Grande evento al Teatro Massimo Bellini di Catania, venerdì 26 maggio (ore 20:30, turno A) e sabato 27 maggio 2023 (ore 17:30, turno B). Orchestra e Coro dell'ente lirico etneo. Sul podio Giuseppe Grazioli, bacchetta di fama internazionale; maestro del coro Luigi Petrozziello.
La Russia di Borodin descritta nelle sue Danze polovesiane o in pagine folgoranti come lo schizzo sinfonico Nelle steppe dell’Asia Centrale. Sempre la Russia, ma quella di Musorgskij, con le cupe atmosfere del poema sinfonico Una notte sul Monte Calvo. Per approdare negli States di Bernstein con le Symphonic Dances from West Side Story e condividere anche l’omaggio alla terra madre inglese con i Chichester Psalms. È un viaggio che esplora due distinti ‘continenti’ musicali quello proposto dal Teatro Massimo Bellini con il concerto sinfonico-corale diretto da Giuseppe Grazioli, bacchetta di chiara fama. Un altro notevole impegno per l’ente lirico etneo, forte della propria orchestra e del proprio coro, quest’ultimo istruito dal maestro Luigi Petrozziello. L’appuntamento è per venerdì 26 maggio (ore 20:30 turno A) e sabato 27 maggio (ore 17:30 turno B), nell’ambito della stagione di concerti, che sta facendo registrare ripetutamente il “tutto esaurito” ed un considerevole aumento del pubblico giovane.
Ed entriamo nel cuore del programma. Tra le pagine musicali che sono entrate nell’immaginario collettivo figurano senz’altro le quattro Danze polovesiane di Aleksandr Borodin, melodie ammaliante che si ascoltano - accompagnate dal coro - nel secondo atto dell’opera lirica Il principe Igor, rimasta incompiuta alla morte del musicista nel 1887. Le danze prendono il nome da una popolazione dell'antica Russia, i Polovesi o Cumani. Le danze polovesiane hanno una vita autonoma, come pezzo da concerto, nella versione orchestrata da Nikolaj Rimskij-Korsakov.
Ancora di Borodin è lo schizzo sinfonico Nelle steppe dell’Asia Centrale, a lui commissionato nel 1879 per uno dei dodici tableaux vivants che avrebbero dovuto celebrare il giubileo d'argento di Alessandro II, il quale si era molto prodigato per espandere l’impero russo verso est. Il progetto non fu portato a termine, a causa del tentativo di assassinare lo zar. La prima esecuzione pubblica del poema avvenne l'8 aprile 1880 a San Pietroburgo nel teatro del Palazzo d'Inverno, con l'orchestra dell'Opera Russa diretta Rimskij-Korsakov.
Questo poema sinfonico ha una struttura molto semplice, con due situazioni contraddistinte da due temi caratteristici. Una carovana di Asiatici della zona del Caucaso attraversa una steppa desertica, scortata da un plotone di soldati russi, rappresentati dal tema d'apertura. Il convoglio di indigeni si allontana al suono di una melodia dal carattere orientaleggiante e fortemente cromatica che rappresenta gli Asiatici. A fare da collegamento tra i due temi etnici vi è un tema del viaggio, che Borodin prende in prestito dal primo episodio sul Faust di Lenau di Liszt: un omaggio al compositore che sempre lo sosteneva ed incoraggiava. Quando l'anno seguente Borodin si recò a Weimar per incontrarlo, il musicista ungherese rimase così colpito dalla composizione che ne realizzò una trascrizione per pianoforte a quattro mani; e per Borodin fu naturale dedicare il lavoro a Liszt.
Ispirato da un sabba di streghe tramandato attraverso leggende e opere letterarie russe, Musorgskij elaborò un poema sinfonico da lui intitolato La notte di San Giovanni sul Monte Calvo, completato il 23 giugno, la vigilia della festa del solstizio d’estate. La partitura di Musorgskij e Sadko di Rimskij-Korsakov furono, nel 1867, i primi poemi sinfonici di compositori russi. Musorgskij non riuscì mai a fare eseguire il suo lavoro mentre era in vita e Una notte sul Monte Calvo deve la sua fortuna alla versione profondamente modificata proprio da Rimskij-Korsakov nel 1886. Quella originale venne ripescata solo nel 1968 e da allora ha trovato spazio nelle sale da concerto. Molto più famoso è l’arrangiamento realizzato da Leopold Stokowski per il film di Walt Disny Fantasia, sempre sulla versione di Rimskij-Korsakov.
A chiudere il concerto saranno due capolavori firmati da Leonard Bernstein, perfetta fusione di direttore e compositore, che ha segnato la storia della musica, non solo del Novecento. “Chichester Psalms” è una composizione corale in tre movimenti per voce bianca o controtenore, coro e orchestra; il testo è stato arrangiato dallo stesso Bernstein dal Libro dei Salmi nell'originale ebraico.
L’anteprima ha avuto luogo alla David Geffen Hall di New York City il 15 luglio 1965, sotto la direzione del compositore. L’esibizione nella Cattedrale di Chichester, nell’ambito del festival per il quale il lavoro era stato commissionato, risale al 31 luglio dello stesso anno, con la direzione di John Birch. Ancora più celebri le Danze Sinfoniche da West Side Story, immortale musical che rivisita in chiave moderna Romeo e Giulietta di Shakespeare. Si tratta del terzo musical composto da Bernstein (libretto di Arthur Laurents e Stephen Sondheim, coreografie di Jerome Robbins), andato in scena per la prima volta il 19 agosto 1957 al Teatro Nazionale di Washington, con strepitoso successo e presto approdato trionfalmente a Broadway.
Titolo fondante del teatro musicale americano, è ambientato nei bassifondi di New York e racconta le vicende di due bande rivali di adolescenti, diversi per estrazione etnica, i Jets (bianchi newyorkesi) e gli Sharks (immigrati portoricani); in questo clima di odio e intolleranza, si sviluppa l’amore tra Tony, amico del capo dei Jets, e Maria, sorella del leader degli Sharks. Nel 1961 il coreografo Jerome Robbins e il regista Robert Wise concepirono un adattamento cinematografico. Ed è dalla colonna sonora del film -diversamente arrangiata rispetto all’originale - che Bernstein estrae le nove sezioni delle “Symphonic Dances”, eseguite per la prima volta il 13 febbraio 1961 dalla Filarmonica di New York diretta da Lukas Foss. La suite incamera senza soluzione di continuità alcuni dei brani più noti del musical: Somewhere, Maria, Mambo, Cha-cha, Rumba.
A concertare il variegato programma sarà Giuseppe Grazioli, direttore dalla carriera internazionale, che ha maturato un’amplissima esperienza nel campo dell’opera contemporanea ed è stato chiamato a prestigiosi incarichi nei teatri francesi, in particolare all’Opéra di Saint-Étienne, e oltreoceano, affrontando un repertorio sinfonico vastissimo e realizzando premiate incisioni, tra cui l’integrale sinfonica di Nino Rota. Degna di rilievo è altresì la sua attenzione nei confronti dell’opera dek compositore e direttore siciliano Gino Marinuzzi.