Bellini & Wagner e celebrazione del 2751° anno della fondazione della Città di Catania

Che la lezione belliniana fosse destinata a segnare il cammino del teatro musicale fu subito chiaro. Non solo il suo ascendente  fu palese tra gli operisti italiani, primi fra tutti Donizetti e Verdi, ma in misura persino maggiore un tale magistero  incise e trovò terreno fertile nell’ambizioso percorso wagneriano.
L’influenza che Bellini esercitò sull’autore di Tristan und Isolde e del Ring, attiene infatti alla concezione stessa del melodramma, inteso come teatro totale.
Sul profondo,  complesso collegamento tra i due compositori, da sempre al centro del dibattito musicologico, riflette pure il Bellini International Context promosso dalla Regione Siciliana, coerentemente con l’ampio approfondimento che il festival si prefigge di condurre intorno alla figura e all’opera del Catanese. E lo fa in questa edizione  con l’alta qualità  del gran gala  intitolato “Bellini & Wagner e celebrazione del 2751° anno della fondazione della Città di Catania”: una soirée musicale invero articolata, il cui programma – pur dedicato in gran parte  al raffronto tra i due sommi operisti – si prefigge al  contempo  di commemorare l’atto fondativo del capoluogo etneo che a Bellini  ha dato i natali, ma anche il trentennale delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.
L’appuntamento è per il 30 settembre alle 21 alla Villa Bellini, che vedrà protagonisti l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo Bellini, formazioni pluripremiate, qui dirette dalla rinomata bacchetta di Eckehard Stier, con il sapiente apporto del maestro del coro Luigi Petrozziello. L’evento rientra così nel ricco e articolato programma del Context, che vede la Regione avvalersi di prestigiosi partner istituzionali, tra i quali spicca l’ente lirico catanese.
Di Vincenzo Bellini saranno eseguite  la Sinfonia di Norma e la giovanile Sinfonia in Re. Di Richard Wagner sono in programma pagine celeberrime: da Tannhäuser l’ouverture e il coro dei giovani pellegrini “Heil! Heil! Der Gnade Wunder Heil!”;  da Lohengrin il preludio atto terzo e coro nuziale “Treulich geführt ziehet dahin”; da Die Walküre la “Cavalcata delle Valchirie”.
Il concerto prevede inoltre l’esecuzione di composizioni di tre validi musicisti siciliani:  Matteo Musumeci con Sinfonia n. 4 “Catania A. D. 2751”, dedicata appunto all’anniversario della fondazione della città da parte dei Calcidesi di Nasso; Joe Schittino con “Pii fratres. Cantata per coro e grande orchestra dai Carmina minora di Claudio Clodiano”; ed Emanuele Casale con “Catalogo del Sole”  dedicato “A Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e ai loro Agenti di scorta”, altre date e altri eroi da non dimenticare.
Ma torniamo al binomio Bellini & Wagner. Quali furono dunque la posizione e l’atteggiamento del maestro teutonico nei confronti della produzione del Cigno catanese? Richard Wagner nutrì sempre un rapporto di amore e odio nei confronti di Vincenzo Bellini. Ascoltò per la prima volta I Capuleti e i Montecchi nel 1833 e ne rimase estasiato, anche perché la parte en travesti del protagonista dell’opera era stata affrontata con grande abilità e partecipazione dalla leggendaria Wilhelmine  Schröder-Devrient. Nel 1837 redasse ancora un articolo, ma questa volta su Norma: “Con quest’opera Bellini ha decisamente toccato il culmine del proprio talento. L’azione priva di qualsiasi colpo di scena ed effetto plateale inconsapevolmente ricorda l’atteggiamento della Tragedia Greca… quanto è sobriamente grandioso lo stile… c’è dello stile in questa musica, questo stesso pregio ne garantisce l’importanza, il costrutto dei periodi è sicuro e misurato, il movimento tiene dietro la quiete”.
Verso la fine dello stesso anno, divenuto direttore d’orchestra del teatro di Riga, decise di rappresentarvi il capolavoro belliniano e fece allora affiggere su tutti i muri della città il seguente annuncio: “Norma: il sottoscritto crede di non potere meglio dimostrare la sua stima per il pubblico di questa città che scegliendo quest’opera. Norma, tra le creazioni di Bellini, è quella che è più ricca di vera melodia unita, con profondo realismo, alla passione intima. Tutti gli avversari della musica italiana renderanno giustizia a questa grande partitura, dovranno dire che parla al cuore e che è opera del genio. Perciò invito il pubblico ad accorrere numeroso. Richard Wagner”. Ma la malìa di Bellini su Wagner non si spegne qui: arrivato a Parigi nell’ottobre del 1839, compose un’aria alternativa per Oroveso, probabilmente da inserire nel secondo atto al posto dell’aria “Ah! del Tebro al giogo indegno”, scritta pensando al basso Luigi Lablache, che era stato ed era ancora un grande interprete di Oroveso, ma il cantante si rifiutò, spiegando che ormai Norma era una partitura molto nota al pubblico e non era il caso di sostituire l’aria originale con una scritta per di più da un giovane musicista sconosciuto! Nella seconda parte della vita di Wagner l’interesse per Bellini sembrò rarefarsi e qualche giudizio poco lusinghiero si mischiò all’ammirazione. Per esempio nel 1851 nel suo scritto Ricordi di Gaspare Spontini annotò: “Rossini grazie alla sua natura gioviale e rigogliosa è sopravvissuto persino alle tisiche variazioni … [di] Bellini e Donizetti…”. Ma la Storia primo o poi rende giustizia a tutto e a tutti, e oggi la “connessione” Bellini &Wagner è più che mai viva e significativa.  Info: bellinicontext.it
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