Francesco Gabbani in “Ci vuole un fiore”: la musica al centro, invitando al rispetto dell’ambiente

Mercoledì 9 agosto, il vulcanico cantautore si è esibito alla Villa Bellini di Catania, ospite di “Sotto Il Vulcano Fest”, nel concerto organizzato da Puntoeacapo e Bm Produzioni Musicali, con la direzione artistica di Nuccio La Ferlita.

Con la prima data siciliana del nuovo tour che prende il nome dal “one man show” andato in onda il 14 e il 21 aprile in prima serata su Rai1, Gabbani ha – come solito suo – dialogato, suonato, cantato, raccontato, invitato il pubblico a seguirlo e a duettare con lui, seppur accompagnando ogni parola e ogni melodia con assai apprezzati, mai tediosi, riflessioni ed inviti al rispetto all’ambiente che viviamo in ogni istante della nostra vita e, dunque, ad una sempre maggiore attenzione al futuro del nostro pianeta.

Hanno suscitato, pertanto, notevoli apprezzamenti tanto le canzoni che hanno ripercorso la storia della carriera artistica fino ai giorni d’oggi, quanto quei brani che magnificano le meraviglie del nostro pianeta e i brevi monologhi saggiamente proposti durante lo spettacolo, con l’intento di sensibilizzare il pubblico al rispetto dell’ambiente e al rapporto con la natura. Missione perfettamente riuscita, anche perché se c’è un personaggio che sprizza carisma e simpatia da tutti i pori, quello è Francesco, cui appartiene, con naturalezza, l’interpretare la voglia di stare insieme, emozionando e facendo ballare tutti gli intervenuti. E a proposito di canzoni e musica, forti emozioni hanno trasmesso al pubblico, impegnati con Gabbani in quasi due ore sul palco, gli impeccabili interpreti della band, composta dall’imprescindibile fratello Filippo alla batteria, Lorenzo Bertelloni alle tastiere, Giacomo Spagnoli al basso e Marco Baruffetti alla chitarra. Lo stesso Francesco si è diviso tra chitarra acustica e pianoforte, quando non impegnato solo con il canto.

Subito coinvolto il pubblico, con le braccia levate per mostrare un cartoncino con disegnato sopra il fiore simbolo del concerto, per via della cover dell’iconico brano di Sergio Endrigo che apre la serata, Ci vuole un fiore, appunto. Poi, è un continuo tripudio con l’evolversi della scaletta: L’abitudine, Volevamo solo essere felici, Foglie al gelo, ma alle prime note di Amen, il brano che nel 2016 riservò al cantante la notorietà del grande pubblico grazie alla vittoria di Sanremo per la sezione Nuove Proposte, tutto il pubblico si impossessa del sound, che lo fa ballare, muovere e divertire.

Altra cover che inneggia al rispetto per tutto ciò che ci circonda, Il mio canto libero, del grandissimo Lucio Battisti, seguito da Peace & Love, Un sorriso dentro al pianto, Tra le granite e le granate, Eternamente ora; ma non sorprende affatto che i brani successivi scatenino un entusiasmo incredibile tra i presenti, prima con il ballabile, dal taglio volutamente sarcastico, Occidentali’s Karma, che nel 2017 gli aprì le porte di vincitore di Sanremo nella sezione Campioni, poi Viceversa, che gli valse il secondo posto della successiva manifestazione del “Festival dei Fiori”, caratterizzato da un’energia musicale potentissima.

Si ricomincia con È un’altra cosa, poi La mira, ancora una cover bellissima, ennesimo brano capolavoro del cantautorato italiano, Fabrizio De Andrè, ovvero Bocca di rosa; ancora, La mia versione dei ricordi, Pachidermi e pappagalli, per finire con Spazio tempo. Applauditissimo, sommerso letteralmente dai cadeaux dei fan, e invitato al rientro per un bis più che opportuno, Gabbani riparte con un trittico tutto d’un fiato: Il vento si alzerà, Immenso e La rete, per poi cogliere al volo l’occasione di cavalcare il successo di Il Sudore ci Appiccica, che strizza simpaticamente l’occhio alla disco-music, e punta il dito sugli eccessi dell’individualismo. Siamo proprio agli sgoccioli, Francesco percepisce l’abbraccio del suo pubblico e lo invita a cantare tutti insieme nel vero e proprio saluto alla stupenda serata catanese.

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