A Catania, ultimo attesissimo appuntamento con Niccolò Fabi, al Teatro Metropolita, lunedì 27 febbraio alle ore 21.00.
Con grandissimo successo di pubblico e critica, sta per volgere al termine il viaggio, iniziato a maggio 2016, con cui Niccolò Fabi ha portato live in Italia e in Europa il suo ultimo progetto discografico, “Una somma di piccole cose”.
Ultimo attesissimo appuntamento sarà a Catania, lunedì 27 febbraio, al Teatro Metropolitan, ore 21.
Durante il tour teatrale Niccolò Fabi esegue i brani estratti dal suo ultimo album “Una somma di piccole cose” e i suoi più grandi successi, accompagnato sul palco dal cantautore torinese Alberto Bianco e la sua band, composta dai musicisti polistrumentisti Damir Nefat, Filippo Cornaglia e Matteo Giai.
Inoltre, il cantautore romano il 16 giugno 2017 si esibirà live in Germania nella città di RÜSSELSHEIM AM MAIN, ospite del festival annuale “HESSENTAG”, tra i più antichi e importanti festival del territorio tedesco.
Disponibile in tutti in negozi di dischi, in digital download e in tutte le piattaforme streaming, “Una somma di piccole cose” (Universal Music), può essere definito come il riassunto più efficace ed emblematico delle caratteristiche umane e musicali del cantautore romano e del suo percorso artistico, iniziato ormai venti anni fa e proseguito sempre in maniera personale.
Cantautore, produttore e polistrumentista Niccolò Fabi ha alle spalle 9 progetti discografici, 1 raccolta e numerose e importanti collaborazioni artistiche, la più recente quella con i compagni e amici Max Gazzè e Daniele Silvestri. Negli anni ha inoltre continuato a lavorare sul rapporto tra parole e musica sia in termini performativi con appuntamenti all’interno di rassegne culturali che in chiave formativa, è attualmente docente all’interno della scuola Officina delle arti Pierpaolo Pasolini. Impegnato nel sociale, il cantautore continua attivamente la collaborazione con l’ONG Medici con l’Africa – Cuamm e recentemente ha scritto insieme al geologo Mario Tozzi lo spettacolo “Musica Sostenibile”, indirizzato alla comprensione e alla divulgazione di tematiche ambientali, spesso dimenticate.
Una somma di piccole cose è l’ottavo disco in studio di Niccolò Fabi.
Un disco che può essere definito come il riassunto più efficace ed emblematico delle caratteristiche umane e musicali del cantautore romano e del suo percorso artistico, iniziato ormai venti anni fa e proseguito sempre in maniera personale e anticonvenzionale.
Scritto, suonato e registrato integralmente da Niccolò Fabi in una casa di campagna, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, “Una somma di piccole cose” è il frutto di una scelta stilistica molto precisa, con un colore di fondo costante e riconoscibile che accompagna tutte e 9 le tracce dell’album.
Dopo aver giocato negli ultimi due anni a mescolare voci e canzoni con gli amici Max Gazzè e Daniele Silvestri, Niccolò Fabi ha acquisito maggiore consapevolezza della propria identità e ha scelto, infatti, nel momento probabilmente più alto della sua carriera, di abbandonare le regole commerciali e liberare la creatività, desideroso di fornire al pubblico il disco che avrebbe sempre voluto essere in grado di fare.
Nel suo processo di sottrazione fa cadere l’ultimo velo e si presenta nudo e crudo agli ascoltatori.
Il disco suona essenziale e caldo, i riferimenti musicali sono espliciti, c’è tutto il sapore del cantautorato indie folk statunitense, Sufjan Stevens e Bon Iver in testa. Una scelta di appartenenza ben precisa che si ritrova in tutti gli aspetti estetici, grafici e fotografici.
Ciò che però non fa cadere Fabi in inutili cliché è l’aspetto letterario: i testi, l’uso delle parole e delle melodie che le sorreggono, melodie che da sempre sono un suo tratto distintivo molto riconoscibile e che in questo caso divengono il nucleo, il centro.
L’intensità e la liricità sono la componente predominante, quasi dei piccoli trattati di anatomia psicologica che analizzano in modo molto lucido, a tratti spietato, dinamiche emotive personali e collettive, cantate con una leggerezza delicata ma potente che ne comunica sempre una possibile risoluzione.
Emerge la necessità di utilizzare la canzone come farmaco contro il disagio sociale, il dolore personale e di raccontare la condivisione come unica possibilità di lenire la sofferenza.
Nella sua apparente semplicità "Una somma di piccole cose" è ricca di punti di vista.
A parlare infatti è l’amante alle prese con le trasformazioni del sentimento d’amore in “Una mano sugli occhi”, ma anche il cittadino in fuga dalla disumanizzazione delle metropoli in “Ha perso la città” e “Filosofia agricola”. È il padre che prende in prestito il linguaggio infantile per descrivere un mondo ideale in “Facciamo finta” e che raccoglie immagini in "Le chiavi di casa" e ancora, è la narrazione dell'uomo disilluso che sceglie di lasciare spazio alla speranza in canzoni come "Una somma di piccole cose" e "Non vale più".
Il desiderio di creare o sottolineare alleanze è anche alla base della scelta di inserire nel disco una versione di “Le cose non si mettono bene”, un brano degli Hellosocrate, band di Civitavecchia non più in attività a causa della prematura scomparsa del cantante Alessandro Dimito. Fabi, che aveva conosciuto e apprezzato gli Hellosocrate al Festival di Musicultura, ha così deciso di omaggiare la bellezza della loro canzone e il loro percorso sfortunato.
“Una somma di piccole cose” è un disco semplice e profondo, che fa pensare, commuovere e sperare con un linguaggio musicale consapevolmente lontano dalle esigenze e dalle logiche radio televisive.
Per chi utilizza la musica per accompagnare e comprendere meglio i propri stati d’animo questo disco potrebbe suonare come un balsamo, per gli altri forse potrebbe essere ostico e di difficile comprensione.
Il consiglio è di ritagliarsi il tempo necessario per fare un piccolo viaggio.