Cutgana: Grotta Palombara oggetto di studi sul carsimo

MELILLI – Siracusa. Il Cutgana promuove un progetto di studi internazionali sul carsismo ipogenico del Bacino del Mediterraneo. La Grotta della Palombara, area protetta, tra fauna e flora tipici della zona

 

 

 

 

 

 

La Riserva naturale integrale Grotta Palombara ricade nel comprensorio dei Monti Clìmiti, nel settore orientale dell’altopiano Ibleo, area protetta ubicata nel comune di Melilli, in provincia di Siracusa, è stata istituita nel 1998, con decreto dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente e si estende su una superficie di 11 ettari. Attualmente è affidata in gestione al Cutgana (Centro Interdipartimentale dell’Università di Catania, diretto da Giovanni Signorello), oggetto di studi internazionali sul carsismo ipogenico del Bacino del Mediterraneo. L’area protetta, nei giorni scorsi, è stata esplorata da un gruppo di speleologi, nell’ambito degli studi condotti da un partenariato europeo, composto dal Dipartimento di Scienze della terra e del mare dell’Università di Palermo, dal Dipartimento di Scienze delle terra e geologico-Ambientali dell’Università di Bologna, dal Polytech Nice-Sophia dell’University of Nice – Sophia Antipolis, dalla French Association of Karstology, dall’Università Nuova Goriza, dall’Università di Innsbruck e dall’Ans “Le Taddarite” di Palermo, con l’ausilio della Federazione Speleologica Regionale Siciliana

 

 

Il partenariato, infatti, ha chiesto la collaborazione del Cutgana per effettuare una prima ricognizione esplorativa. In particolar modo gli speleologi hanno concentrato le attività di ricerca sul sistema carsico presente nell’area protetta (diretta da Sandro Privitera), in quanto rappresenta una delle più importanti cavità naturali della Sicilia orientale per lo sviluppo sotterraneo e la complessità dei sistemi di cavità con una fauna cavernicola variata.

A comporre il gruppo di ricercatori presente nella Grotta Palombara (accompagnati dal tecnico del Cutgana, Valerio Furnari e dal docente Rosario Grasso del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania) il responsabile del gruppo di ricerca, Marco Vattano (Università di Palermo, Ans Le Taddarite e Federazione Speleologica Regionale Siciliana), insieme con Domenico Longo (Università di Catania, Centro speleologico etneo e Federazione Speleologica Regionale Siciliana), Luisa Sausa, Antonella Scrima (Ans Le Taddarite e Federazione Speleologica Regionale Siciliana), Philippe Audra (Polytech’Nice-Sophia), Marjan Temovski (Università Nuova Goriza), Gabriela Koltai (Università Innsbruck) e Jean-Claude D’Antony Nobercourt (French Association of Karstology).

La riserva naturale consta di un pianoro ubicato a mezza costa dei Monti Clìmiti, da cui si può ammirare la Valle dell’Anapo. La Grotta Palombara è una cavità carsica fossile, che si dirama nel sottosuolo ibleo con uno sviluppo complessivo di circa 800 metri su un dislivello di circa 80 metri. L’accesso alla grotta, si apre alla base di una voragine ad andamento semicircolare, formatasi per il crollo della volta di una sottostante sala, con pareti verticali alte 12 metri e con ampiezza del medesimo diametro. Al suo interno, una delle più importanti grotte carsiche siciliane.

Tra queste, di particolare importanza, la “Sala dei Vasi” (per il rinvenimento di due rari vasi a clessidra della facies di Castelluccio negli anni ’60) e la “Sala del Guano“, caratterizzata per lo spesso accumulo di guano posto alla base di un’ampia volta a forma di cupola, in cui vive una colonia di pipistrelli.

Nell’area epigea è presente una fauna costituita da diverse specie di invertebrati e vertebrati. Tra i rettili, la lucertola campestre, la lucertola siciliana, il ramarro occidentale e il biacco, mentre tra gli uccelli, la gazza, il passero solitario, il gheppio, la quaglia, lo storno nero, il piccione selvatico, il colombaccio e la ghiandaia.

Gli ambienti ipogei ospitano lo pseudoscorpione Roncus siculus, specie endemica presente anche nella Grotta Monello e colonie di pipistrelli di varie specie (MyotismyotisMiniopterus schreibersii e Rhinolophus ferrumequinum). 

Caratteristica anche la flora, con forme di vegetazione tipiche della riserva, come il carrubo, l’olivastro e il bagolaro.

 

Un’iniziativa degna del Cutgana, per conoscere meglio il nostro territorio, apprezzandolo e rivalutandolo.

 

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