Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

“Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappata, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi, Signori, davanti a una Donna!” (Shakespeare).20191126_220920

Il Rotary in prima fila nella prevenzione e il contrasto. Il 25 novembre è il giorno in cui si celebra la memoria, il ricordo di tutte quelle donne vittime di femminicidio, l’interclub con Rotary Catania Est, Catania, Catania Nord, Catania Sud, Catania Etna 109, Catania Duomo 150, E-Club Distretto 2010 Randazzo, Valle dell’Alcantara, Rotaract Catania Est, Innerwheel, ha organizzato un incontro sul fenomeno della violenza sulle donne, e lanciare un messaggio che vuole essere l’inizio di un processo culturale che vuole vincere sugli stereotipi di genere, sul linguaggio, su tutte quelle parole spesso inappropriate, che feriscono più dell’azione e che troppe volte sono l’anticamera dell’evoluzione della violenza fisica. Autorevoli relatori hanno partecipato all’incontro, “gli uomini debbono capire che non c’è differenza, e la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”.

Così esordisce, coinvolgendo la platea, la Dott.ssa Margherita Ferro, Consigliera regionale di parità, promotrice nell’ambito della Campagna contro la violenza di genere del progetto “Tu non sei sola” in sinergia con l’Assessorato regionale alla Famiglia. Un percorso che è partito da Catania ed è arrivato a Palermo, su un treno speciale di un unico vagone sul quale si è tenuta una conferenza itinerante lungo tutto il viaggio, animata dai ragazzi del liceo “Regina Elena” di Acireale. “Il percorso ferroviario è simbolicamente un abbraccio immaginario a tutte le donne della Sicilia, ricordiamo infatti, che quest’anno sono morte otto donne siciliane vittime di femminicidio” chiarisce Ferro. Un’importante collaborazione di Poste Italiane ad una cartolina con un qr code, grazie al quale, con un piccolo gesto si possono geolocalizzare tutti i centri di violenza e quindi conoscere il più vicino alla donna in difficoltà fornendo così un aiuto pratico e veloce.

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Il moderatore, Prof. Eugenio Aguglia, socia del R. C. Catania Est e presidente della Commissione Distrettuale stalking e violenza sulle donne, con equilibrio ha moderato l’incontro e ha voluto sottolineare l’importanza di cambiare il sistema e portare la cultura del rispetto di entrambi i generi nelle scuole, far crescere un senso civico, è un compito e una sfida per tutti. Durante l’incontro si sottolinea l’importanza di verbalizzare la violenza e la cultura della denuncia.

Un folto pubblico ha partecipato con una sensibilizzazione corale e condivisione, risulta spesso anacronistico, come nel Terzo Millennio ci occupiamo ancora di violenza sulle donne, un tema purtroppo drammaticamente attuale che riguarda tutti noi, come sottolinea il presidente di Catania Est club capofila, Brunella Bertolino. “Dobbiamo parlarne e parlarne ancora e mettere in campo strategie e azioni per la prevenzione”.

Seguita con vivo interesse la dott.ssa Marisa Scavo, procuratore aggiunto di Catania, che ha intrattenuto l’uditorio approfondendo con abilità l’argomento. “Le varie forme della violenza di genere”. “È importante il rapporto con le Istituzioni, il femminicidio è un crimine di stato e purtroppo vengono coinvolti tutti i ceti sociali, occorre lavorare sull’aspetto repressivo, con le scuole e sulla società che diventa ogni giorno più aggressiva e, prosegue, i ragazzi hanno poca capacità interrelazionale, a causa anche del loro rapporto continuo con internet ed educarli all’uso consapevole della rete”. Segue un excursus storico sulla violenza di genere, introdotta nel 1993 negli Stati Uniti, spaziando con sottigliezza sulla legislazione e punta l’accento sulla violenza psicologica, che fa perdere alla donna l’autostima, quella economica legata al lavoro e quindi all’emancipazione. Accenna ai matrimoni coatti, l’importanza del diritto allo studio delle donne. Conclude “Necessita fare formazione nelle scuole, con l’avvocatura e invia un messaggio “Non andate mai all’ultimo appuntamento”.

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I delitti commessi contro le donne riempiono le pagine dei giornali quasi tutti i giorni. Sono storie di fidanzate maltrattate, di mogli picchiate da anni e poi uccise da ex mariti violenti e possessivi, di figli che si ritrovano all’improvviso a superare le difficoltà della vita senza un genitore e un punto riferimento”. Così ha introdotto il suo intervento Melita Cavallo, già Presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma, spiegando la motivazione al suo pregevole e interessante libro “Solo perché donna. Dal delitto d’onore al femminicidio”.

Forte della sua lunga esperienza in materia, racconta vicende realmente accadute per descrivere tutti gli aspetti giuridici connessi: dal sistema di prevenzione e protezione contro la violenza di genere in Italia alla genesi e all’attività dei Centri Antiviolenza in favore della donne che chiedono aiuto per sottrarsi alla prepotenza del marito o del compagno, fino alle forme di tutela che riceve il soggetto minorenne rimasto orfano della madre ad opera del padre. Un’indagine a tutto campo “è giusto fare luce su tutte le forme di violenza sul sesso femminile, chiarisce l’autrice, una delle piaghe più vergognose e diffuse nella nostra società, in cui le donne, solo perché donne, non si sentono del tutto sicure e protette di fronte a un uomo prevaricatore e violento che agisce e si nasconde molto spesso tra le mura domestiche”.

Alla luce delle sue esperienze in quanto Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile, Presidente dell’Associazione Italiana dei Magistrati Minorili e della Sezione Italia di GEMME, pone l’attenzione sui bambini e conclude “Oggi il bambino e le bambine, nella crescita hanno bisogno di aiuto, si portano dentro il dolore, che non potrà rimarginarsi”. È riuscita a rendere con chiarezza il vissuto dei minori vittime del femminicidio e a far capire come la famiglia adottiva deve possedere una capacità costruttivo-pedagogica per farli crescere sereni di dentro e aiutarli a superare lo stress cronico nel tempo. Ci ha trasmesso quello che è la tragedia nella tragedia, un disturbo cronico, un buco nero difficile da cancellare.

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