Al Teatro dei 3 Mestieri “Vecchia a chi? Il tempo della Mela”

La rassegna “Qui è estate”, organizzata dal Teatro dei 3 Mestieri di Messina, si conclude giovedì 31 agosto. Ultimo spettacolo in programma, alle ore 21.30, la commedia noir “Vecchia a chi? Il tempo della Mela”.

locandina - Vecchia a chi-Il tempo della Mela

Cala il sipario sulla rassegna “Qui è estate”, organizzata dal Teatro dei 3 Mestieri di Messina. Giovedì 31 agosto, alle ore 21.30, protagoniste dell’ultimo spettacolo della manifestazione estiva saranno le attrici Milena Bartolone, Gabriella Cacia ed Elvira Ghirlanda con la commedia noir “Vecchia a chi? Il Tempo della Mela”, luci di Giovanna Verdelli e la regia di Marcantonio Pinizzotto.

Nella cucina di casa, nonna, figlia e nipote, provano a far convivere le proprie esistenze e ad attenuare l’impatto dello scontro tra i rispettivi fallimenti generazionali.
Una illusa e lacerata dal boom economico, un’altra sconfitta dall’idealismo, una incapace di emanciparsi e di intesser e relazioni che non siano patologiche.
La rassegna “Qui è estate”, che ha la direzione amministrativa di Angelo Di Mattia, la direzione artistica di Stefano Cutrupi per il teatro e di Sarah Lanza per la danza, si svolge all’aperto nello spazio esterno del teatro che si trova a Tremestieri, S.S. 114 Km 5,600 Via Roccamotore.
Nelle prossime settimane, la direzione del Teatro dei 3 Mestieri renderà nota la stagione invernale che si preannuncia essere ricca di sorprese.

Prima dello spettacolo è previsto un apericena.

Note di regia:

Resistenza e sopravvivenza o altrimenti patimento e scomparsa: questa è un’opera di un altro tempo che si consuma nello spazio destrutturato della quotidianità domestica e nel “tempo della Mela”. Sviluppandosi oltre la dimensione lineare di passato-presente-futuro, il tempo della Mela è il tempo non solo storico di tre età, ma anche di tre funzioni del femminile in assenza dell’uomo.
È il prodotto tragicomico del conflitto tra identità e necessità, rivoluzione e morale, pulsione ed ideologia. Da qui la scelta di una scena costruita per sottrazione: ciò che rimane pur avendo le sembianze di un’iconicità dimenticata, rischia di aver senso e di dire una parte di verità oltre ogni rappresentazione.

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