CittadinanzAttiva chiede delle conferme

Sembrano buoni i risultati di un farmaco su modelli animali di autismo. Uno studio guidato da Stuart Lipton dello Scripps Research Institute di La Jolla, in California, pubblicato sulla rivista Nature 260px-Autism-stacking-cans_edit - Copia

Dopo che l’ ANSA aveva anticipato che un farmaco, la nitrosinaptina, in sperimentazione aveva dato buoni risultati su modelli animali di autismo, ieri la rivista Nature pubblicava lo studio, guidato da Stuart Lipton dello Scripps Research Institute di La Jolla, in California, che evidenziava gli effetti positivi della sostanza in grado di ripristinare il corretto funzionamento dei neuroni, almeno su modello murino. Tali notizie hanno suscitato notevole interesse ed acceso aspettative, com’è comprensibile, presso le famiglie di soggetti portatori di disturbi dello spettro autistico per cui CittadinanzAttiva, anche a nome dell’associazione “Bambini Speciali”, ha chiesto ai Commissari del Policlinico Universitario, dell’IRCCS Piemonte ed al responsabile dell’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti “Eduardo Caianiello” (Isasi) del Cnr quali iniziative concrete intendono assumere per far verificare alle strutture specialistiche dipendenti la validità delle conclusioni cui giunge lo studio. Ed inoltre, in caso di verifica positiva, quali ulteriori iniziative intendono assumere. L’autismo è un disordine neuropsichico infantile, che può comportare gravi problemi nella capacità di comunicare, di entrare in relazione con le persone e di adattarsi all’ambiente.

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dal Ministero della Salute

L’autismo rientra in quelli che vengono definiti “disturbi pervasivi dello sviluppo”, un insieme di disturbi complessi comprendenti, tra gli altri, la sindrome di Asperger, il disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato (complessivamente definiti come disturbi dello spettro autistico), che possono manifestarsi con gradi variabili di gravità. Si tratta di disturbi che dipendono da un alterato sviluppo del cervello.
Chi ne è affetto presenta problemi di interazioni sociali, problemi di comunicazione (verbale e non) e comportamenti ripetitivi. Possono essere inoltre presenti disabilità intellettiva, alterazioni della coordinazione motoria, disturbi gastro-intestinali. I problemi compaiono già nella prima infanzia, cioè intorno al 2°-3° anno di vita e persistono per tutta la vita. Fondamentale la presa in carico tempestiva del soggetto, intervenendo per esempio con qualche forma di terapia comportamentale. Non esistono cure definitive, ma sono disponibili trattamenti che possono essere d’aiuto. Questa condizione, la cui diffusione è in aumento, secondo recenti stime americane, interessa un soggetto su 88, con i maschi colpiti 4-5 volte più di frequentemente rispetto alle femmine. In Europa la diffusione varia da paese a paese: si passa da una prevalenza di 1 su 160 in Danimarca, a una prevalenza di 1 su 86 in Gran Bretagna. Ad oggi non è stata individuata con certezza la causa dei disturbi dello spettro autistico, ma in un 10-15% dei casi è individuabile una causa genetica. In questo caso si parla di forme di autismo secondario (per esempio sindrome del cromosoma X fragile, sclerosi tuberosa, sindrome di Rett).

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