare nel migliore dei modi la vita?

Non mi ergo a maestro di vita. In tal senso rimando al Vangelo, dove si trova tutto ciò che cerchiamo. Se invece dovessi scegliere una sola massima di condotta, seguirei quella notissima, di Ezra Pound: “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui”.

Professore Mora, perché tanto astio hai scatenato da parte di persone del mondo della politica, dello spettacolo e all’interno stesso del tuo posto di lavoro?

Forse perché la civiltà deteriore nella quale viviamo non sa più accettare non solo la Verità Rivelata, che detesta profondamente, ma persino qualsiasi critica ai mortali pregiudizi che la conducono al nichilismo assoluto.

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