Catania si è unita alle altre piazze d’Italia per manifestare la propria indignazione circa l’affossamento del ddl Zan.
Durante il pomeriggio di ieri, domenica 7 novembre, villa Pacini è stata “culla” di idee e conferme, luogo in cui si sono ritrovati famiglie, associazioni, partiti e comunità per riflettere insieme sui prossimi passi da compiere, con l’obiettivo di porre fine all’omolesbobitransfobia. Storie, volti, anime e cuori che, a manifestazione finita, si sono spostati in piazza Duomo per accendere simbolicamente una torcia, così da affermare con forza il desiderio di fare luce intorno a sé, confermando la propria esistenza dinanzi alle istituzioni.
«La manifestazione ci ha visti protestare ed esprimere la nostra indignazione – afferma il presidente di Arcigay Catania, Armando Caravini – per l’affossamento del ddl Zan. Siamo felici di come la comunità ha risposto, partecipando in massa. È stato un enorme successo, ben oltre le nostre aspettative. Ringraziamo, pertanto, tuttə coloro che hanno partecipato, le associazioni e i volontari che hanno prestato il proprio lavoro e impegno. Il successo della piazza di Catania, che si è così unita alle circa 50 piazze sparse in tutto il Paese, sono l’ennesima conferma che il popolo arcobaleno possiede una capacità aggregativa straordinaria».
Ed ancora: «Questa considerazione – prosegue Caravini – dovrebbe far riflettere il ceto politico: quando si parla di diritti, della vita delle persone, delle loro esigenze, delle diseguaglianze, la gente accorre perché si tira in ballo la individualità di ciascuno. E noi parliamo di noi e di tutta la gente. Avere affossato un disegno di legge largamente sentito e atteso è stato un gravissimo errore, che ha segnato ancora più le distanze tra la politica e il popolo, rendendo così vane le lamentazioni sull’assenteismo elettorale. Domenica, abbiamo dimostrato anche a Catania, e prima ancora in tutte le altre piazze d’Italia, che non ci cancelleranno con i loro “risiko” perché noi esistiamo e resistiamo. Appuntamento alle prossime iniziative».
Durante la manifestazione, inoltre, sono stati ricordati casi di omofobia, susseguendosi testimonianze dirette di chi ha vissuto in prima persona atti di omobilesbotransfobia. Tra le realtà presenti Arci Catania, Arcigay Catania, Articolo Uno, Casa del popolo Colapesce, Culture e identità plurali Cip, Dario Accolla: scrittore blogger e militanet Lgbt+, Famiglie arcobaleno, Gammazita, Giovani democratici Adrano, I Sentinelli Catania, Il Giardino di Scidà – Bene confiscato alla mafia, Lps – Liberi pensieri studenteschi, Mua – Movimento universitario autorganizzato, Partito democratico di Catania, Possibile Catania, Potere al popolo, Rifondazione comunista Catania, Sinistra italiana, Sism Catania, Uaar Catania.
«L’associazione Famiglie Arcobaleno – afferma il referente regionale interno FA Sicilia, Egle Doria – continua a lottare, come già fa dal 2016 quando venne stralciata dalla legge Cirinnà la “stepchild adopotion”, affinché vengano riconosciuti alle nostre famiglie gli stessi diritti delle famiglie eteronormate italiane. Perché i nostrə figlə sono uguali agli altrə. Noi ci mettiamo la faccia contro chi affossa una legge giusta ed esulta per il mancato ampliamento di diritti. Contro chi non ritiene che la vita di ogni essere umano siamo preziosa e vada tutelata. Noi sappiamo bene che “È l’amore che crea una famiglia”, ma i nostri senatori ci hanno dimostrato che l’amore non basta. Ci spettano i diritti, diritti che rendano sicura la vita di ognuno di noi, persone Lgbtqi+ e dei nostrə figlə».
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