A Venezia vince il documentario di Gianfranco Rosi: “Sacro GRA”

Il commento di Piero Pacchiarotti, Presidente di Civitafilm Commission e Direttore artistico del TolfaShortFilmFestival. “Il settore dei Documentari ha un altissimo valore aggiunto nel settore Cinema. Potrebbe rivelarsi l’uovo di Colombo”

ROMA –  Il Festival di Venezia ha decretato vincitore un documentario: Sacro GRA” di Gianfranco Rosi. Un’opera notevole, di spessore applaudita all’unanimità. Una novità davvero molto gradita che però non ha sorpreso Piero Pacchiarotti, presidente di Civitafilm Commission e condirettore artistico insieme a Costanza Saccarelli del TolfaShortFilmFestival – Festival Internazionale del Cortometraggio e del Documentario.

Il Festival,  nato nel 2012, si svolge a Tolfa (in provincia di Roma) nel mese di giugno ed è giunto alla terza edizione per la quale è già aperto il bando di partecipazione. E’ una grande kermesse che si è gia ritagliata uno spazio importante nel vasto campo dei numerosi Festival Internazionali. Le opere pervenute nell’edizione 2013 sono state 485 provenienti da 26 Paesi dei  5 continenti mentre le opere finaliste selezionate sono state  110.

Dal 70° Festival di Venezia una svolta che spero non rimanga fine a se stessa – dichiara Piero Pacchiarotti – . I giornali ed il pubblico si dichiarano sorpresi per la vittoria del documentario “Sacro Gra” di Gianfranco  Rosi, ma  spero che la giuria, oltre a premiare il valore dell’opera,  abbia voluto dare un segnale … un cambiamento di rotta ad un cinema che ormai ha poche idee, pochissimi soldi e nessun mecenate e che per questi motivi  viene sempre più fagocitato dall’industria americana.
Il pubblico, da sempre abitudinario, può essere rimasto spiazzato dalla vittoria a sorpresa ma noi no! Nel nostro festival abbiamo sin dal primo anno dato ampio spazio alla sezione ‘Documentari’ proprio perché convinti dell’altissimo valore aggiunto che questo settore ha; ne abbiamo sempre ricevuti molti, da tutto il mondo e soprattutto tutti bellissimi! Segno di un settore che cova sotto la cenere ed è in grado di raccontare non solo i cambiamenti del nostro pianeta o della nostra società, ma che può essere anche puramente creativo risultando, alla fine, una vera e propria opera filmica racchiusa in un tempo decisamente più elastico di un film classico. Insomma l’uovo di Colombo per una società che va sempre più di corsa e che può così gestire meglio anche il proprio tempo disponibile senza rinunciare alla qualità
“.

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