Nuovo concerto simbolico per il pubblico europeo nel 2024 ad opera del compositore Joe Schittino

L’opera che segna un ulteriore rilancio dell’artista siciliano sarà eseguita ad Osnabrùk in bassa Sassonia commissionata dal teatro della città tedesca.

Nel panorama musicale italiano contemporaneo, già piuttosto scarno e formato ultimamente da saltimbanchi di occasione quando non spento alle ultime fiamme del celebre lucchese Giacomo Puccini, allievo di quel Conservatorio che ebbe a direttore un gran Catanese, Giovanni Pacini suo fondatore (si, il notissimo compositore “maestro delle cabalette” di cui taluni rammentano esser stato “rivale” del “divino Bellini”, ma la storia è molto più complessa…), negli ultimi anni apparve una Luce. Prima umana, poi musicale, alfine melodiosa nella Armonia. E’ Joe Schittino, che da “enfant prodige” (come alcuni ricorderanno) assieme alla sorella Jennifer (adesso affermato soprano del repertorio barocco in quel di Toscana) televisivo nei primi anni Novanta (accanto a varii personaggi del periodo tra cui la indimenticabile bionda -allora- Sonia Cassiani, implacabile nelle sue invettive, oggi ancor libertaria e libera pensatrice) nel salotto del recentemente fu Maurizio Costanzo, assurge negli ultimi tempi a brillantissimo compositore di pagine sopraffine del panorama della musica classica, alternando la tradizione alla innovazione intelligente, mai dissacrata e dissacrante (come fanno alcuni pseudo musicisti ed esecutori di strumento: Schittino ha il massimo rispetto dei maiores e ne venera le sacre ombre) alla creazione ex novo di partiture -alcune recentemente messe in musica nelle stagioni ultime del Teatro Bellini di Catania (città che raramente se non da morti, riconosce i talenti) come a Palermo ed in altre capitali d’Europa, da Amburgo all’est.

Schittino è un vero artista ed un creatore eccezionale: senza albagia, scevro da orpelli decorativi e mutrie folli, sostiene i nuovi talenti e si libra tra i simboli con graziosa levità. Abbiamo appreso che in queste settimane sta componendo un interessante concerto ma prima di ciò riferire, sunteggiamo la sua biografia.

Joe Schittino è stato allievo di Luca Ballerini e Giovanni Ferrauto al Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania, si è perfezionato con Azio Corghi e Ivan Fedele all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma. Già docente di Teoria dell’Armonia e Analisi al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, dal 2022 è ordinario di Teoria, Ritmica e Percezione Musicale al Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo. È autore di opere liriche e sinfoniche eseguite in prestigiosi teatri italiani (Massimo di Palermo, Bellini di Catania, Lirico di Cagliari, Municipale di Piacenza, Coccia di Novara) ed esteri (Nacionalna Opera i Balet Skopje, Slovensko Stalno Gledališče, Huludun Center Taichung). La sua musica è stata ospitata presso istituzioni, luoghi e festival quali: Schleswig-Holstein Musik Festival, Stelzenfestspiele bei Reuth, Auditorium Parco della Musica, Fondazione Pietà de’ Turchini, Istituto Nazionale del Dramma Antico, Maison d’Éducation de la Légion d’Honneur (Concert Présidentiel 2011 sotto il patrocinio del Presidente della Repubblica Francese), Kunitachi College of Music (Tokyo), London Kingston University, Cité Internationale des Arts (Paris), Salle de l’Institut d’Orléans, Philharmonic Hall House of Lenin, BASS 2016 Praha, ArtOrt Festival Heidelberg, Italienisches Kulturinstitut Wien, O’Donnell e Caruth Hall (Dallas). Tra i suoi interpreti: Novosibirsk Philharmonia, Orchestra Filarmonica Italiana, Banda dell’Esercito Italiano, Ensemble Algoritmo, Delta Saxophone Quartet; Antonello Allemandi, Marco Angius, Fabrizio Maria Carminati, Fabio Maestri, Steve Martland, Eckehard Stier, Omer Meir Wellber. La sua musica è recensita su riviste autorevoli (“Neue Musikzeitung”, “Connessi all’Opera”, “Israelnetz”, “BBC Music Magazine”, “StarsSystem”, “The Strad”) e radiotrasmessa da ZDF, Deutschlandfunk Kultur, ADR e NDR Kultur, Hessischer Rundfunk, Radiotelevisione Svizzera e RAI Radio3. Joe, siracusano di nascita, vive a Caltagirone nel settecentesco palazzo Crescimanno d’Albafiorita, ha una fobia per le mele e una passione per i fenicotteri. Catania lo annovera tra i suoi “figli adottivi” prediletti ed egli occasionalmente la frequenta, incantato dalle follìe della città settecentesca, dal barocco segreto e dalle magie imperterrite dei suoi abitanti. Darà forse voce a pagine di mezzi rossiniani (detestate dal buon Vincenzo) o a partiture per contralto o soprano leggero in stile Malibran? Tutto v’ha da attendersi dal suo estro, spesso gioioso.

La notizia interessante: il 10 e 11 marzo 2024 avrà luogo a Osnabrück la prima assoluta di “Fontane”, concerto per oboe e orchestra, commissionato a Joe Schittino dal Theater Osnabrück. Il solista sarà Lukas Brandt, primo oboe della Osnabrücker Simphonieorchester che ha già tenuto a battesimo altri lavori del predetto compositore (tra cui il Quintetto per oboe e archi e, nel 2017, il “Kleines Konzert” per theremin, oboe e quintetto con pianoforte, con la thereminista di fama mondiale Carolina Eyck). “Fontane” sarà eseguito alla OsnabrückHalle e pubblicato dalla venerabile casa Friedrich Hofmeister Musikverlag, attiva a Lipsia dal 1807, che detiene in esclusiva i diritti di Schittino. Il sottotitolo dell’opera è: “die schönen Brünnen von Osnabrück”, ossia “le belle fontane” che adornano la città della Bassa Sassonia (in cui nel 1648 fu firmato uno dei trattati della Pace di Vestfalia). Il riferimento musicale alle celebri “Fontane di Roma” di Respighi sarà giocato (e superato) su un piano sia simbolico che descrittivo, a partire dalla “storia” narrata da particolari scultorei dei singoli monumenti: dalla giocosità scanzonata della Waschfrau (la giovane e prosperosissima ragazza che lava i riluttanti bambini) e dello Steckenpferdreiter (il ragazzino cavaliere su cavallo giocattolo) alla spigolosa drammaticità della scena della peste nella Bürgerbrunnen, il concerto di Schittino sarà una passeggiata simbolica nell’elemento acqua, ma anche attraverso la storia (seria e ufficiale, ma anche divertente e quotidiana) della città tedesca.

Piace comunicare codeste novelle al pubblico degli attenti appassionati della classica con “schittinesco ardire”, diciamo con fare temerario. Poiché le patrie sicule zòlle, troppo vessate da una congiuntura sociale di decadimento a tutti i livelli -senza dire della questione morale- non sono del tutto inaridite ma da esse sgorgano ancor seppure rari, pollòni di fiori e di sangue. Nella sofferenza e in rinnovato ardore: l’amore torna a incidersi sull’ideale pentagramma, verso il perfezionamento che conduce alla anelata e mai compiuta armonia.

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