Augusta: incontro giornalisti minacciati in Sicilia

Sabato mattina ad Augusta si svolgerà un incontro sul tema delle minacce ai giornalisti. Per l’ordine dei giornalisti di Sicilia presente il segretario Santo Gallo.

giornalisti_minacciati-e1519730845100 Si svolgerà domani ad Augusta un incontro che coinvolgerà il mondo giornalistico con un argomento attuale: le minacce ai giornalisti. Tra i tra i relatori Francesco Nania, fiduciario Unci Siracusa, Alessandro Galimberti, presidente nazionale Unci; Alberto Cicero, segretario Assostampa Sicilia. Per l’Ordine dei giornalisti di Sicilia sarà presente il segretario Santo Gallo, che porterà il saluto del presidente Giulio Francese e leggerà un suo messaggio.L’incontro, moderato da Leone Zingales, vice presidente nazionale Unci, affronterà il tema presentando i numeri, i fatti e le attività svolte sul territorio per far fronte ad un fenomeno spesso sottovalutato e diventato quanto mai attuale anche grazie alla facilità di esposizione mediatica del giornalista sul web e sui social. Per l’occasione sarà presentato l’Osservatorio provinciale sui giornalisti minacciati. nel 2016 sono stati minacciati 412 giornalisti. I numeri sono cresciuti l’anno successivo. Lo scorso anno sono stati ben 423 giornalisti minacciati in Italia, ben il 6%. Invece dal 2006 hanno subito  minacce 2982 giornalisti. Numeri impressionanti per chi deve fare informazione in una nazione moderna come l’Italia. La percentuale più alta riguarda le denunce legali ai danni dei giornalisti, ma una fetta ampia di minacce la rivestono anche gli avvertimenti. Spesso capita che i giornalisti non abbiano la forza o la volontà di rendere pubbliche le intimidazioni, ma se i cronisti minacciati rimarranno da soli saranno facili obiettivi mentre l’unione ed il supporto di tutta la categoria rappresentano una risposta decisa che l’Osservatorio intende rendere concretasi legge nella nota stampa. Il presidente Galimberti ha sottolineato l’impegno dell’Unione cronisti: «Da anni l’Unci oltre a far emergere dall’isolamento e dalla solitudine i colleghi minacciati anche nella più lontana periferia, denuncia il lassismo delle classi dirigenti sull’escalation di violenza e di sopraffazione del diritto  di cronaca, e sui colleghi che ne sono portatori. Nonostante i ripetuti interventi del legislatore sui codici e sulla legge penale, anche negli ultimi tempi, nulla è stato fatto per rendere davvero deterrente la reazione dello Stato di fronte alle minacce ai cronisti, tanto che per arginare gli episodi più gravi, e ormai anticamera di altre derive, le procure della Repubblica stanno proponendo interpretazioni estreme di un reato che in realtà è ancora troppo difficile perseguire».

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