Dopo il tormentone dell’estate nutrito dalla condanna in Cassazione del leader del Pdl Silvio Berlusconi e le diatribe sulla tenuta del governo Letta, il Consiglio dei Ministri mette in agenda per il prossimo 28 agosto la questione sull’imposta degli immobili (Imu) e Iva
Se da un lato il governo conferma gli impegni presi a luglio, dall’altro da Vienna nella conferenza stampa con il cancelliere Werner Faymann, Letta invita l’esecutivo a compiere un atto di responsabilità che confermi la tenuta del governo.
Sarebbe interessante chiedere a Letta, mentre si dichiara “responsabile” a chi stia pensando quando pone la questione sul senso di “responsabilità politica”.
Certamente al Pdl, che potrebbe avere le ore contate se il suo partito, con il voto del Senato avrà il coraggio di non riabilitare il Cavaliere.
Da settimane la Giunta del Senato per le Elezioni e le Immunità, ha iniziato l’istruttoria per vagliare la posizione del leader del Pdl e al di là degli aut aut di Berlusconi, se il Senato voterà l’espulsione del Cavaliere, sarà crisi di governo.
Se non sarà così, varranno le indicazioni del sottosegretario dell’Economia, Pier Paolo Baretta. La prima rata dell’Imu, quella che a giugno era stata sospesa, sarà abolita. 2 miliardi il costo dell’operazione finanziaria che il governo stanzierà nel Consiglio dei ministri del 28. Il successivo versamento di dicembre «potrà essere evitato – spiega Baretta – sostituendo l’Imu con l’entrata in vigore per decreto di una nuova imposta federale, modello service tax, fin dal prossimo primo settembre». In realtà, per il viceministro il modo più equo per rispettare l’impegno di abolire definitivamente l’Imu è l’introduzione anticipata della Service tax: «Penso a una tassa unica di stampo federalista, gestita dai Comuni, che inglobi la Tares e che potrebbe essere finanziata strutturalmente con un trasferimento dallo Stato centrale agli enti locali di due miliardi l’anno in modo da assicurare l’esenzione dalla tassazione della prima casa».
Anche le coperture non dovrebbero essere un problema, gli investimenti dovranno essere finanziati finalmente con una seria “spending review”, ma che comunque «richiedono stanziamenti che superano le disponibilità del bilancio 2013. Per questo la politica dovrà scegliere: per me le priorità sono le questioni del lavoro, Cig e esodati, e l’Imu, il resto si vedrà».
Dettagliati i commenti di Renato Brunetta, capogruppo Pdl, che sulla soluzione politica Imu esprime qualche reticenza e si dichiara soddisfatto a metà: «Sull’agenda economica d’autunno del governo, bene il sottosegretario Baretta, che ci anticipa la decisione di stanziare 2 miliardi per non far scattare la clausola di salvaguardia con la quale è stato sospeso il pagamento della rata di giugno – dice Brunetta – Bene il sottosegretario Baretta, che conferma l’impegno a evitare l’aumento dell’aliquota ordinaria Iva da ottobre. Bene il sottosegretario Baretta, che conferma anche l’impegno ad evitare l’entrata in vigore della maggiorazione della Tares di 30 centesimi per metro quadro, introdotta dal governo Monti». L’ammonimento di Brunetta è sulla soluzione politica che non può riguardare solo il 2013, certamente non si tratta semplicemente di far quadrare i numeri e per il capogruppo l’ipotesi di Baretta è «quella preferita dagli uffici tecnici del Ministero dell’Economia e delle finanze, retto, appunto, da un ministro tecnico, ma a quegli stessi uffici, che hanno elaborato la proposta, ricordiamo che il loro compito non è decidere, ma trovare le risorse per implementare le decisioni prese dalla politica».
Per Matteo Colaninno, responsabile Economia del Partito Democratico, «la strada indicata da Baretta potrebbe essere, sia per quanto riguarda le risorse indicate che l’impostazione di base, un punto di arrivo molto convincente». L’importante però, aggiunge, che «poi si prosegua con l’agenda economica: crescita, occupazione, credito e liquidità, pensioni e in modo particolare il problema degli esodati».
Per il presidente dell’associazione dei proprietari di immobili, Corrado Sforza Fogliani, «l’impostazione della service-tax come tassa di servizio federalista proposta da Baretta è appieno da condividere».