Dalla Russia un film tra realtà e natura

Il film interamente girato in un villaggio russo sperduto

Girare un film in un villaggio russo sperduto in cui l’unico modo per raggiungere la terraferma è attraversare il lago in barca, e farlo con gli stessi abitanti, nel posto più paradisiaco che si possa immaginare: è quello che ha fatto il regista russo Andrei Konchalovsky in ‘The Postman’s White Nights‘, penultimo film in concorso al Festival di Venezia, molto applaudito alla prima stampa.

Il regista descrive una comunità che vive in una semplicità francescana, senza pubblica amministrazione, servizi sociali o posti di lavoro. L’unico uomo che fa da collegamento e che attraversa il lago è il postino, che tra una consegna e l’altra gioca carte con gli abitanti del villaggio, e, da ex-alcolista incallito,cerca ostinatamente di resistere alla voglia di vodka.

Il protagonista, innocente e naïf, si fa maltrattare da una donna che non ricambiai suoi sentimenti, anche se è come un padre per il suo figlio piccolo: gli insegna come si coltivano le patate, come si pesca, insomma, e’ come se lo adottasse. Lei non corrisponde il suo amore, anzi provoca l’innamorato facendosi spalmare da lui la crema sula schiena, ed improvvisamente lo caccia via. 

 Ma la donna fugge dal villaggio trascinando con sè il figlio che non intende abbandonare il suo amico, e trova lavoro in città. Il motore fuoribordo del postino viene rubato e lui non può più consegnare la posta. Il suo normale modo di vivere è così interrotto.

Con la moderna tecnologia ho potuto realizzare l’idea non di girare un film senza scriverlo prima delle riprese. Senza luci e senza trucco, anche se, mentre lo facevo mi chiedevo:chi lo guarderà?”, così dice oggi il regista Andrei Konchalovsky al Lido.

Ora il cinema è sempre più solo business, una industria nel senso negativo del termine. E’ la creazione di un oggetto che non è mai un’opera d’arte” continua. ”Per convincere gli abitanti del posto a recitare nel film (il cast e’ composto dai veri cittadini di questo paese), ci ho messo dieci minuti, mentre per coinvolgerli, una intera settimana. Un film fatto comunque con pochissimi soldi. Anzi avrei potuto farlo senza soldi – dice -, l’unica cosa che costa oggi è solo il suono. Anche per questo sono rimasto molto sorpreso che questo piccolo film sia approdato a Venezia”.

 

 

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