Guglielmo Beneventano Quintet al Circolo Canottieri Jonica di Catania

Guglielmo Beneventano and Quintet al Circolo Canottieri Jonica di Catania: Medico di professione, pianista per passione!

Come But Not For Me di George Gershwin,  ‘That’s All’ – cantata per la prima volta da Nat King Cole nel 1953 – “I ricordi della Sera”, di Giacobetti e Savona (due pilastri del mitico Quartetto Cetra)…

Queste ed altre le ‘chicche’ del jazz presentateci dal pianista Guglielmo Beneventano, socio presso il Circolo Canottieri Jonica, accompagnato dalla batteria di Sergio Asciutti, dal contrabasso di Fabrizio Scalzo, Ivan Cammarata alla tromba, Alberto Asero al vibrafono e dalla voce di Edy Valastro.

I brani sono stati rivisitati in chiave jazzistica e trasformati dalle dinamiche mai eguali dell’improvvisazione che li rendono sempre unici ad ogni esecuzione.

Medico di professione, pianista per passione, Guglielmo Beneventano, nutre un grande amore per il jazz studiandolo giornalmente.

Globus Magazine lo ha intervistato.

Guglielmo, parliamo di jazz, quindi di ritmo. Qual’è la sua importanza nella tua vita quotidiana e in che misura influisce nel tuo ruolo di compositore: il ritmo ti accelera, come nel caso dei futuristi, caratterizzati dalla freneticità o piuttosto ti quieta e ti induce alla riflessione? 

Dipende dal momento: in particolari situazioni preferisco che esso aumenti, mentre nei momenti di concentrazione voglio che il ritmo rallenti per poter gustare al meglio le improvvisazioni, le melodie e le modulazioni armoniche dei brani’.

Considerato che hai accennato alla melodia che tipo di artista ti definisci: ‘minimalista’, cercando l’ispirazione nelle ‘melodie brevi’ o piuttosto tendi a formare composizioni barocche accompagnate da variazioni? 
Cerco frasi brevi con un significato armonico particolare’.

 Essendo proiettato da sempre nell’ambiente jazzistico catanese, Guglielmo Beneventano – classe ‘58 – viene spesso richiesto da musicisti professionisti, avendo  così la possibilità di migliorare le sue performance.

La vita caotica giornaliera induce spesso l’artista ad un bivio, ovvero chiudersi nel proprio guscio o aprirsi alla comunicazione: quale di queste due strade diverse prediligi? 
Sono portato al rapporto verso gli altri, suono con gruppi musicali differenti e tutto ciò mi spinge ad una maggiore ispirazione avendo la possibilità di confrontarmi con altri musicisti variando compagni di avventura’.

Coltivi altri generi o  il jazz è il tuo unico amore? 
Nutro interesse per la musica leggera nel momento in cui posso trasformare i brani in chiave jazzistica al fine di renderli diversi da quelli originali, conferendo a questi un’impronta personale’

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