Al Palazzo della Cultura di Catania “Agata Vergine e Martire” di Pino Pesce

Il dramma sacro nel cartellone estivo del Teatro Massimo Bellini.

Convinzione, commozione, testimonianza, fede riportano in scena “Agata Vergine e Martire”, il dramma religioso di Pino Pesce, il quale anche quest’11 agosto ne curerà la regia per il Teatro Massimo Bellini di Catania che lo ha inserito nel calendario delle sue manifestazioni estive.

La sacra rappresentazione è un omaggio fortemente devoto cui ha creduto fermamente il presidente del Comitato ai festeggiamenti agatini, la stilista Mariella Gennarino, tanto da inserirla nel programma delle manifestazioni agostane in onore alla Santa Patrona per ricordare il rientro delle reliquie di Agata a Catania provenienti dalla basilica di Santa Sofia di Costantinopoli.

Si tratta di un lavoro multimediale (musica, canto, recita, danza, videoproiezioni) in cui il régisseur (come ama definirsi Pesce) rompe i canoni tradizionali con uno spettacolo che era stato concepito come “teatro di strada” per rispondere a certi canoni del dramma sacro medievale.

«Sono ben lieto» dichiara il sovrintendente del Teatro Massimo Bellini di Catania, maestro Giovanni Cultrera di Montesano «di aver inserito all’interno delle manifestazioni estive del “Bellini” il dramma religioso “Agata, Vergine e Martire” di Pino Pesce. Apprezzandone il valore artistico e religioso, è intenzione del Teatro Massimo istituzionalizzare alcune rappresentazioni dedicate alla Santa nei periodi di febbraio (come tutt’ora già avviene) e di agosto.»   

«Ho cercato di ritornare indietro nel tempo» sottolinea Pesce, «recuperando la sacra rappresentazione medievale attraverso una visione manicheistica, la lotta tra il bene e il male tipica del medioevo, che trasferisco dentro la visione cattolica per far trionfare il bene.»  

Cattolicesimo e manicheismo, quindi, si fondono insieme, ma per far prevalere il cristianesimo attraverso la vittoria del Bene che passa in questa pièce attraverso la manzoniana “provvida sventura”.

Afferma Chiara Seminara, interprete di Agata: «Sono felicissima di ritornare sul palco per dare voce e raccontare, insieme al resto del cast composto da eccellenti artisti, la vita e il martirio di Sant’Agata, in occasione delle celebrazioni agatine agostane che finalmente dopo due anni riaprono appieno ai fedeli (il che rende tutto più significativo). Le fonti antichissime della vita di Agata tramandano momenti intensi, molti di questi passaggi sono ripresi fedelmente, quasi parola per parola,  nell’arco dello spettacolo. Ciò che mi colpisce è che quella di Agata è una figura attualissima nella testimonianza umana che ancora offre, simbolo di grande libertà e coraggio.»

In scena, oltre la protagonista, Mario Sorbello (Quinziano), Pasquale Platania (Narratore), Nino Spitaleri (Vecchio), Gabriele Ricca (San Michele Arcangelo), Jonathan Barbagallo (Lucifero), Antonella Barresi (mamma di Agata), Cora Torriani (Danzatrice);Annalisa Di Lanno (Prima strega) e poi: Salvo Gambino e Francesco D’Arrigo (Due carnefici), Rasheed Bello e Franco Caruso (Soldati imperiali).

Una particolare rilevanza l’avrà la musica sacra eseguita da un Quartetto d’archi: Salvatore RandazzoClelia LaveniaDario Emanuele C. Militano e Mario Licciardello, e da 4 cantanti lirici: Rosario Cristaldi (tenore), Martina Scuto (soprano), Angelo Sapienza (basso) e Haruna Nagai (mezzo soprano). Così come i ballerini della Scuola Professionale Danza Azzurra diretta dal maestro Alfio Barbagallo, coreografo della sacra rappresentazione; i video sono stati riadattati da Alfio Cosentino; i costumi da Rosy Bellomia.

«La forza espressiva e suggestiva di un narratore – puntualizza l’Autore-regista – fonde la storia e la leggenda che, in qualche tratto, viene interrotta da scene sulla vita di Agata.» 

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