Il catanese Massimiliano Spoto eletto nel direttivo della FIAPR

La federazione è impegnata nel diffondere a livello nazionale la conoscenza di questi strumenti oggi utilizzati oltre che tra gli aeromodellisti, soprattutto in campo professionale

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Lo scorso 30 gennaio la FIAPR (Federazione Italiana Aereomobili a Pilotaggio Remoto)  ha rinnovato il proprio consiglio direttivo nazionale. Gli aereomobili a pilotaggio remoto sono più conosciuti come “droni” e la federazione è impegnata nel diffondere a livello nazionale la conoscenza di questi strumenti oggi utilizzati oltre che tra gli aeromodellisti, soprattutto in campo professionale. Il ruolo di tesoriere e la delega per i rapporti con le altre organizzazioni di settore, sia italiane che estere, della FIAPR è stato affidato al catanese Massimiliano Spoto, pilota SAPR ed operatore del settore da diversi anni.

Ritratto

Il settore dei droni civili sta interessando, ormai, molti ambiti della nostra vita, sia per il puro divertimento sia in ausilio a tante attività professionali – dichiara Spoto – e lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni consente oggi di avere disponibili a prezzi accessibili sistemi molto sofisticati in grado di compiere attività impensabili sino a qualche tempo fa, riducendo i rischi e ampliando le possibilità di intervento. Ormai anche la grande distribuzione ha dedicato appositi spazi espositivi a droni che non sono solo giocattoli”.

Per Spoto sono tantissimi i settori dell’economia dove i droni nel giro di qualche anno diventeranno uno strumento necessario: “Dalla mappatura del territorio, all’agricoltura di precisione, dal controllo di strutture ed infrastrutture (trasporti & energia) al giornalismo, dalla cinematografia alla manutenzione di aerei e navi, dalla documentazione immobiliare alle operazioni di soccorso e protezione civile, dalle attività di Polizia alle indagini forensi: ogni giorno si presentano nuove ed impensabili applicazioni. Una potenzialità che significa anche sviluppo economico di assoluto rilievo se pensiamo che la stessa Commissione Europea stima un giro d’affari annuo comunitario di circa 15 miliardi di euro (oltre 1 miliardo per l’Italia). Questo significa, ovviamente, nuove opportunità occupazionali e innovative professioni in tutta la filiera”.

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