Intervista ai musicisti, Benedetto Buffa e Andrea Gerard Lutz

Credo che sia interessante elencare le curiosità che ci passano per la mente quando pensiamo a professionisti in generale ed oggi in particolare intervisteremo un musicista professionista. Benvenuto a Benedetto Buffa. Perché, Benedetto, sei diventato un trombettista?Partinico ed in generale ogni città, avrebbe bisogno di eventi del genere. La cultura è il futuro del mondo e dell’umanità. W LA BIST!!

“Ho sempre pensato che artisti ci si nasce non ci si diventa. La musica, come tutte le arti, nasce assieme a te e per tutta la vita resta parte del tuo essere. Nella mia famiglia la musica ha sempre avuto un rilievo non indifferente, a partire dal mio bisnonno Raffaello Buffa, il quale essendosi congedato con il titolo di trombettista dell’esercito, per un senso di appartenenza e di ringraziamento, nel 1898 diede vita alla fanfara denominata appunto “Fanfara di Partinico Raffaello e Nitto Buffa dal 1898”. Ad avvicinarmi alla tromba e al mondo musicale sono stati mio nonno Benedetto e mio padre (Raffaello Jr).  La tromba mi permette di esprimere i miei sentimenti più profondi. Io quando suono viaggio, ogni brano, ogni concerto che affronto è una nuova avventura, una nuova esperienza che mi lascia qualcosa dentro, mi riempie l’anima. Cito una mia frase: “La musica è dentro ognuno di noi. Per me è Vita!”.

A che età hai iniziato a studiare e i tuoi genitori hanno approvato questa tua scelta e se sì, perché o avrebbero preferito che tu intraprendesti una diversa strada lavorativa?

“Ho iniziato a suonare piccolissimo. A studiare musica un po’ più avanti, avrò avuto 12 anni. I miei genitori sono sempre stati d’accordo con le mie scelte e mi hanno sempre consigliato al meglio. Ad oggi sono certo di aver dato loro le soddisfazioni che meritano. Li ringrazierò tutta la vita e per tutti i sacrifici che hanno fatto per me affinchè realizzassi il mio sogno di laurearmi in Tromba”.

Dove hai iniziato ad intraprendere i tuoi primi studi musicali suonare e chi credi sia stato il tuo insegnante di riferimento?

“Ho sempre ritenuto il “papà” di noi trombettisti moderni il Maestro Maurice André. Trombettista francese di fama internazionale. Mi dispiace non essere riuscito a conoscerlo, a seguire una sua Masterclass, ma fortunatamente oggi esiste Internet, in particolare Youtube. Di Maurice mi ha colpito la facilità con cui suonava uno strumento come la tromba, la sua dolcezza nel suonare (mi ha sempre dato l’impressione di un papà che coccola un bimbo), il suo suono ricco di colori, la sua tecnica trombettistica inimitabile. A mio avviso è insuperabile e incomparabile!”.

Studi sempre da solo o prediligi la musica d’insieme? Parlaci della tua amicizia professionale con Andrea Gerard Lutz. Come è nato questo duetto?

“Per la maggior parte prediligo studiare da solo in modo da prendermi i miei tempi e studiare con molta calma e con più precisione, così che in prova d’assieme già ho tutto ben sistemato (come appunti in partitura) e ciò mi consente di essere più spedito e non rallentare gli altri. Sono un perfezionista, non mi accontento, cerco sempre di affinare e raffinare tutto, come passaggi più o meno complessi, intonazione, bel suono (Principalmente!!!).Un bel suono sta alla base di tutte le esecuzioni. Con Andrea ci conosciamo da ragazzini, poi ci siamo persi di vista frequentando amici diversi, capirai bene. Ci siamo rivisti quando frequentavo il primo anno del Biennio Ordinamentale. Stavo cercando un pianista che mi accompagnasse per gli esami e un nostro amico comune mi consigliò lui. Sono sincero, mi sono trovato subito a mio agio. Andrea è una persona fantastica, un ragazzo d’oro, disponibilissimo e un eccellente pianista. Il voler creare un duo con Andrea è stata una mia idea. Subito dopo la pandemia, un giorno chiamai Andrea dicendogli se voleva intraprendere un’attività concertistica con l’idea di diffondere la buona musica tra sacro e profano. Purtroppo per me Andrea, come ben sai, studia all’università e quindi non ha il tempo materiale per provare assiduamente, ma questo non rende impossibile fare qualche prova o partecipare a qualche evento anche perchè Andrea è fantastico, una partitura gliela dai oggi e domani già è pronto ad accompagnarti! Mi ritengo davvero fortunato a conoscerlo e so per certo che la cosa è reciproca!”.

Rifaresti la scelta della tromba e perché, secondo te, la tromba lega così i suoi affezionati. Un trombettista difficilmente rinuncia alla tromba, perché?

“Assolutamente, sì. La tromba è uno strumento stupendo. La si può paragonare alla voce per un cantante. Suonare deve essere come giocare. Un musicista deve divertirsi come un bambino. Molti credono che la tromba sia uno strumento impossibile. Di impossibile non c’è nulla. La tromba per me è indispensabile. Non la cambierei per nessun altro strumento. Mi piace moltissimo, è uno strumento versatilissimo. Un bambino rinuncerebbe a giocare? Penso proprio di no e il perché è che un musicista col suo strumento si diverte prima di tutto, esprime tutto se stesso. Uno strumento musicale riesce ad esprimere e a tirare fuori emozioni e sensazioni che nemmeno noi sappiamo di poter provare. Ma soprattutto ci dà la possibilità di trasmetterle a chiunque ci ascolta e senza nulla togliere alle altre arti, la musica ha un potere emotivo e di coinvolgimento giganteschi”.

Racconta ai lettori, la tua esperienza come ospite d’onore alla BIST Biennale Internazionale Sicily Trinacria.

“Essere l’ospite d’onore alla BIST è stata un’esperienza magnifica. Non vi nascondo che ero emozionatissimo. Allo stesso tempo sono stato davvero bene e in buona compagnia. Ma poi ho avuto modo di conoscere persone stupende. Ti dirò, quella sera la cultura era a fior di pelle. Ho avuto la possibilità di scambiare qualche parola pure con Giannettino, persona fantastica, un artista con la A maiuscola, l’architetto Diego Leggio, col quale ho avuto modo di scambiare qualche parola poco prima dell’esibizione, la meravigliosa danzatrice Marilena Puleo, assistere alla rappresentazione di un combattimento medievale, fantastico!!!Serata stupenda. Essere stato il musicista di rilievo alla BIST è stata un’esperienza e un’opportunità degne di nota”. 

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