Rivelare il proprio orientamento sessuale potrebbe non ripagare in termini sociali e psicologici i gay e le lesbiche neri. La ‘magia’ del matrimonio e il benessere delle coppie dello stesso sesso LGBT
Il lavoro scientifico è stato presentato in occasione della conferenza annuale dell’American Psychological Association (APA).
Secondo una ricerca presentata in occasione della conferenza dell’APA, tenutasi in agosto a Washington D.C., gli studi hanno dimostrato che per i soggetti lesbiche, gay, e bisessuali e trasessuali (LGBT) fare “coming out” o rivelare agli altri il proprio orientamento sessuale è un processo d’identità che può conferire vantaggi sociali e psicologici.
Tuttavia, tale ricerca si è concentrata prevalentemente sulle esperienze di LGB bianchi e di classe media. Il ricercatore David Jeffries, MA, e i colleghi hanno analizzato 34 interviste approfondite di LGBT neri (14 donne, 13 uomini) nell’area urbana di Filadelfia, usando analisi tematiche induttive.
Queste evidenziavano quattro temi: un riconoscimento dell’interdipendenza di razza, classe e orientamento sessuale sull’identità in generale; elevati livelli di comfort con le identità sessuali e razziali indipendenti dal proprio stato di coming out; un’ammissione dello stato di outsider nelle principali correnti delle comunità sia nere che LGB; e la gestione di eterosessualità e razzismo in questi rispettivi spazi. In base ai risultati, le scoperte suggeriscono che rivelare il proprio orientamento sessuale agli altri potrebbe non ripagare in termini sociali e psicologici gli LGBT neri quanto riportato nella letteratura esistente.
Sentirsi a proprio agio con la propria identità potrebbe non condurre a, né poggiare su, il rivelare il proprio orientamento sessuale.
Sebbene fare coming out potrebbe offrire vantaggi ad alcuni LGBT neri, i ricercatori hanno concluso che sentirsi a proprio agio con la propria identità in generale e intersettoriale potrebbe anche fornire un mezzo attraverso il quale gli LGBT neri possano attraversare gli spazi sociali e sperimentare una maggiore accettazione sociale.
Mentre la parità matrimoniale ha un impatto positivo (coming in) sul benessere, riducendo lo stress e aumentando i fattori positivi. I ricercatori hanno scoperto che tale impatto positivo non poggia sul riconoscimento del matrimonio da parte dello stato di residenza.
Tuttavia, la disparità matrimoniale influenza le interazioni sociali in quello stato e riduce il supporto sociale. La dott.ssa Ellen D.B. Riggle dell’Università del Kentucky di Lexington e i colleghi hanno condotto una serie di studi quantitativi e qualitativi dal 2002 ad oggi.
Questi includono un sondaggio online nel 2006 con oltre 2500 partecipanti, interviste a più di 100 coppie dello stesso sesso nell’ultimo decennio e uno studio online con più di 1000 intervistati nel 2013.
“In base al nostro lavoro, riteniamo che il matrimonio abbia un valore intrinseco per le persone che formano coppie dello stesso sesso”, concludono i ricercatori.
“Inoltre, la parità matrimoniale trasmette un messaggio che influenza l’ambiente naturale e aumenta il supporto sociale percepito da una coppia. Il maggior supporto sociale può tradursi in un benessere maggiormente positivo per le coppie e le comunità”.
(fonte: Conference Reports by RSi Communications)