Il profumo e l’arte della seduzione

Dagli egizi sino all’Ottocento, la storia dei profumi, tra il sacro e il profano

Il cervello abbina i vari odori, immagini, a situazioni e come una sorta di dejà vu fa tornare indietro nel tempo, facendo rivivere situazioni, persone, attimi. Anche nella storia del cinema si sono utilizzati dei trucchi, non olfattivi, ma di immagini. Chi non ricorda la celebre Marylin Monroe che andava a dormire indossando solo due gocce del famoso profumo pariginio Chanel n° 5, creato nel 1921  da parte di Ernest Beaux. Il profumo ha origini antichissime, è l’antico Egitto, però, a fornirci la prima vera testimonianza del suo utilizzo. Per questi popoli i profumi rappresentavano l’emanazione del “sudore divino”, ciò che unisce il popolo alle divinità.
Ma oltre il significato sacro, vi era quello della seduzione. Infatti, le donne egizie si spalmavano sul corpo balsami e oli profumati, distribuivano sui capelli pomate aromatiche.
Il profumo più utilizzato dai faraoni e dalle loro consorti era il Kyphi, un composto formato anche da più di cinquanta essenze. Tra gli ingredienti annoverati:  il pistacchio, la menta, la cannella, il ginepro, l’incenso e la mirra. 

L’utilizzo dei profumi è notevole , ma solamente nel 1600 nacque l’Acqua di Colonia. C’è incertezza sulla paternità. Infatti, secondo alcuni studiosi il ‘naso’che la creò fu Gian Paolo Feminis, originario di Santa Maria Maggiore, cittadina della Val Vigezzo, chiamandola Aqua Mirabilis. Ma una volta che si trasferì a Colonia, in Germania, questo liquido si chiamò Acqua di Colonia. Secondo altri, a “inventare” questa essenza fu Giovanni Maria Farina, anche lui della Val Vigezzo. La formula messa a punto dal Farina comprende una trentina di essenze, tra cui limone, cedro, arancia, pompelmo, lavanda, timo e rosmarino.

Solamente nell’Ottocento si dà avvio alla profumeria moderna grazie a una scoperta di Friedrich Wöhler nel 1828. Perché attraverso un metodo di chimica riesce a  trovare delle sostanze che hanno il compito di “ancorare” il profumo alla pelle. 

Da quel momento in poi c’è un fiorire di essenze utilizzate nell’industria profumiera, oggi si va alla ricerca di chi ti fa il profumo personalizzato in base alle caratteristiche, all’acidità della  pelle perché non bisogna dimenticare che il massimo della fragranza è ottenuto con il calore: ecco perché si consiglia di applicarla sulla parte interna del polso, ai lobi delle orecchie, sulla nuca, alle tempie, fra i seni, nell’incavo del braccio e delle ginocchia, zone in cui il sangue arriva più in superficie e quindi più calde. Suscitando emozioni, passioni e molte volte ricordi.

Oggi ci sono delle scuole che formano i giovani al mestiere del “Naso“, cioè colui che crea una fragranza. Punto di forza di un naso è la fortissima memoria olfattiva che gli permette di memorizzare all’incirca 3000 sentori, contro il massimo di 1000 odori di una persona qualunque, che sapientemente mescola tra loro dando vita alla fragranza. 

Nel campo della letteratura ricordiamo “Profumo” di Süskind, dove una piccola città della Provenza, è un insieme di profumi e di lavanda. Il protagonista ha l’ossessione di trovare il profumo perfetto, che corrisponde a  un numero: il 13. Una nota nascosta, perché un buon profumo è costituito da 12 essenze : 4 per l’accordo di testa, 4 per l’accordo di cuore, 4 per l’accordo di base e l’ultima, la più potente, che farà di quel profumo l’unico e impareggiabile…..

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