Centenario della nascita del chitarrista Alirio Diaz ricordato a Catania al Conservatorio Bellini

Una tavola rotonda di esperti e studiosi dell’opera del grande Artista venezuelano e due concerti ne hanno illuminato l’opera.

Non avrei potuto chiedere alla mia infanzia, ai miei paesi e alla mia gente un migliore substrato culturale, musicale e umano“: con tale riflessione, il grande chitarrista venezuelano, ma italiano di elezione, Alirio Diaz, sintentizzava il legame profondo col suo popolo, in maniera emotiva e umana.
Ricorrendo il centenario della nascita di colui che venne chiamato “il chitarrista dei due mondi“, il Conservatorio Bellini di Catania su iniziativa del docente unico di Chitarra professore Agatino Scuderi (che di Diaz fu allievo ed oggi ne continua la tradizione) si è svolta venerdì 1 dicembre nell’auditorium dell’Istituto, una tavola rotonda sulla figura musicale e umana dell’Artista, a cui hanno partecipato, oltre a Scuderi che ne ha coordinato i lavori, il professore Corrado Ratto che ha dato i saluti di apertura a nome della dirigenza dell’ente, il chitarrista danese Maestro Finn Elias Svit, il critico musicale e giornalista dottore Francesco Giordano, la docente di istituti di istruzione secondaria Norma Viscusi, il docente di Storia della Musica Giuseppe Montemagno.

Dopo i saluti di Scuderi, il percorso di Diaz dall’infanzia all’approdo in terra d’Italia nel dopoguerra fu delineato dal professore Montemagno, che ha sottolineato la valenza musicale del personaggio. La docente Norma Viscusi da cultrice musicale, ha voluto delineare la versatilità di Diaz nell’essere polistrumentista e attento alla umanità didattica verso i suoi allievi.  Il chitarrista danese Finn ha messo in evidenza la relazione tra il vibrato e la emotiva cadenza di Diaz, che nulla tralasciò per rendere il suo messaggio a tutti comprensibile. Il giornalista e critico musicale Francesco Giordano, nel rilasciare una immagine sociale di Alirio Diaz, attivo anche in TV negli anni Settanta, ha voluto evidenziare come il triangolo musicale America Latina-Europa e Sud del Mondo, passando per la Spagna, fu ed è essenziale per Diaz come per i suoi allievi, aderenti a quel riscatto sociale che vide lo stesso Alirio evitare il destino da “campesino” e giungere alla meraviglia delle sei corde, perchè “un uomo non può dimenticare la sua anima” egli sovente affermava.

La Musica, ha concluso Giordano ricordando di aver assistito al concerto che Alirio Diaz diede al teatro Piscator di Catania nel 1997, rende l’uomo un rivoluzionario allorché -parafrasando una frase di Fidel Castro – egli crede nell’uomo e negli esseri umani: così attraverso brevi letture di poesie sulla chitarra di Garcia Lorca, Pablo Neruda e Antonio Machado, ha definito Alirio Diaz – coi versi del giornalista combattente cubano e libero pensatore Josè Martì – “la rosa bianca” dell’arte chitarristica, laddove le mani si intrecciano nell’amicizia che, come l’amore, è incontro che supera barriere razze e ideologie.

La tessitura splendida, arricchita da una vesta aneddotica personale, avendo più volte ospitato Alirio Diaz, è stata la trama dell’intervento finale del Maestro Agatino Scuderi: con somma delizia e umanità, ha egli tracciato non solo il ritratto di un artista che lasciava piena libertà agli allievi di esprimere le proprie emozioni valorizzandone i talenti, ma anche risaltava per la sua umiltà e gentilezza, doti rare nel panorama culturale e musicale. Scuderi ha anche ricordato i concerti di Diaz a Catania, sia nel quartiere Trappeto nord nel 1988 sia nell’auditorium del Conservatorio allora Istituto Musicale Bellini, alla presenza di docenti severissimi quali la indimenticata pianista Agatella Catania (tanti talenti gemmarono dalla sua scuola, a sua volta derivata da quella del Maestro Franco Cristina) e l’attenzione di Diaz verso i più umili, mai dimenticando le proprie origini.  

Con il ricordo corale del Novecento chitarristico di Andrès Segovia, fondatore della cattedra di Chitarra alla Accademia Chigiana di Siena, di cui Diaz fu il successore (di Segovia, questo immenso Poeta della chitarra, ricorre pure il 130esimo dalla nascita, che sarà ricordato a breve) e della chitarrista donna più splendente del Novecento mondiale, ovvero Ida Presti (di origine siciliana-francese, l’anno prossimo sarà ricordato il centenario della nascita.
Il Maestro Scuderi da anni promuove un concorso chitarristico a lei intitolato) la conferenza si è felicemente conclusa, con le esibizioni dei giovani e talentuosi allievi del corso di chitarra Gioele Notaro e Samuele Vaccaro, i quali hanno eseguito il Valzer venezuelano di Antonio Lauro e la Lanera, trascritte da Diaz. 
Le celebrazioni si concludono con due concerti, l’uno del Maestro Finn Elias Svit (che ha tenuto una masterclass di chitarra in Conservatorio) il primo dicembre alle 19.30, l’altro del Maestro Agatino Scuderi sabato due dicembre alle 18.30, in auditorium del Conservatorio a ingresso libero.

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