Accordo fra Distretto Agrumi e Università per il progetto sul pastazzo finanziato da The Coca-Cola Foundation

Martedì 25 marzo in Rettorato, a Catania, si illustra l’iniziativa per ricavare energia dagli scarti della lavorazione delle arance. Le biomasse, da rifiuto a risorsa per la filiera agroenergetica in Sicilia


 
CATANIA – Il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia e l’Università di Catania  presenteranno alla stampa martedì prossimo 25 marzo (ore 11), nell’Aula Magna del Rettorato, il progetto di ricerca industriale per la valorizzazione energetica del pastazzo, sottoprodotto della lavorazione degli agrumi. Un progetto che The Coca-Cola Foundation (organizzazione onlus impegnata a scopi umanitari) ha finanziato al Distretto Agrumi di Sicilia e all’Università di Catania ( Di.Ge.Sa. Dipartimento Gestione Sistemi Agroalimentari e Ambientali).
Questa iniziativa, in linea con  l’Accordo Filiera Agrumi siglato di recente fra l’Assessorato Agricoltura Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea  e il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, si aggiunge alle azioni avviate dal Distretto a sostegno dell’intera filiera agrumicola siciliana.
L’appuntamento è per le ore 11 presso la sede dell’Ateneo di Catania, in piazza Università. Alla presentazione interverranno il Rettore dell’ateneo catanese, Giacomo Pignataro, Federica Argentati, Presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia e Giovanni Cascone, Direttore Di.Ge.Sa. Interverranno rappresentanti di The Coca-Cola Foundation e delle Istituzioni.
 

IL PASTAZZO

La produzione industriale di succo di agrumi lascia un residuo umido, il “pastazzo”, che rappresenta il 60% del quantitativo trattato. Si tratta di un rifiuto che sinora, smaltito con costi elevati e imprevedibili, anziché essere considerato una risorsa, come componente nella produzione di biogas, è stato un “collo di bottiglia” per la filiera agrumicola. Attualmente, infatti, il pastazzo viene utilizzato come fertilizzante in agricoltura e, in minime quantità, come mangime per animali, additivo per alimentazione umana o compost (con un lentissimo processo di trasformazione). Ma nessuna di queste soluzioni è stata sinora in grado di assorbire l’ingente quantitativo prodotto in Sicilia cosicchè le aziende, impossibilitate ad affrontare costi elevati di smaltimento, in alcuni casi hanno commesso illeciti che, oltre a provocare danni ambientali, hanno avuto conseguenze civili e penali per gli amministratori. Di recente il pastazzo è stato individuato come componente nella produzione di biogas, avviando un processo virtuoso di recupero degli scarti che, oltre a generare un ritorno economico, contribuisce a generare energia elettrica e termica rinnovabile. Al momento non esiste in Italia un’esperienza industriale consolidata perché quello del pastazzo è un problema della agroindustria meridionale (Sicilia e Calabria in particolare) dove il biogas muove i primi passi. Due gli impianti attualmente operativi che producono biogas, uno in Calabria di 2 MW, in attività da due anni, uno in Sicilia di 1 MW, entrato in attività da pochi mesi.
 

 
DISTRETTO AGRUMI DI SICILIA

Nato nel 2005 come “Distretto Produttivo Arancia Rossa” – nome modificato nel giugno 2011 per poter valorizzare, riuniti sotto il brand “Sicilia”, tutte le tipologie di agrumi prodotti nell’isola – il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia è storicamente il primo grande esperimento di coesione fra aziende private, enti pubblici e rappresentanze agricole mai realizzato nella regione nel campo dell’agrumicoltura. 144 i partner: da un lato le imprese della filiera (105) dall’altro i consorzi di tutela dei prodotti IGP e DOP (Arancia rossa di Sicilia, Arancia Bionda di Ribera, Limone Interdonato Messina, Limone di Siracusa, Mandarino di Ciaculli, quest’ultimo in fase di riconoscimento) le associazioni di categoria, le amministrazioni locali, enti di ricerca scientifica, turismo relazionale e cooperazione per un totale di 39 organismi. Il Distretto Agrumi di Sicilia rappresenta 2 mila addetti, oltre 21 mila ettari coltivati e produce un fatturato annuo all’ingrosso di oltre 400 milioni di euro. Nel giugno 2011 i 144 partner hanno sottoscritto un Patto di Sviluppo per individuare le azioni necessarie al reale sostegno delle imprese della filiera.
 

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