Catania, tre schiaffi d’umiltà

I piemontesi vincono 3-2 con una punizione di Ronaldo, ancora lacrime in casa Catania

Dopo il deludente pareggio subito al 94′ in casa col Lanciano, il Catania affronta la Pro Vercelli, neopromossa dello scorso campionato di Lega Pro. E forse è proprio questo il problema.
Gli uomini di mister Pellegrino scendono in campo convinti di portare facilmente a casa i tre punti. Forse non si può dare loro torto quando, al 30′ minuto di gioco, Cosenza dà un colpo al volto di Cani e si fa espellere dall’arbitro Nasca di Bari. Forse si può addirittura dare loro ragione tre minuti più tardi quando Martinho, fino a lì impalpabile, conclude un meraviglioso triangolo offensivo con Monzon, scagliando il pallone in rete e portando il Catania in vantaggio. Ebbene, seppur gli etnei non concludono il primo tempo brillantemente, si ritirano negli spogliatoi avanti di una rete a zero rispetto all’avversario. Sembra quasi il replay del primo tempo con il Lanciano di otto giorni fa, con la variante che la squadra rossazzurra sia anche in vantaggio numerico. Ma nel secondo tempo accade un disastro peggiore di quello avuto in casa nella prima giornata del campionato di Serie B. Il Catania, infatti, dovrebbe chiudere immediatamente una partita che è quasi messa in cassaforte, ma perde troppo tempo a pavoneggiarsi, a guardarsi allo specchio, a farsi bello… ed è lì che inizia la partita della Pro Vercelli. Al 60′ Marchi batte di testa Alberto Frison, sfruttando un grande errore di marcatura di Spolli che lo lascia libero di insaccare. Come se non bastasse, dieci minuti più tardi Gaston Sauro si fa ammonire per la seconda volta, ristabilendo la parità numerica, per un fallo commesso al limite dell’area di rigore quasi da ultimo uomo. Ronaldo ( che non è nessuno di chi potremmo immaginare leggendo questo nome, ma si rivelerà poi l’eroe di giornata ) batte la punizione che prima si stampa sul palo e poi viene ribattuta in rete da Belloni. Dunque il Catania subisce l’1-2 fulminante della Pro Vercelli, ma Martinho non si dà per vinto e con tanta caparbietà si fa atterrare in area piemontese e si procura il calcio di rigore del 2-2 trasformato da Rosina al 78′. Le sorti della gara sembrano riprese in mano dai siciliani, ma è proprio Ronaldo che sferra il terzo schiaffo a Spolli & Co.

Come? Con un calcio di punizione nel quale Frison mostra grande incertezza non riuscendo a prendere una palla che finisce sul palo difeso dal medesimo. Inutili gli ultimi molli tentativi del Catania di riprendere in mano una gara assurda che si tramuta nella sua prima sconfitta stagionale.

Che dire? Sono ancora tanti gli errori ed i problemi della compagine rossazzurra.
Partiamo dalla tematica riscontrata già in occasione della prima giornata. Si tratta di una squadra a trazione anteriore, dove appunto dimostra grandi doti tecniche e supremazia di gioco nella fase d’attacco, che però è priva di equilibrio dietro. Sì, perchè due incontristi come Rinaudo e Calello non riescono a fare filtro a centrocampo, nè, per le loro caratteristiche generose, riescono a chiudere la gara indenni da cartellini gialli che nell’arco dei novanta minuti condizionano non poco il loro raggio d’azione.
Discorso difesa. Risulta palpabile come i due centrali soffrano moltissimo la non copertura di due terzini che non sono pervenuti, finendo anch’essi col commettere errori grossolani di marcatura, soprattutto nelle palle inattive. L’errore di un portiere infine ci può anche stare, ma per come siamo abituati a Catania, meglio che non ci sia.
Adesso possiamo elencare tutti i grattacapi tecnico-tattici del mondo, ma il problema più importante è la solita mentalità spocchiosa e lungi da quella che dovrebbe mostrare in campo una squadra che deve riconquistarsi la Serie A. Non conta essere il Catania e pensare di vincere le partite per grazia divina. La Serie B è un campionato dove non ci sono regali, ma anzi nel quale più sei blasonato, più crei stimoli nelle avversarie. Non contano il bel gioco, il possesso palla, l'”avremmo meritato”. Qui bisogna avere concretezza, giocare col sangue agli occhi e con la bava alla bocca per portare a casa la vittoria. Ma soprattutto bisogna dimostrare umiltà, perchè come le avversarie non sono nessuno, neanche noi lo siamo. Gli elementi della rosa che conoscono già questo campionato dimostrano infatti che l’unica via da perseguire è quella della lotta agonistica su tutti i palloni, senza pensare a nient’altro. Tutti gli altri, invece, devono imparare a giocare questo campionato fatto di pedate, sportellate, spinte, manate e chi più ne ha, più ne metta. Questi tre schiaffi possono fare davvero bene considerando che sabato prossimo si andrà nella bolgia del Renato Curi di Perugia dove il Catania affronterà un’altra neopromossa che ha già totalizzato 6 punti in due gare, vincendo contro Bologna e Bari, favorite a raggiungere la massima serie. Dunque non c’è molto da star tranquilli.

Davvero questi anni ascendenti di Serie A, sicuramente un lusso per la nostra città, ci hanno così imborghesito? Ma poi, non è bastata una disgraziata retrocessione a farci fare un bagno d’umiltà? Evidentemente ancora no. Certo, è troppo presto per fare già dei processi alla seconda giornata, ma così dicendo nella passata stagione abbiamo perso la massima serie. Rimbocchiamoci le maniche, per chi non lo avesse fatto, perchè già siamo in ritardo di due partite. Catania è arrabbiata, tanto, e vuol tornare ad essere quella d’un tempo, rappresentata da una squadra degna di questo nome. Lanciano e Pro Vercelli ci hanno dato prova di come si debba giocare in Serie B, con tre schiaffi ciascuno. Tre schiaffi d’umiltà.

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