Incontro tra Papa Francesco e Giorgio Napolitano al Quirinale

Prima visita ufficiale di Papa Francesco al Quirinale, che ricambia la visita in Vaticano del Presidente della Repubblica dell’8 giugno scorso. 

Contemporaneamente si sono incontrate anche le due delegazioni, guidate dal presidente del consiglio Enrico Letta per l’Italia e da mons. Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato, per il Vaticano. Il colloquio fra i due si è svolto in forma privata.

Il protocollo ha previsto poi lo scambio dei doni nella Sala degli Arazzi, quindi l’incontro di Papa Francesco con i presidenti di Senato, Camera e Corte Costituzionale, e la preghiera del Pontefice nella Cappella dell’Annunziata.

Di seguito la visita alla Cappella Paolina e l’incontro fra il Papa e i dipendenti e familiari dei dipendenti del Quirinale, nel Salone dei Corazzieri.

In continuità con il messaggio di sobrietà che Bergoglio cerca di veicolare fin dal suo primo giorno di pontificato, ha rinunciato ai corazzieri: il Papa era l’ultimo capo di stato a poter beneficiare di un trattamento particolare, nel caso di una visita al Quirinale, visto che il cerimoniale di accoglienza (che agli albori della Repubblica prevedeva che un capo di Stato estero venisse addirittura prelevato all’aeroporto di Ciampino e scortato in corteo fino al Colle) è stato progressivamente tagliato negli anni, fino ad essere addirittura azzerato.

Il 14 novembre, anche per il Papa c’è stata semplicemente la polizia in moto nei pressi del Quirinale.

 Interessanti alcune parti dei dialoghi: …i momenti salienti dell’incontro.

Il Presidente Napolitano così accoglie Papa Francesco: L’Italia vive una «faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante». E «quanto siamo lontani nel nostro Paese da quella cultura dell’incontro che Ella ama evocare, da quella Sua invocazione: “dialogo, dialogo, dialogo!”».

Giorgio Napolitano è stato accorato nell’intervento pubblico nella Sala delle Feste del Quirinale, ricevendo Papa Francesco, rendendogli visita per la prima volta. Il capo dello Stato ha ribadito che «a tutti, credenti e non credenti è giunta attraverso semplici e forti parole la Sua concezione della Chiesa e della Fede», evidenziando come nelle parole del pontefice si intravedono «nuove prospettive di quel “dialogo con tutti, anche i più lontani e gli avversari». Visione che costituisce «un orizzonte più vasto» che va ben oltre i rapporti tra Chiesa e Stato, in una «Italia dal clima avvelenato, dove non c’è dialogo».

Bergoglio ha ricordato come ci troviamo a vivere «una crisi che fatica ad essere superata» Rivolgendosi a Napolitano: “RendendoLe visita in questo luogo così carico di simboli e di storia, vorrei idealmente bussare alla porta di ogni abitante di questo Paese, dove si trovano le radici della mia famiglia terrena, e offrire a tutti la parola risanatrice e sempre nuova del Vangelo. Ripensando ai momenti salienti nelle relazioni tra lo Stato italiano e la Santa Sede, vorrei ricordare l’inserimento nella Costituzione repubblicana dei Patti Lateranensi e l’Accordo di revisione del Concordato. Di tale Accordo ricorrerà tra poche settimane il trentesimo anniversario”.

 Dall’Unità d’Italia ad oggi sono stati sei i Papi accolti dal Capo dello Stato nel palazzo che dalla breccia di Porta Pia in avanti non ha mai più visto sventolare il vessillo vaticano. C’erano voluti settant’anni prima che un altro pontefice, dopo il «trasloco» forzato di Pio IX, varcasse nuovamente quel portone e il gesto simbolico toccò a Pio XII nel dicembre del 1939. 

Reciproca stima ed empatia tra Bergoglio e Giorgio Napolitano (non a caso questo è il loro terzo incontro in pochi mesi di pontificato) che in questo caso si è tradotta, fra l’altro, in un incontro meno in pompa magna, senza troppi fronzoli di cerimoniale.

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