Aggiornamenti e primi bilanci sui gravi danni causati dagli incendi alla vegetazione di Giarre, Riposto e Mascali

Inizia già ad essere tempo di bilanci relativamente agli incendi conformatisi nel territorio jonico-etneo.

Le temperature roventi, insieme al vento incandescente, hanno sicuramente rivestito un ruolo determinante nella propagazione dei roghi che hanno devastato diverse campagne del comprensorio del giarrese (Giarre, Riposto e Mascali) contrassegnate, come nel caso di Riposto, da agrumeti abbandonati o da terreni con legname accatastato. Tuttavia, le cause degli incendi scoppiati sono nella quasi totalità degli eventi da ricercare nella sfera del dolo. L’ultimo episodio, ovvero quello che si è sostanziato nella carbonizzazione di una porzione di vegetazione ricadente nell’alveo del Torrente Macchia oltre che nella bruciatura di alcune piante del parco “Giardino” di Macchia, sembra essere ascrivibile ad un residente degli insediamenti di edilizia popolare presenti nel “Villaggio Satellite”: ovvero laddove si sviluppa il malandato ponte di Viale dello Jonio, il quale conduce all’ospedale di Giarre.

A tal proposito, fortunatamente, grazie al tempestivo intervento di tre camionette del Dipartimento Foreste addetto al servizio antincendio boschivo della Regione siciliana, l’incendio di ieri pomeriggio è stato arginato evitando che si propagasse fino a interessare le abitazioni. Diversamente, l’arrivo dei vigili del fuoco con due mezzi, è stato, seppur proficuo, tardivo rispetto alla segnalazione effettuata dagli abitanti della zona. Il sindaco di Giarre Leo Cantarella ha rassicurato tutti sulla proficuità dello intervento effettuato e che ha permesso che le fiamme rimanessero circoscritte prima di essere del tutto domate.

Lo stesso sindaco ha poi ricordato di aver predisposto un’ordinanza, come gli altri sindaci dei comuni siciliani, rivolta ai proprietari di terreni incolti chiamati a risanare gli stessi. Un altro incendio aveva interessato, oltre che Macchia, anche la via Liguria di Giarre, ma la situazione è poi rientrata. Il caso di Macchia però inevitabilmente mette i torrenti sotto la lente di ingrandimento. In giornate da bollino rosso, infatti, la presenza di cespugli nel letto dei torrenti, proprio come è accaduto per il torrente “Macchia”, diventa, unitamente all’inciviltà di chi non attende l’esecuzione di bonifiche da parte degli organi competenti e appicca il fuoco, un fattore di rischio non irrilevante. In riferimento a ciò, l’incendio scoppiato a Torre Archirafi di Riposto ha percorso uno dei torrenti del comune marinaro che necessita di interventi di pulitura: ovvero il vallone Cozzi. Tale vallone, presenta una vegetazione incolta. A seguito di ciò, anche per contrastare eventuali rischi di carattere idrogeologico, oltre che per scongiurare altri incendi, ad inizio della prossima settimana a Riposto inizieranno degli interventi di pulizia che comprendono il torrente Babbo, il torrente Olmo-Casanera e il torrente Cozzi. Si inizierà dal torrente Babbo. La determina funzionale a ciò, su imprimatur del sindaco Davide Vasta, è esecutiva nel rispetto dei tempi burocratici di consegna dei lavori. Un’altra ditta si occuperà del risanamento degli altri due torrenti. Risulterebbe comunque essere preesistente una nota dell’ex assessore alla Protezione civile Paola Emanuele con la quale si è fatto presente all’attuale sindaco che fosse necessario deliberare la variazione di bilancio per permettere al funzionario competente di appaltare i lavori. In precedenza, degli intoppi legati alle dimissioni del responsabile finanziario della protezione civile, non avevano permesso all’ex giunta di fare la variazione di bilancio necessaria ad incamerare i soldi per la pulitura dei torrenti. Determinante fu il diniego dei revisori dei conti.

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