Daniele Gonciaruk con “Figli delle Stelle” apre il sipario sull’Universo

Al Teatro Vittorio Emanuele di Messina “Figli delle Stelle” testo scritto, diretto ed interpretato da Daniele Gonciaruk.

Una bella prova teatrale dell’attore e regista messinese che, attraverso il tipico linguaggio del palcoscenico, ripercorre in un monologo la storia dell’Universo 

“Figli delle Stelle”, testo scritto, diretto e interpretato da Daniele Gonciaruk, dopo il debutto in prima nazionale il 20 agosto 2021 all’Arena Villa Dante, nell’ambito della rassegna “Messina Restarts”, promossa dall’Amministrazione Comunale, è stato riproposto dai vertici del Teatro Vittorio Emanuele di Messina che, con lungimiranza, lo hanno inserito per la Stagione Teatrale 2022/2023 in un percorso progettuale rivolto alle scuole cittadine che ha come obiettivo proprio quello di avvicinare i giovani al Teatro, farli tornare e soprattutto farglielo amare.

Succede così di ritrovarsi al Vittorio Emanuele venerdì 16 dicembre ad un matinée con gli studenti delle scuole messinesi, per l’ultima giornata del ciclo di rappresentazioni ad essi proposto, con la bella sensazione che sa regalare un teatro gremito in ogni ordine di posto per:

“Figli delle Stelle”, Special Edition, con sottotitolo “tutto quello che avresti voluto sapere sull’Universo ma non hai mai osato chiedere”.

La tematica è altamente accattivante e se si è pronti a lasciare la Terra per immergersi in galassie, nebulose e lontani pianeti non resta che allacciare le cinture! E allora via in questo affascinante viaggio dove le porte dell’Universo si aprono a tutti e il sipario si alza per svelare le meraviglie che lo compongono, dando occasione di poter vedere, ammirare ed interrogarsi sulle costellazioni che raggruppano migliaia di stelle e che fanno da sfondo ai moti della Luna e dei pianeti.

Gonciaruk, durante il racconto, ben accompagnato con musica dal vivo e da proiezioni, ha ripercorso sia in chiave drammatica che comica la storia del Cosmo, coinvolgendo studenti e docenti: dal Big Bang ai buchi neri, dall’incontro tra materia ed antimateria alla scoperta dei segreti del sistema solare, dalla teoria della relatività di Einstein alla teoria delle stringhe fino alla rivelazione dei delicati meccanismi che permettono la vita sulla terra.

Un linguaggio semplice, frizzante e spesso comico, supportato nelle proiezioni anche da richiami cinematografici e musicali, ha accompagnato l’attentissima giovane platea in questo viaggio intergalattico nella quale, sicuramente, avrà lasciato il segno.

Da rilevare, oltre al taglio di divulgazione scientifica, anche la componente ecologista della rappresentazione che si propone di indurre soprattutto i giovani spettatori a riflettere sui comportamenti umani da adottare, tenendo conto delle conseguenze che da questi possono scaturire per compromettere o preservare la vita del nostro pianeta.

Quindi se l’Universo nasce con il famoso Big Bang, dallo scontro dell’antimateria con la materia e anche il nostro corpo umano ha origine dallo spazio, viene affidato anche a noi, “Figli delle Stelle”, il compito di conservare, custodire e proteggere la vita del nostro pianeta Terra adottando adeguati stili di vita per non rischiare di perdere tutto.

Complimenti a Daniele Gonciaruk ed all’equipe che lo ha accompagnato in questo viaggio ovvero: Patrick Fisichella (alla chitarra), Giovanni Rando (disegno luci e fonica), Andrea Granato, Alessandro Buono e Claudio Iannello (assistenti audio video), Giorgio Rodilosso (programmatore Qlab) e Rosalba Orlando (assistente di palcoscenico).

“C’è un bambino dentro di me – dice alla fine Gonciaruk  – che ancora oggi guarda le stelle e quel bambino è lo stesso che chiedeva la mancetta al padre per andare a comprare in edicola una delle prime enciclopedie a fascicoli sull’astronomia, Fabbri Editori.

Insieme a quel bambino ho costruito questo spettacolo.”

Una bella ed emozionante prova attoriale racchiusa in un’ora e mezzo di rappresentazione, segnata da sentiti e scroscianti applausi finali e dalla miriade di “stelline” che (da tutti i cellulari in sala) hanno riempito la platea e ogni ordine di palchi del Teatro come un intenso e gratificante abbraccio che riscalda il cuore.

 

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