INFN: GERDA stabilisce nuovi limiti su un decadimento estremamente raro

I neutrini sono le particelle piĆ¹ elusive che conosciamo, la loro interazione con la materia ĆØ infatti estremamente rara.Ā  Hanno proprietĆ  piuttosto insolite e alcuni modelli teorici prevedono che possano essere identiche alle loro antiparticelle. Finora questa proprietĆ , ipotizzata dal fisico italiano Ettore Majorana, non ĆØ stata tuttavia verificata sperimentalmente.

Ora gli scienziati della collaborazione GERDA (GERmanium Detector Array), ai i Laboratori INFN del Gran Sasso, hanno ottenuto un nuovo importante limite per il cosiddetto decadimento doppio beta senza neutrini nellā€™isotopo 76 del Germanio (76Ge). Se questo decadimento venisse rivelato, ciĆ² implicherebbe che neutrino e antineutrino sono la stessa particella.

Gli scienziati di GERDA non hanno rivelato questo tipo di decadimento dopo aver controllato per piĆ¹ di un anno 18 kg di 76Ge. Questo fatto si traduce nel poter porre un limite pari a 2.1×1025 anni in quello che viene chiamato tecnicamente il tempo di dimezzamento del decadimento. Entro tempi inferiori a tale limite ĆØ improbabile che
il fenomeno avvenga. Tale limite corrisponde ad un intervallo di tempo un milione di miliardi di volte circa l’etĆ  dell’Universo.

Combinato con le informazioni di altri esperimenti, questo limite smentisce un precedente risultato di un altro esperimento che quasi 10 anni fa aveva annunciato la rivelazione del doppio decadimento beta senza neutrini.

L’Italia attraverso l’INFN ha dato all’esperimento GERDA un contributo fondamentale per il suo successo, per la sua costruzione, presa dati e successiva analisi, innanzitutto ospitando l’esperimento nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, che offre agli esperimenti numerose facilities tecnologiche e sperimentali.

Nei decadimenti beta ā€œtradizionaliā€, un neutrone all’interno di un nucleo decade in un protone emettendo un elettrone e un antineutrino. Per alcuni nuclei, come il 76Ge, il normale decadimento beta ĆØ energeticamente proibito, ma ĆØ possibile, invece, la conversione simultanea di due neutroni in due protoni con lā€™emissione di due elettroni e due antineutrini. Questo tipo di decadimento ĆØ stato recentemente misurato in GERDA con una precisione senza precedenti, con un tempo di dimezzamento di 2×1021 anni, circa 100 miliardi di volte l’etĆ  dell’Universo.

Se i neutrini fossero particelle di Majorana, il decadimento doppio beta senza neutrini dovrebbe verificarsi con una frequenza ancora piĆ¹ bassa. In questo caso, l’antineutrino da un primo decadimento beta verrebbe assorbito come neutrino dal neutrone del secondo decadimento beta, evento possibile solo se neutrino e antineutrino sono la stessa particella.

Cercare un ago in un pagliaio ĆØ semplicissimo se paragonato alla difficoltĆ  di rivelare un doppio decadimento beta: la radioattivitĆ  naturale crea un ā€œrumoreā€ di fondo almeno un miliardo di volte piĆ¹ grande del segnale che si cerca. Per questo motivo i cristalli che compongono il rivelatore e le parti piĆ¹ esterne dellā€™apparato sono state progettate e realizzate con molta cura. Lā€™osservazione di un processo cosƬ raro richiede inoltre tecniche molto delicate per eliminare il ā€œrumoreā€ delle particelle dei raggi cosmici, dellaĀ  radiazione ambientale cheĀ  ci circonda e dellā€™esperimento stesso. Gli scienziati hanno raccolto questa sfida decidendo di costruire un apparato dove i Ā cristalli di GERDA sono sospesi in un serbatoio (criostato) alto sei metri e largo quattro, riempito con argon liquido (a ā€“186Ā° di temperatura) estremamente puro, rivestito da rame purissimo, il tutto contenuto in una tank dal diametro di 10 m riempita con acqua ultrapura situata sotto uno strato di 1400 m di roccia. I cristalli di germanio utilizzati in GERDA formano contemporaneamente la sorgente e il rivelatore.

La presenza dellā€™isotopo 76Ge nel germanio naturale ĆØ di circa lā€™8%, non sufficiente per poter effettuare laĀ  misura. Eā€™ stato quindi necessario arricchire piĆ¹ di 10 volte questa percentuale prima di far crescere gli speciali cristalli di rivelazione.

Combinando tutte queste tecniche innovative e pioneristiche ĆØ stato possibile ridurre il rumore di fondo a livelli senza precedenti.

La presa dati ĆØ iniziata nellā€™autunno del 2011 utilizzando 8 rivelatori, ciascuno del peso di circa 2 kg e di dimensioni simili a quella di una lattina. Successivamente sono stati aggiunti 5 ulteriori rivelatori.

Il nuovo risultato di GERDA produce interessanti conseguenze sulla conoscenza delle masse dei neutrini, estensioni del modello standard delle particelle elementari, processi astrofisici (esplosioni di supernova) e cosmologia (evoluzione dellā€™Universo, asimmetria materia/antimateria, formazione degli ammassi di galassie).

Il prossimo passo di GERDA consisterĆ  nellā€™aggiungere nuovi rivelatori giĆ  prodotti in modo da raddoppiare la quantitĆ  di 76Ge. Lā€™acquisizione dati continuerĆ  in una seconda fase dopo che alcuni ulteriori miglioramenti saranno implementati per ridurre ancora di piĆ¹ il rumore di fondo rispetto al segnale cercato.Ā 

GERDA ĆØ una collaborazione europea con scienziati provenienti da 19 istituti di ricerca e UniversitĆ  attivi in Germania, Italia, Russia, Svizzera, Polonia, e Belgio.Ā 

Val la pena ricordare che a tutt’oggi questi Laboratori costituiscono un unicum a livello mondiale per vastitĆ  delle sale sperimentali, per la facilitĆ  di accesso e per le infrastrutture d’avanguardia.

I fisici italiani (provenienti dalle sezioni INFN di LNGS, Milano, Milano Bicocca e dalle UniversitĆ  di Milano, Milano Bicocca e Padova) hanno progettato e realizzato il primo schermo di acqua (un serbatoio da 650 m3) e gli impianti ausiliari associati, la delicata elettronica dei rivelatori con associate linee di trasmissione del segnale, contribuito all’acquisto e ai successivi test dei nuovi rivelatori di Germanio arricchiti in 76Ge, realizzato il sistema di controllo generale delle sotto componenti.

Il software di analisi dei dati ĆØ stata in gran parte creato e gestito dalla componente italiana.

Importante ĆØ stato anche il coinvolgimento dell’industria italiana: Di Zio (PE) costruzioni ha realizzato il serbatoio dell’acqua, SIMIC (CN) il criostato, CAEN (LU) ha fornito gli alimentatori diĀ  alta tensione per i diodi a Germanio, SAMI (MI) i cavi per l’alta tensione e per il segnale.

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