Buon compleanno allo scultore non vedente Gaetano Ribaudo, con le sue opere ha dato alla Sicilia tanta Arte e bellezza

Il primo marzo il Maestro festeggia il suo compleanno e con questa intervista noi di Globus Magazine vogliamo omaggiare il suo talento e la sua creatività immensa.

Vuoto pieno… magici contorni si accoppiano e si distinguono in variegate forme scultoree, predilette le figure femminili, un commento?

“Vedo la donna come “madre” di ogni essenza e presenza di vita che dà alla luce “come creatura” non soltanto la fisicità ma anche la spiritualità. La donna nella mia arte è concretizzazione di bellezza non statuaria ma palpitante di umanità. Il vuoto ed il pieno non sono simboli del bene e del male ma reazione ad essi attraverso la vita. Così l’ottimizzazione è rappresentata dal pieno, la negativizzazione dal vuoto”.

Gaetano, raccontaci le tue due recenti esperienze alle due sezioni di giugno e di ottobre alla Biennale Internazionale Sicily Trinacria?

“Il piacere della condivisione tra persone vere il valore della “sicilianieta’”, non in senso campanellistico ma come momenti di cosmopolitismo artistico”.

Puoi raccontare un tuo ricordo vivido nella memoria durante gli anni trascorsi come insegnante e che cosa hai ricevuto dai tuoi alunni e che cosa hai insegnato loro di costruttivo?

“Non c’è un’episodio in modo particolare perche’ ogni momento scolastico sono “vissuti d’insieme”. Gli alunni mi hanno contagiato la gioia di vivere ed il guardare oltre. Io sono stato e sono esempio  di vita poiche’   in ogni forma di buoi c’è sempre una luce dunque bisogna scoprirla per vivere nella quotidianita’”

Tu, Gaetano, sei un’artista non vedente, tanti anni fa hai perso la vista a causa di un incidente stradale ma hai mantenuto la “vista  spirituale”. Posso capire che è doloroso raccontare come sia avvenuto il terribile incidente che ti ha coinvolto ma, per capire meglio il significato recondito delle tue sculture bisogna, a mio avviso, raccontare?

“Non desidero scendere in particolari. Posso dire che da vedente il 2 dicembre 1967 sono stato vittima di un grave incidente stradale alla Favorita di Palermo con trauma cranico e frattura dell’acetabolo. Dopo sette mesi in seguito a fortissime epistassi  a causa di un aneurisma non diagnosticato precedentemente ho la clippatura  delle carotidi  con la subatrofiadei nervi ottici e perdita della vista. Senza successo i tanti viaggi all’estero per guarire. Grazie alla formazione accademica trasmessami da maestri come Pecoraino e Manzoper il vissuto scultoreo da vedente, oggi, sono in gradi di creare le mie opere”.

Se dovessi descrivere il percorso della Divina Commedia che hai voluto riprodurre attraverso la tue opere,  come interpreteresti i manufatti scultorei dei dannati?

“Io in certo qual modo assolto i dannati danteschi… spinti ad agire da passione, da determinazione da sentimenti umani da peccati non sempre condannabili come quelli dei vizi capitali. Condanno, invece, di più i peccatori viventi di ogni tempo che si nascondono dietro “maschere” nell’essere e nell’avere. Forse i veri peccatori siamo noi!”

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