In scena “Gammazita in love”

Teatro, leggende e maschere della Catania antica, in scena, sabato 14 giugno, a Piazza Federico di Svevia


L’antico mito popolare della Catania della Guerra dei Vespri, rivisitato in commedia e raccontato per la prima volta, alla cittadinanza che da secoli ne tramanda la storia, e al quartiere che gli ha dato i natali, attraverso la prova aperta degli allievi del laboratorio di Commedia dell’Arte, condotto ed ideato dall’attrice e regista Marzia Ciulla e promosso dall’Associazione Officina Rebelde, con la collaborazione dell’Associazione culturale Gammazita.    

Che i quartieri del centro storico catanese siano luoghi magici e suggestivi, che le loro mura trasudino storia e leggende attraverso cui si può raccontare l’intero ciclo vitale della città etnea, è un fatto palese anche per gli occhi più disattenti. Così come, sembra ormai chiaro che, l’assenza di fondi pubblici è diventata l’ostacolo insormontabile per la realizzazione di quei piccoli e grandi eventi culturali, in grado di valorizzare gli stessi luoghi da cui la città trae (o dovrebbe trarre) linfa vitale attraverso il turismo; e che si costituiscono anche come un’occasione ineguagliabile per permettere agli stessi cittadini di vivere e conoscere la propria realtà. Succede così che, in questo vuoto, s’impone l’operato della gente che il quartiere lo abita, e la forza propositiva dei “giovani” che, riunendosi in associazioni e gruppi attivi, senza fondi e con tanto lavoro, creano occasioni aggregative e proposte culturali di alta qualità, come quella che ha rapito la nostra attenzione (insieme all’interesse di un centinaio di spettatori riunitisi per l’occasione, e distraendo gran parte delle persone sedute nei ristorantini tipici della zona dalla loro cena e passanti casuali), lo scorso sabato sera, al Castello Ursino. Strappando risate e sospiri d’amore al pubblico, cinque attori (Bianca Villari, Francesca Aiesi, Giulio Sorace, Marzia Ciulla e Naill Dowling), in scena con otto personaggi diversi, hanno raccontatoindossando maschere, costumi e posture, appartenenti all’antico genere teatrale della Commedia dell’Arte, il cui uso è stato oggetto di studio del laboratorio tenutosi, negli scorsi mesi, presso Officina Rebelde e condotto dalla stessa Marzia Ciulla –  la leggenda del Pozzo di Gammazita, nello spettacolo “Gammazita in Love”.

L’antica fonte d’acqua, luogo d’interesse storico catanese, dipinta da Houel e celebrata da innumerevoli scrittori e poeti, situata in via San Calogero a pochi passi da Piazza Federico di Svevia, purtroppo versa in una condizione di abbandono ed è scarsamente fruibile a causa della posizione infelice all’interno di un cortile abitativo privato. Negli ultimi anni, diverse associazioni, con l’Associazione Gammazita in testa, hanno condotto numerose operazioni di rivalutazione mirate a ripulire il luogo e a renderlo fruibile, facendo da tramite tra il pubblico e gli abitanti del cortile ed organizzando visite guidate al pozzo dell’antica leggenda etnea.   

Il mito narra di una fanciulla di nome Gammazita, che fu orgoglio per tutto il popolo, esempio di patriottismo e di onestà delle donne catanesi, per aver sacrificato, nei giorni vicini alla Guerra dei Vespri, la sua vita piuttosto che concedersi al dominatore angioino. Nel 1278 a Catania viveva la bellissima Gammazita. La giovane s’innamorò di Giordano, un paggio su cui si era posato lo sguardo di Donna Macalda, avvenente vedova che riceveva la corte di tutti i cavalieri francesi e siciliani. Ogni attenzione nei suoi confronti però era vana: Donna Macalda desiderava solo il paggio. L’amore tra Gammazita e Giordano fece infuriare la vedova che, accecata dalla gelosia, si accordò con un cavaliere francese, Saint Victor, per disonorare Gammazita. Se l’angioino fosse riuscito nell’impresa Donna Macalda avrebbe accettato la sua serrata corte. Saint Victor si recò al pozzo dove la ragazza era solita prendere l’acqua; lì afferrò Gammazita che non riuscendo a scappare si gettò nel pozzo, preferendo la morte al disonore. Giordano, folle di rabbia, raggiunse Saint Victor e lo uccise a pugnalate. Nel pozzo in cui si gettò la giovane comparvero numerose macchie rosse, tracce di sangue per i catanesi, che da quel giorno lo chiamarono “pozzo di Gammazita”. La commedia Gammazita in love, invece, come impone la tradizione del genere teatrale in questione, non ha visto ne morti, ne perdenti, ma dal dramma ha tratto il suo immancabile lieto fine: Gammazita e Giordano superati gli ostacoli possono finalmente vivere in libertà il loro grande amore, il soldato innamorato conquista la vedova con lo stesso stratagemma con cui avrebbe dovuto rovinare Gammazita, mentre il popolo, stanco e soddisfatto, gioisce del trionfo dell’amore.

La Commedia, quella dell’Arte, è vita reale che si fa teatro, è per questo che esercita un fascino ipnotico sugli spettatori.” – Ci spiega la regista, sceneggiatrice ed attrice dello spettacolo, Marzia Ciulla – “È lo specchio della società: attraverso le maschere vanno in scena tutte le classi sociali, ed ognuno dei personaggi, che sia zanni (servo) o nobile, svolge un ruolo fondamentale nella risoluzione del dramma, degli impicci, nella messa in atto degli stratagemmi che portano alla risoluzione positiva della storia. Il dramma è il pretesto per raggiungere la risoluzione, esattamente come gli ostacoli che la vita ci mette, quotidianamente, davanti per raggiungere il nostro fine.”  La commedia dell’arte è un genere che è stato dichiarato patrimonio dell’umanità. L’“Improvvisa” (la commedia a soggetto, recitata da attori professionisti e caratterizzata da interpretazione improvvisata sulla base di canovacci) nasce nelle piazze e nei carnevali del XVI secolo, si è nutrita per secoli dei suoni popolari e del grande patrimonio linguistico italiano, ed è l’anello di congiunzione tra il teatro rituale pagano e il teatro dei professionisti. Inoltre ci ha regalato le maschere più celebri al mondo: Arlecchino, Brighella, Pulcinella, Pantalone, Pierrot e molte altre. “La commedia dell’arte è un genere teatrale popolare di importante valore formativo per l’attore, e di assoluto riferimento per l’intero studio dell’arte teatrale” afferma Marzia Ciulla “È stata una grande soddisfazione ottenere un livello così alto in soli dodici incontri laboratoriali. Ci hanno già proposto di replicare Gammazita in love, nei prossimi mesi, in altri punti storici della città. Inoltre abbiamo già diversi iscritti per il nuovo laboratorio, che partirà a settembre, sempre presso Officina Rebelde a Catania.” 


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