Festival Etna in Blues 2013

Se tutti i salmi finiscono in gloria, anche le sofferenze del Blues di Mascalucia ha chiuso i battenti con incondizionato successo. Tanto pubblico e tanta buona musica per quello che è il Festival del Blues del Mediterraneo. 

MASCALUCIA (CT)Etna in Blues 2013: un bollettino di vittoria per un Festival che in un momento di soffocante crisi economica, non resta indifferente al difficile momento contingente che tutte le manifestazioni denunciano. Le contrazioni sui contributi pubblici riducono la portata di spesa per la compilazione del cartellone.
Ma, indubbiamente, le tre serate a Mascalucia registrano un anfiteatro praticamente esaurito che accoglie con entusiasmo e affetto uno dei Festival storici italiani. Innanzitutto, il valore aggiunto di questa edizione è stato il progetto Blues in Sicily che coniuga la tradizione dei cantastorie, grazie alla ricca personalità di uno studioso e poeta eminente come Alfio Patti, al vernacolo blues, intinto in tutte le sue sfumature, che vive nella chitarra di Marco Corrao.
Il bluesman siciliano  è, addirittura, andato negli Stati Uniti a presentare il suo ultimo cd. Denominatore comune sono la sofferenza e la speranza dei vinti in cammino verso la redenzione: percorso comune, anche se in tempi e modalità diverse, degli schiavi africani e dei migranti italiani. 
In straordinaria crescita il valore dei gruppi italiani che partecipano a Blues on the road, oramai, concorso nazionale che testimonia l’alto livello raggiunto dalle band.

Per il cartellone principale, grande protagonista e rivelazione assoluta da seguire per la genuinità del progetto, l’africano del Cameron, naturalizzato francese, Roland Tchakountè. Quadrata e dal dinamismo sonoro importante la formazione pugliese degli Harlem Blues Band, arricchita dalla gigionesca presenza del sassofonista americano James Thompson, da anni al fianco di Zucchero.
Personalità che si inserisce a pieno titolo nel Gotha del blues è Eugene Bridges, cui spetta la chiusura di Etna in Blues 2013. Supportato da un trio europeo, l’artista americano ha offerto uno show che è un autentico compendio della musica popolare americana, toccando dal blues al soul (lui è cresciuto con il gospel girando con suo padre e i suoi fratelli) fino ad arrivare alle tipiche ballad intrise di country che tanto hanno sedotto i bluesman neri (si pensi a Leadbelly) al jive, stile vicino al jazz.


Tre giorni nel segno del Blues under Volcano, tanti artisti e tante forze emergenti che non sfigurano nel panorama della musica internazionale.
L’Etna in Blues Festival 2013, al passo con i tempi, si può considerare davvero la realtà musicale che dal Parco Manenti di Mascalucia lancia, a buon diritto, le proprie impronte nel mondo del Blues.  

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