CARLOS FREIRE: IL VIAGGIO NELLA SICILIA DI VINCENZO CONSOLO

Il fotografo Freire racconta la Sicilia, in parte attraverso le parole dello scrittore Cunsolo e in parte attraverso i suoi scatti – direttamente – nel suo lungo peregrinare nell’isola.IMG_4002

CATANIA – Per Carlos Freire, nativo di Rio de Janeiro (1945) e da anni residente in Francia, la Natura non è mai stata un’entità astratta ma una presenza concreta, possente, rassicurante, quale si rivela attraverso i suoi scatti.
Artista privilegiato, Freire, si è giovato di quell’irripetibile intersecarsi di creatività e di sperimentazione – arte, letteratura, paesaggio, natura –  e dall’intensa relazione nata con molti esponenti del mondo culturale incontrati
Marguerite Yourcenar, Roberto Rossellini, Francis Bacon, Andy Warhol, Renzo Piano, Jorge Luis Borges, Vincenzo Consolo – che con lui hanno deciso di collaborare e dei quali ha fotografato i lavori con intelligenza intuitiva.
In particolar modo c
on lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo, conosciuto a Parigi, Freire inizia a raccontare la Sicilia, in parte conosciuta attraverso le parole dello scrittore e in parte sperimentata direttamente nel suo lungo peregrinare nell’isola. In Sicilia, alla scoperta dell’imperitura bellezza che la caratterizza, l’artista brasiliano, in una serie di scatti in bianco e nero, celebra le effigi – essenzialmente come forma privata – e in seguito e soprattutto come realtà e manifestazione di vita. La sua non è solo una ricerca paesaggistica o documentaristica; è prevalentemente la volontà di raccontare la grande tensione dei mutamenti della società e delle culture che da secoli hanno abitato e forgiato l’humus di un territorio unico.
carlosfreireIl grafismo delle immagini che interpretano le calde atmosfere isolane, confermano in Carlos Freire la validità dei suoi scatti e arricchiscono le qualità formali della sua visione in termini di effetti di luce e di linee compositive in netta comunione spirituale fra natura e umana società.
Più la disposizione dell’ambiente è semplice più diventa straordinaria l’intensità visuale evocata, prodotto, che, senza alcuna distorsione iconografica, diventa risultato eloquente, suggestivamente espresso dal suo obiettivo e dalla modellatura potente, calda e atemporale della luce mediterranea. 

Abbiamo incontrato Carlos Freire in occasione dell’undicesima edizione del MED PHOTO FEST 2019, dove, alle Cucine dell’ex Refettorio (Aula Magna) e il Coro di Notte dell’ex Monastero dei Benedettini, sede del dipartimento Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, espone una selezione di foto tratte dal suo libro “Carlos Freire dans la Sicilie de Vincenzo Consolo”.

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Com’è nato il suo viaggio in Sicilia?

È una storia lunga. La mia prima visita in Sicilia risale a più di trent’anni fa: un primo approccio che mi ha permesso di conservare, di questa terra, immagini di un’aura magica densa di fascino e di mistero. Successivamente è stato l’incontro con Vincenzo Consolo ha darmi la possibilità di iniziare un rapporto più intimo con la Sicilia; un’intesa fondamentale che ha portato alla realizzazione del libro “Carlos Freire dans la Sicilie de Vincenzo Consolo”. In questo viaggio ho sperimentato e ricostruito, in ogni singolo scatto – come simbolo residuo dell’atto creativo -, paesaggi in cui ho rintracciato la dimora ideale o la città ideale, e ridare memoria e consapevolezza ai luoghi e di scoprire una bellezza assolutamente straordinaria. Negli anni successivi sono ritornato più volte in Sicilia dove ho ri-trovato paesaggi – ogni volta sempre nuovi – e creato altrettanti nuovi punti di vista. 

Il viaggio come nozione permette di entrare in rapporto con l’ambiente.  Sono tanti gli scrittori che hanno raccontato la Sicilia…

C’è una letteratura siciliana che parte dalla mitologia classica e che giunge fino a noi ancora intrisa di mistero e di fascino. Pirandello, Verga, Bufalino, Sciascia, Consolo hanno descritto questa terra nella sua struttura e nei suoi tratti intensi e commoventi, sia nella sua bellezza – soprattutto per esaltarne le qualità culturali e ambientali – sia nella dura quotidianità con le sue tragedie. Trovo che la stessa esuberante bellezza si riscontri nei paesaggi partenopei, nella Napoli che ho fotografato e pubblicato insieme a Cesare de Seta nel lontano 1992. Penso che Napoli e la Sicilia siano accomunate dalla stessa identica bellezza… una bellezza, che a mio avviso, trovo altrettanto tragicaConsolo_Sciascia_Bufalino-612x335

                                             Consolo, Sciascia e Bufalino

Cosa la attrae di questa terra? 

Mi attrae la gente e i pochi amici che amo incontrare; gente con qualità umane che riescono sempre a sorprendermi. Devo confessare che in Francia è diverso…

Cosa rimane ancora da raccontare della Sicilia?Carlos Freire11

C’è ancora tanto da raccontare. E io sono sempre curioso di scoprire i valori della tradizione siciliana e delle bellezze naturali che qui trovo immutate.
Credo che l’arte, e in questo caso la fotografia, sia la rappresentazione più efficace del “senso di eternità”; il prodotto dell’ingegno e della creatività dell’uomo espresso nel singolo fotogramma di un istante.
Da Cefalù a Siracusa, da Trapani a Catania: sono gli stessi paesaggi che hanno visto i greci, i fenici, e che nonostante il tempo – ancora oggi – scopriamo con la stessa dimensione estatica, originaria, come qualità trascendente, metafisica e di assoluto splendore. Nel mio obiettivo la bellezza è nel paesaggio così come nel ritratto.

Ma lo scenario del mondo cambia, perché cambiano gli stili di vita…

Bisogna fare attenzione al modo in cui viviamo, soprattutto ai nostri stili di vita e cercare di avere più rispetto per l’ambiente non trascurando i rapporti umani…

114925610-ca524275-022e-4b82-b357-860542f11bd1Cosa rappresenta per lei lo “scatto” in termini emotivi?

Lo scatto è una reazione emozionale! Non è cerebrale, ma viscerale. La reazione emozionale ti prende in un momento, in solo momento… momento che devi fermare perché comprendi che è quello giusto; perché è quel momento e non sarà un altro. È un’opera dello spirito, perché frutto dello spirito libero che abita in te… Non c’è nulla di preparato, di preconfezionato. Ne senti subito le sollecitazioni, l’esaltazione, le vibrazioni… E allora l’azione diventa automatica; sai che devi agire proprio in quell’istante. È la magia di un momento…! E la sua realizzazione è brevissima.

A cosa sta lavorando attualmente?

Ho i miei tempi lavorativi che sono cruciali per creare nuovi interessi, nuove curiosità e nuova linfa. Lavoro dopo una lunga osservazione. Nei giorni scorsi sono stato a San Fratello per fotografare i massicci cavalli dei Nebrodi i quali saranno i protagonisti del mio prossimo lavoro.

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