Il linguaggio del corpo. Oltre le parole, il corpo parla

I movimenti involontari che si compiono, talvolta, incidono maggiormente di ciò che si dice.  Tutto ciò viene spiegato negli studi che si basano sulla comunicazione non verbale

 

Il corpo parla, un prezioso alleato per chi si pone nelle relazioni interpersonali e nella propria professione. L’interazione tra due o più individui qualunque essa sia, compresa quella finalizzata (giornalistica, medica, commerciale, artistica), è qualcosa di estremamente complessa e diversificata. Uno di questi è la comunicazione non verbale. Non sono infatti le parole a veicolare il nostro messaggio:  che se ne sia o meno consapevoli, nel momento stesso in cui “comunichiamo” intervengono una serie di altri fattori come la postura, i gesti, la mimica facciale e i movimenti in generale che condizionano ciò che stiamo dicendo, spesso fino a modificare almeno in parte il contenuto.

Alcuni studiosi sostengono che la comunicazione non verbale incida per il 90% sul messaggio che stiamo trasmettendo: significa che non solo il linguaggio del corpo, ma anche altri elementi nostro modo di relazionarci – come il tono della voce, il modo di vestire – concorrono alla formazione della prima impressione che il nostro interlocutore inconsciamente si fa di noi in brevissimo spazio di tempo all’inizio dell’incontro. Cosa determina, quindi, il modo in cui ci relazioniamo verso l’esterno? Lo studio della comunicazione non verbale tende a suddividerla in quattro aree principali, rispettivamente la gestione degli spazi, quella dei movimenti del corpo, il modo in cui tocchiamo gli oggetti e le persone, e infine il tono e il timbro della voce. A ciascuna area sono stati prefissati particolari codici comportamentali che, se analizzati possono dirci molto sulla situazione in cui ci troviamo, ma soprattutto possono fornirci un valido aiuto nell’impostazione delle nostre relazioni con gli altri e allo sviluppo di relazioni interpersonali. Vediamo quindi cosa possono significare i veri messaggi del corpo, nostri o altrui e come interpretare al meglio i segnali più o meno consci che ci invia il nostro interlocutore. Una comunicazione stimolante e leggermente provocatoria servirà a coinvolgere emotivamente l’interlocutore, provocando reazioni che indicheranno il suo interessamento o indifferenza. I più comuni gesti di gradimento sono alzare i capelli per scoprire nuca e orecchie,  protendersi in avanti verso chi parla e, ovviamente, sorridere. Se invece chi abbiamo davanti retrocede col busto, si tocca il naso, incrocia le braccia o accavalla le gambe, può significare che qualcosa non va e che faremmo bene a cambiare il nostro approccio.

Il collo è una parte del corpo vulnerabile, perciò il gesto di scoprirlo davanti a noi viene generalmente interpretato in senso positivo, come accettazione della nostra presenza; al contrario, toccarsi il collo o coprirlo può rappresentare un segnale di diffidenza o distacco. Gli occhi invece, come si sa,  svolgono tipicamente il ruolo di ambasciatori di ciò che avviamo dentro, l’arcinoto “specchio dell’anima”. I segnali non verbali che ci invia lo sguardo sono spesso particolarmente affidabili perché difficili da controllare a livello consapevole; in particolare se una persona trova l’interlocutore interessante e attraente, le sue pupille si ingrandiscono, il prolungato contatto oculare da parte di chi ci sta di fronte è tendenzialmente interpretabile come un segnale di gradimento e attenzione, mentre uno sguardo distratto è talvolta simbolo, più o meno trasparente, del contrario. Il linguaggio del corpo, insomma, non mente quasi mai. È lo specchio delle nostre emozioni, e ci mette a nudo davanti gli altri: decifrarne i segnali può essere utile e capire il grado di coinvolgimento di chi abbiamo davanti ma allo stesso tempo può essere utile per capire il grado di coinvolgimento di chi abbiamo davanti, potrebbe però, rilevarsi anche un’arma a doppio taglio. Quindi si deve prestare molta attenzione, visto che il corpo parla.

In buona sostanza si è sempre sottoposti alle “regole” della comunicazione non verbale. Assumere un portamento dritto, non curvo o dimesso, mantenendo un contatto visivo attento e cercare la giusta sintonia. L’ideale è adottare la cosiddetta “distanza sociale” allo scopo di non invadere lo spazio “intimo”. Anche i movimenti devono essere controllati: è buona norma evitare di agitare gambe e braccia, e ancor più di lasciarsi andare a gesti bruschi. Così come è importante fare attenzione a calibrare la forza della stretta di mano, lo stesso accorgimento vale per la voce: tono, timbro e volume influenzano non poco il nostro modo di comunicare. In questo, il nostro corpo può rilevarsi un prezioso strumento; basta imparare a farlo parlare nel modo giusto.

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