“Caleidoscopio di racconti”, Giuseppe Giaconia Di Migaido presenta il suo nuovo libro

Come il caleidoscopio è uno strumento ottico che si serve di specchi e frammenti di vetro o plastica per creare una molteplicità di strutture simmetriche così all’interno del libro che ha scritto il Barone potrete leggere cinquanta racconti  diversi per struttura e trama che certamente vi appassioneranno e vi faranno trascorrere delle ore liete lontano dalla “pazza folla”, magari con in mano un buon bicchiere di whisky!

Giuseppe Giaconia Di Migaido discende da una nobile stirpe  che ha avuto origine nei primi dell’anno 1000. Nato a Mistretta, in provincia  di Messina, vive tra Palermo e Cefalù. Parliamo oggi con l’autore della sua ultima fatica letteraria dal tiolo “Caleidoscopio di racconti”. Sono 50  i racconti che tu  Giuseppe hai inventato o tra queste cinquanta storie alcune sono vere?

“I 50 racconti contenuti nel volume “Caleidoscopio di racconti” sono stati scritti nel tempo, alcuni sono ricordi di gioventù ed altri collegati alla mia passione automobilistica, quindi corrispondenti al vero. Ve ne sono però molti altri frutto della mia fantasia e cito tra questi “Il fantasma del castello” scritto in un giorno di pioggia all’interno di un castello posto in una rocca dell’Alto Lazio, nel quale mi sono ritrovato ospite di amici”.

Molto struggente e piena di sentimenti la storia che si intitola “La lettera di Gigi”. Quali altri temi hai voluto stigmatizzare nei tuoi racconti oltre a quello indissolubile con la propria famiglia unico legame  che il cuore non potrà mai  dimenticare?

“Il racconto “La lettera di Gigi” è stata scritto alla vigilia di un Natale di due anni fa ed è stata da me utilizzato per accompagnare gli auguri per le festività ai tanti amici sparsi per il mondo. Il messaggio che ho voluto lanciare è quello che anche i sogni si realizzano, occorre avere fede!”.

Cosa manca, secondo te, alle nuove generazioni che le precedenti hanno avuto?

“Le attuali generazioni, volendo generalizzare, hanno perso i valori fondanti dell’amor di patria e quello della famiglia. Proprio all’interno delle famiglie non viene più curata l’educazione ed il rispetto per il prossimo, tanto che si giunge da parte di alcuni genitori a stigmatizzare il comportamento dei docenti pur di difendere il proprio figlio. Ciò è diseducativo e contrario al processo di formazione del ragazzo”.

Quali sono stati gli ammaestramenti  che  i tuoi amati genitori ti hanno dato e che tu adesso dai ai tuoi nipoti?

“Riferendomi al quesito precedente, devo ammettere che per fortuna nella mia famiglia, tale processo non è avvenuto in quanto l’educazione ricevuta dai miei genitori, peraltro molto rigida ed adeguata ai tempi, è stata trasferita con i dovuti aggiornamenti ai miei figli e da questi ai miei nipoti i quali stanno crescendo in maniera che possano inserirsi nella società come si deve e vivere una vita degna di soddisfazioni. Auspico pertanto che la società in genere possa cambiare!”

Cosa significa essere nobili nel 2023?

“Questa è una bella domanda! Essere nobili al giorno d’oggi comporta delle responsabilità comportamentali se si crede nei valori della vita. Ai miei nipoti ho insegnato che non è importante appartenere ad una famiglia nobile, ma ciò che veramente conta è la correttezza nelle azioni ed il rispetto del prossimo. Si può essere grandi uomini o donne senza essere nobili. Non è un marchio di fabbrica.”

Ricordiamo ai lettori di Globus Magazine, i titoli dei tuoi libri precedenti e quale tra questi ti ha più coinvolto?

Sino ad oggi ho pubblicato sei titoli. Il primo nel 2016 dal titolo “Utopia Maditerranea” ambientato ad oggi, illustra una Sicilia che avrebbe potuto essere e purtroppo non è. Il secondo “Vita di un Gattopardo” del 2019 è la storia romanzata di mio bisnonno vissuto a cavallo del diciannovesimo secolo. A seguire il terzo del 2020 dal titolo “Dossier Atlantic” uno spy-story che si svolge nel corso della seconda guerra mondiale. Quindi “La stirpe di Draghi” del 2021 un romanzo storico che comprende ben dodici secoli, dall’800 al 2000, con inizio in Danimarca e Scozia e conclusione in Sicilia. A seguire “Il pozzo della vita” del 2022 una storia d’amore con connotazioni hard. Per finire con il già citato “Caleidoscopio di racconti”. Tutto quanto da me sinora scritto è stato coinvolgente, ma desidero citare “La stirpe di Draghi” per il quale ho lavorato molto ma che inizialmente ha avuto un iter travagliato nella pubblicazione, tanto che adesso è stato ristampato. Tutta la mia produzione letteraria si trova sul sito web – giuseppegiaconiadimigaido.it

Nel raccontare ai lettori cosa è la “Targa Migaido”, dove si svolge  e quale è lo scopo recondito della manifestazione, volgiamo lo sguardo al recente tuo passato e regalaci un tuo ricordo di Donna Costanza Afan De Rivera, ultima discendente dei famosi industriali Florio, recentemente scomparsa. Una donna che con te ha condiviso tanti momenti importanti? 

“La “Targa Migaido” è una delle tante manifestazioni motoristiche e culturali da me organizzate in circa trent’anni per soddisfare la mia    passione motoristica. Di questa ne sono state disputate tre edizioni anche con lo scopo di far conoscere i territori dei monti Nebrodi occidentali, dove sorge l’ex feudo di Migaido, e che comprende i Comuni di Tusa, Pettineo, Castel di Lucio, Mistretta e Santo Stefano di Camastra, tutti in provincia di Messina. A tal proposito desidero ricordare le altre manifestazioni da me organizzate nel tempo: Palermo Winter – 11 edizioni, Grand Tour internazionale di Sicilia – Targa Florio – 7 edizioni, 1000 Kilometri di Sicilia – 5 edizioni, Coppa Principi Lanza di Trabia – 4 edizioni, oltre a tante e tante altre. Oggi ho deciso di non proseguire più in tali attività e di dedicarmi solo alla partecipazione ad eventi nel settore della regolarità automobilistica. Di Costanza Afan de Rivera Costaguti, che è stata la mia compagna di vita per 13 anni e che oggi non è più su questa terra, ho innumerevoli ricordi, ma ciò che mi è rimasto più impresso di Lei era la sua gioia di vivere e la determinazione ed impegno in ogni attività nella quale si cimentava, tanto che ho creato su di Lei una sorta di slogan “Con Costanza tutto è possibile!”

Dacci qualche anticipazione del libro che stai adesso scrivendo o sveliamo  la sorpresa alla prossima intervista?

“Non avendo segreti, non ho problemi a rivelare ciò che in atto sto’ scrivendo. Un romanzo storico dal titolo “Il Principe di Roccabianca” ambientato ad Erice tra il 1460 ed il 1530, con escursioni in tutta Europa”

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